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Combinata nordica, presentazione Mondiali 2021. Qualcuno saprà battere Jarl Magnus Riiber e Tara Geraghty-Moats?

I Mondiali di Oberstdorf 2021 sono ormai alle porte. È dunque tempo di andare a vedere quali sono i temi principali relativi alla combinata nordica, per la quale l’edizione iridata bavarese rappresenterà una storica pietra miliare. Infatti, per la prima volta nella storia, verrà assegnato il titolo mondiale femminile. Per cominciare si disputerà solo una gara individuale, ma verosimilmente il programma sarà arricchito nelle edizioni del prossimo futuro.

Avendo introdotto l’argomento, partiamo proprio dalle donne. La grande favorita per conquistare la medaglia d’oro è indubbiamente la ventisettenne americana Tara Geraghty-Moats, la quale nell’ultimo biennio è stata indiscutibilmente l’atleta da battere in qualsiasi competizione a cui ha preso parte. La statunitense parte quindi come la più accreditata per il successo, ma dovrà guardarsi le spalle dalle tante giovani avversarie che popolano l’embrionale circuito, a cominciare dalla norvegese Gyda Westvold Hansen, probabilmente la principale alternativa alla veterana stars&stripres. Fra coloro che si proporranno per salire sul podio, non vanno dimenticate l’altra norvegese Mari Leinand Lund, le giapponesi Anju Nakamura e Ayane Miyazaki, nonché l’austriaca Lisa Hirner. In casa Italia, la medaglia appare fuori portata. Sicuramente Annika Sieff potrà attestarsi tra le primissime al termine del segmento di salto, ma in questa stagione non ha mai dimostrato di poter tenere botta sugli sci stretti. Cionondimeno, la diciassettenne azzurra partirà con l’ambizione di concludere nella top-ten, traguardo peraltro alla portata anche di Daniela Dejori. Per Lena Prinoth, invece, l’importante sarà fare esperienza. Peccato che il movimento azzurro abbia giocoforza dovuto rinunciare a Veronica Gianmoena, messa fuori causa da un infortunio patito poche settimane orsono, altrimenti le carte da prime dieci posizioni sarebbero state tre.

Passando al settore maschile tutti i riflettori sono puntati su Jarl Magnus Riiber, che ormai da tre anni sta dominando la disciplina come nessuno ha saputo fare in passato. Il ventitreenne norvegese ha infatti vinto 28 delle ultime 37 competizioni di primo livello a cui ha preso parte, salendo sul podio ben 34 volte! In altre parole, quando lui è stato presente, i suoi successi sono più del triplo di quelli raccolti da tutto il resto del mondo messo assieme! Una superiorità eclatante, che ne fa l’ovvio favorito per realizzare il back-to-back in entrambe le competizioni individuali. Dovrà però prestare molta attenzione a tanti avversari di valore, a cominciare dal coetaneo Vinzenz Geiger, il quale gareggerà letteralmente sulle nevi di casa, essendo originario proprio di Oberstdorf. Dati alla mano, il tedesco è la principale alternativa allo scandinavo, soprattutto sul trampolino piccolo dove, a seconda delle condizioni meteo, i distacchi generati nel salto potrebbero essere ridotti rispetto alle abitudini. Occhio, quindi, anche al finlandese Ilkka Herola, autentica mina vagante in ottica successo in particolare per quanto riguarda la competizione su Normal Hill.

Ci sono poi i “vecchi leoni” Eric Frenzel e Akito Watabe, entrambi classe 1988. I due accarezzano l’idea di tirare una zampata vincente, che avrebbe un significato ben diverso per l’uno o per l’altro. Il tedesco, ormai non più superiore alla concorrenza come nel quinquennio 2013-2017 (quando ha vinto cinque Coppe del Mondo consecutive), potrebbe aggiungere un’ulteriore gemma a una carriera già incredibile che, in questo momento, gli permette di essere considerato il più grande di tutti i tempi. Un ulteriore oro iridato sarebbe il quarto della carriera e gli consentirebbe di eguagliare il record del connazionale Ronny Ackermann. Invece il giapponese, nonostante un palmares con pochi eguali nella storia, è ancora alla caccia del primo successo in una gara con medaglie in palio (non a caso, spesso e malvolentieri si è dovuto inchinare proprio a Frenzel). Per il nipponico, vincere un oro significherebbe finalmente chiudere un cerchio mai completato, in maniera tale da scrollarsi di dosso l’etichetta di splendido incompiuto.

Ci sono poi tanti uomini che confidano nella gara secca per dare un senso alla propria stagione. Geiger e Frenzel a parte, la Germania padrona di casa può contare sul sempre solido Fabian Rießle e in un Johannes Rydzek leggermente appannato rispetto ai fasti del passato. Anche per quest’ultimo, originario proprio di Oberstdorf e storicamente uomo da grandi appuntamenti, un nuovo successo iridato significherebbe eguagliare il primato di 4 ori stabilito dal già citato Ackermann. In casa Norvegia il veterano Jørgen Graabak punta a riscattare un inverno sin qui avaro di soddisfazioni, mentre il giovanissimo Jens Lurås Oftebro starà anche vivendo un’annata di transizione, ma se dovesse limitare i danni nel salto, potrebbe inaugurare una bacheca apparentemente destinata a diventare molto ricca nel prossimo futuro. Attenzione a non sottovalutare gli austriaci, capitanati da Lukas Greiderer e Johannes Lamparter, generalmente maestri nel presentarsi tirati a lucido a Mondiali e Olimpiadi.

In casa Italia le speranze di medaglia sono ridotte al lumicino. Sicuramente gli azzurri potranno ambire a svariati piazzamenti di prestigio, ma per salire sul podio sarà necessario un deciso aiuto da parte della buona sorte. Senza una mano da parte della Dea bendata, sarà difficilissimo per Alessandro Pittin (o eventualmente Samuel Costa) lottare per il podio. Raffaele Buzzi e Aaron Kostner hanno invece obiettivi più contenuti e, nel loro caso, sarebbe un trionfo concludere tra i primi venti. Nelle prove a squadre, l’Italia appartiene al gruppo delle outsider, anche se i valori in campo appaiono cristallizzati. L’obiettivo principale, sia nella staffetta che nella team sprint, è quello di entrare fra le prime sei. Se poi dovesse arrivare qualcosa in più, sarebbe tutto di guadagnato.

FOTO: La Presse

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