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Atletica, Antonella Palmisano: “Il mio calvario di un anno e mezzo. Riparto cauta, ma ai Mondiali voglio vincere”

Antonella Palmisano finalmente torna in gara. La campionessa olimpica della 20 chilometri di marcia farà il suo ritorno all’agonismo il prossimo 30 aprile a Madrid sulla mezza distanza. Un ritorno agognato e desiderato da tutti gli appassionati, che dopo quella meravigliosa vittoria di Sapporo non avevano più potuto ammirare la regina della marcia a causa del problema annoso all’anca per cui ha trovato soluzione solo lo scorso settembre dopo un’operazione.

L’atleta è stata intervistata ai microfoni di Sprint2U, condotto da Ferdinando Savarese, e ha iniziato proprio dalla scelta di riprendere la propria carriera in una gara in Spagna e non durante i Campionati italiani tenutisi lo scorso 19 marzo: “Non mi sento ancora pronta per quella distanza, perlopiù in un Campionato italiano; più che altro dopo l’intervento chirurgico penso sia giusto andare per gradi. Quindi cominciare da una gara sui 10000 metri. Abbiamo deciso di gareggiare all’estero, ma è stata più una mia scelta per riassaporare quelle sensazioni internazionali, rivedere le avversarie e studiarle, riattaccando il pettorale“.

Quello di Antonella è stato un vero e proprio calvario, tanto che dal suo grande successo a Tokyo non è mai riuscita a gareggiare: “Dopo una prestazione così bella, il 2022 è stato l’anno più brutto della mia carriera. Non ho mai avuto un percorso facile, ho spesso avuto a che fare con infortuni e ho sempre superato il problema. A Tokyo ho gareggiato con delle fibrosi che comprimevano il nervo sciatico e l’arteria, quindi sentivo un’assenza di controllo della gamba. Trovare una soluzione non è stato facile, proprio perché non avvertivo problematiche in un punto specifico: a volte sentivo un problema all’anca, a volte al bicipite. Alla fine mi sono operata lo scorso settembre e sono in marcia da cinque mesi, ora speriamo che il problema sia passato“.

Un problema che ha condizionato anche la preparazione alla gara olimpica, poiché arrivato ben prima e con cui ha dovuto imparare a conviverci: “Il problema si è presentato per la prima volta a febbraio 2021, portandomelo dietro fino alla gara olimpica. Da maggio 2021 sono stati due mesi di avvicinamento alla gara parecchio difficili. All’improvviso usciva un problema in una zona diversa della gamba ma non riuscivamo a trovare una soluzione. Alla fine però la gara è uscita bene, non posso lamentarmi di come è andata. Il problema si è presentato inizialmente a febbraio 2021 e me lo sono portata dietro fino alla gara olimpica. Avrei potuto fare di più? Non credo: se fossi andata prima a Bologna avrei trovato la soluzione in un tempo minore, ma ho girato diversi dottori prima di poter capire il problema“.

Il problema fisico ha influito anche moralmente su di lei: “Dopo la vittoria a cinque cerchi non avevo la voglia di prepararmi al meglio. All’inizio ho creduto fosse dovuto all’oro conquistato, invece era dovuto al non riuscire a non tenere sotto controllo il mio problema fisico. Il 2022 è stato forse l’anno più brutto, abbiamo provato a cambiare la postura, fare esercizi particolari per provare a gareggiare almeno all’Europeo. Guardare la competizione da casa non è stato facile“.

Il suo infortunio era davvero particolare, poiché poteva presentarsi in qualsiasi momento, oppure non presentarsi affatto: “Influiva anche sulla mia tecnica, nonostante non si presentava durante ogni allenamento. Alcuni allenamenti si chiudevano senza problemi, altri con problemi subito, altri ancora con problemi all’ultimo chilometro. Ma si vedeva anche dall’esterno, avevo la sensazione di avere una gamba di legno e compensavo con il movimento dall’altra gamba, quasi trascinavo la gamba. E se questo problema mi veniva in gara, l’unico modo per risolvere il problema era correre. E correre in gara porta alla squalifica”.

E come risolvere dunque questo problema? Presto detto: “Nel preolimpico mi sono allenata di corsa, che mi è servita ad alzare i battiti ed allenarmi con un altro gesto, visto che correndo la gamba non mi dava problemi. Nella gara olimpica non è successo nulla, fu bravo un dottore di Latina a farmi infiltrazioni di cortisone in precedenza. Ma non potevo andare avanti così fino alla fine della mia carriera”.

L’infortunio ha un po’ arenato anche il lavoro che stava facendo per rendere più appetibile l’atletica in Italia: “Quello che stava cambiando era l’importanza data alla mia specialità, mi ero tanto impegnata ad andare a più eventi possibili per sponsorizzare la marcia. E stava funzionando, venivamo da un’Olimpiade da due medaglie olimpiche. Lo scorso anno purtroppo ci siamo ritrovati nuovamente in difficoltà nel far conoscere la disciplina, nonostante la medaglia di Stano ai Mondiali. Ho continuato il progetto nelle scuole, come sto facendo adesso, parlando di atletica e incentivando i giovani a iniziare un percorso“.

Ora però è il momento di pensare al futuro: “Sono carica e smaniosa, già da un anno. Il gareggiare da campionessa olimpica è qualcosa che sogno già da tempo. Non so come sto in realtà, il mio allenatore mi sta ancora tenendo a freno. Ho appena terminato la preparazione ‘invernale’, mai successo di terminarla a marzo. I veri ritmi li inizierò ad avere da lunedì, da lì capirò davvero come sto e come mi sento, ma ho la consapevolezza di non poter pretendere di stare subito come due anni fa. Per quanto possa essere la campionessa olimpica, non potrò fare miracoli senza un anno e mezzo di allenamenti, ma almeno capirò che strumenti ho a disposizione per affrontare quest’annata”. 

Antonella Palmisano si è già prefissata il primo obiettivo per la stagione: “Ho detto al mio allenatore che sono qui per allenarmi per vincere il Mondiale. Vedendo i risultati dell’anno scorso, potevo pensare a qualcosa di grande. Se mi sono operata è per vincere una seconda Olimpiade, ma l’obiettivo di quest’anno è di portarmi a casa il risultato più importante possibile. Posso essere prudente nella partenza, ma ai Mondiali non voglio esserlo, abbiamo tempo per prepararlo e non sono mai stata un’atleta solo contenta di partecipare ad una gara, sarei un’ipocrita. La preparazione di Tokyo mi ha insegnato tanto: so che potrei anche allenarmi di corsa, ma con una buona base di marcia, posso arrivare al risultato finale. Se ci alleniamo al meglio e il problema della gamba non si ripresenta, posso raggiungere qualche risultato importante“.

VIDEO: L’INTERVISTA AD ANTONELLA PALMISANO

Foto: LaPresse

 

 

 

 

 

 

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