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F1, Ferrari in crisi dalla direttiva 039: incapacità di reagire, ma ha senso cambiare i regolamenti in corsa?

Ancora una volta la Ferrari sta cercando di ritrovare il proverbiale bandolo della matassa. Dopo averlo totalmente perso nel periodo 2020, la Scuderia di Maranello era faticosamente riuscita a venire a capo delle sue difficoltà, creando una monoposto competitiva al massimo livello per il 2022. Cionondimeno, l’introduzione della direttiva 039 sembrerebbe aver nuovamente arruffato il gomitolo del Cavallino Rampante, il cui rendimento è peggiorato sensibilmente dal momento in cui le regole sono state aggiustate in corsa.

È un dato di fatto che, lo scorso anno, le Rosse fossero inizialmente in grado di sfidare ad armi pari le Red Bull sul piano prestazionale. Almeno sino a luglio. Dopodiché, da agosto in poi, è calata la notte. La F1-75 ha addirittura cambiato connotati. Inizialmente gentile con gli pneumatici (talvolta anche troppo), ha cominciato invece a maltrattarli, sino a soffrire di una cronica usura precoce. Tutta colpa della misura anti-porpoising voluta dalla Fia?

Al di là del fatto se sia stato giusto o ingiusto cambiare le regole in corsa, così funziona la F1 da almeno trent’anni. In tal senso, il tremendo e traumatico 1994 ha creato un precedente. All’epoca, quando il management era ben diverso da quello attuale, i regolamenti tecnici vennero stravolti a più riprese a stagione in corso. La direttiva 039 è stata ufficialmente emessa per “salvaguardare la salute dei piloti”. Vero o falso che sia, se si usa il grimaldello della “sicurezza” si può scardinare qualunque lucchetto normativo.

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Cionondimeno, se è stato davvero il cambio delle carte in tavola a far imbizzarrire il Cavallino Rampante, la domanda da porsi è la seguente: “Come è possibile che solo Ferrari si sia accartocciata su sé stessa in maniera così clamorosa”? Tutti gli altri valori non sono cambiati. In estate c’è chi vociferava che la Fia avesse agito su pressioni da parte di Mercedes, decisa a mettere i bastoni tra le ruote alla RB18 e alla F1-75, rispetto alle quali la W13 pagava dazio. Eppure, da agosto in poi cosa è cambiato?

Mercedes terza forza era e terza forza è rimasta. D’accordo, avrà anche chiuso la forbice prestazionale rispetto alle Rosse, ma a parte un’estemporanea vittoria in Brasile non ha tratto chissà che beneficio. Anzi, Interlagos e Città del Messico a parte, le Frecce d’Argento sono rimaste spuntate e difficilmente in grado di infilzare il Cavallino Rampante, nonostante fosse imbolsito.

Alla luce di quanto stiamo vedendo in questo inizio di 2023, la sensazione è che l’incapacità di reagire alla direttiva 039 non sia stato il male della Ferrari. Bensì il sintomo più marcato di un malessere profondo, che ha condizionato negativamente tutto il 2022, partito in pompa magna e finito in tono dimesso. Cambio di regole in corsa o meno, qualcosa nelle strutture di Maranello aveva già smesso di funzionare adeguatamente e la SF23 ne patisce le conseguenze. A Frederic Vasseur il compito di capire come e perché questo sia avvenuto, aggiustando il necessario per “rimettere in bolla” anche il Reparto Corse, in maniera tale da aver modo di reagire come tutti gli altri.

Foto: La Presse

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