Tadej Pogacar cala la maschera: “Voglio vincere i tre grandi Giri nella stessa stagione”
L’accoppiata Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno, che mancava da addirittura 26 stagioni e che era riuscita soltanto a sette uomini nella storia. Il trionfo ai Mondiali dopo aver firmato la doppietta nei Grandi Giri più importanti, impresa di cui appena due ciclisti sono stati capaci. Due sigilli nelle Classiche Monumento a corollario, con quattro Giri di Lombardia di fila come soltanto Fausto Coppi e la gioia alla Liegi-Bastogne-Liegi. Sono soltanto alcuni dei record siglati da Tadej Pogacar in una stagione antologica.
Il fuoriclasse sloveno è stato memorabile tra Corsa Rosa e Grande Boucle, eguagliando i gioielli di Marco Pantani nel 1998. Il capitano della UAE Emirates ha indossato prima il rosa, poi il giallo e poi la maglia arcobaleno, avvicinandosi a Eddy Merckx e Stephen Roche. Non sono soltanto i risultati a fare parlare, ma le modalità di questo dominio: il 26enne è stato in forma praticamente per sette mesi in maniera ininterrotta, tanto che alcuni avrebbe voluto ammirarlo anche alla Vuelta di Spagna per inseguire un’impresa leggendaria.
Tadej Pogacar si è tolto la maschera e ha finalmente svelato quello che il suo vero obiettivo, senza più nascondersi dietro un dito. Il fuoriclasse sloveno ha infatti dichiarato ai microfoni di Sky Sport che la Vuelta è una corsa che vorrebbe vincere, ma soprattutto che gli “piacerebbe puntare ai tre Giri in una sola stagione“. Mai nessun uomo ha vinto le tre corse a tappe di tre settimane nella stessa annata agonistica, il balcanico non ha ancora completato la tripla corona in carriera.
L’alfiere della UAE Emirates si è poi soffermato su un altro aspetto: “Io già leggenda del ciclismo? Non guardo alla storia. Stagione fondamentale, ma voglio allenarmi alla grande per migliorare e dare il massimo“. Il 26enne non ha ancora comunicato ufficialmente la propria programmazione per il 2025, ma è quasi sicuro che lo rivedremo sulle strade transalpine per andare a caccia del quarto sigillo in carriera e poi ai Mondiali in Rwanda per puntare alla seconda maglia iridata consecutiva.