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Boris Becker ancora nei guai: accusato di nascondere beni rischia fino a sette anni di carcere

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Due anni fa era andato in bancarotta a causa dei debiti non pagati alla banca privata londinese Arbuthnot Latham, mentre lo scorso anno, con l’intervento del suo avvocato, i guai giudiziari di Boris Becker sembravano essersi conclusi. Ma era solo questione di tempo prima che i magistrati inglesi tornassero a spulciare nei conti del tedesco e che la situazione per lui tornasse a farsi pericolosa. Becker è infatti accusato di non aver dichiarato un conto in banca contenente 1.6 milioni di dollari e di aver tenuto nascosto un debito di oltre 800.000 dollari e più di 75.000 azioni della società di intelligenza artificiale Breaking Data Corp. Inoltre tra i suoi possedimenti non risultava un appartamento a Coleherne Court Chelsea, Londra, oltre a due proprietà in Germania non dichiarate tra giugno e ottobre 2017.

Stando a quanto riporta il tabloid inglese The Guardian, in totale i capi di accusa contro l’ex tennista sono 19: sette accuse di occultamento di proprietà, quattro omissioni di dichiarazioni relative a conti bancari con JP Morgan Belgium e Julius Baer Guernsey, due rimozioni di proprietà richieste dal curatore, cinque mancate divulgazioni dei dettagli sul suo patrimonio e un occultamento del debito. Se dovesse essere condannato rischia una pena detentiva fino a sette anni. La prima udienza davanti la corte dei magistrati di Westminster è avvenuta due giorni fa, 24 settembre, e l’avvocato del diretto interessato, Jonathan Caplan, ha dichiarato: “Queste accuse saranno energicamente contestate”.

Il magistrato che dirige le operazioni, Emma Arbuthnot, ha rifiutato la richiesta dell’avvocato Caplan di non divulgare l’indirizzo del sei volte campione Slam, aggiungendo che “ogni celebrità ben nota che è passata di qui deve farlo”. Successivamente ha rinviato il caso al tribunale penale di Southwark, dove il 22 ottobre si svolgerà l’udienza di preparazione al processo. Nel frattempo Becker è stato rilasciato in “conditional bail”, cioè con l’obbligo di vivere e dormire presso la sua proprietà di Battersea, a sud-ovest di Londra, e nel caso di viaggi all’estero dovrà informare l’agenzia governativa che sta seguendo il caso due giorni prima della partenza.

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