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Sci alpino, Luca De Aliprandini: “Voglio sfruttare le occasioni. In gigante è mancato un progetto. Il parallelo non è il futuro”

Luca De Aliprandini è il miglior gigantista italiano del momento. Il nativo di Cles è la punta di diamante di una squadra che sta cercando di risollevarsi dopo alcune stagioni difficili e dove proprio il 30enne azzurro è stato l’unico a mettersi in luce con dei risultati di valore. De Aliprandini si è raccontato ad OA Sport alla vigilia del parallelo di Lech, soffermandosi sulla stagione passata e su quella che sta veramente per cominciare. Non è mancato poi un commento su Marcel Hirscher e su quanto l’austriaco sia stato un dominatore all’interno del Circo Bianco.

Prima di tutto quali sono le tue sensazioni in queste ultime settimane in vista del vero inizio della stagione?
“Ci siamo allenati bene in questi giorni. In Val Senales abbiamo lavorato molto e dopo Soelden ho lavorato anche su più discipline. Oltre al gigante ho fatto anche un po’ di slalom e poi super-G e alla fine anche il parallelo in preparazione della gara di Lech”. 

Nell’opening di Soelden è arrivato un decimo posto. Come giudichi quel risultato? 
“Devo essere sincero, perchè per una delle prime volte ero amareggiato per un decimo posto. Chiaro che si vuole sempre essere tra i migliori e non bisogna mai disprezzare un piazzamento tra i primi dieci in Coppa, ma dopo essere tornato in albergo non ero cosi soddisfatto. Non ero al 100% e quindi mi porto a casa quel risultato con la consapevolezza che non ero al massimo, ma in futuro voglio fare assolutamente meglio”. 

Quali sono gli obiettivi per la stagione?
“Bisogna guardare gara per gara ed è difficile porsi un obiettivo a lungo termine, perchè viviamo alla giornata ed ogni settimana cambia qualcosa. L’obiettivo è quello di entrare tra i migliori sette dell’ordine di merito ed essere costante gara per gara. La stagione passata non è stata negativa, però se vado ad analizzare ogni gara capisco quante occasioni ho sprecato, su tutte ovviamente Adelboden, ma anche in Alta Badia con l’errore nell’ultimo tratto. Devo cercare di limitare gli errori ed essere sempre lì, sfruttando al massimo le occasioni anche per vincere”.

Adesso c’è il parallelo di Lech. Una gara che ti piace oppure anche tu sei critico come tanti altri tuoi colleghi?
“Se devo essere sincero preferirei fare un gigante in più. Lo scorso anno ci siamo trovati tra i migliori atleti per parlare e modificare questa gara, perchè a tanti non piace. Io spero e non credo che questo sia il futuro dello sci, perchè mi sembrerebbe abbastanza ridicolo. E’ una gara dove manca totalmente la preparazione atletica e la resistenza, che sono componenti fondamentali in un atleta. Per fortuna hanno deciso di cambiare il format portandolo a due manche nelle sfide ad eliminazione diretta, perchè è impensabile su una pista da sci trovare due parti uguali al centesimo”.

Solo gigante oppure è possibile vederti anche in superG?
No non lo farò per due motivi in particolare. Il primo perchè voglio dedicarmi solo al gigante ed il secondo perchè ho capito che per il mio corpo è meglio non farlo. Un conto è fare un allenamento ed un conto la gara. Inoltre la tempistica della gara è molto diversa da un gigante e mi toglie veramente tanta energia. A 30 anni con un po’ di esperienza ho capito che mi toglierebbe troppa energia per quello che mi darebbe”.

La squadra di gigante ha fatto fatica nelle ultime stagioni. Sai dare una spiegazione e trovare un motivo per questo momento negativo che dura da un po’?
“Sicuramente dopo lo squadrone di gigante con Blardone e Simoncelli eravamo abituati ad altro. Secondo me il buco che si è venuto a creare è perchè noi giovani siamo stati inseriti in squadra A senza un vero progetto, come invece è successo in altre nazioni. Non voglio dare la colpa a nessuno, però c’erano i forti e poi c’eravamo noi giovani. Non è una critica e hanno fatto bene a puntare su coloro che ottenevano risultati, però un po’ è mancato un progetto e può essere uno spunto per il futuro. Un altro fattore determinante è stato poi sicuramente che ogni anno abbiamo cambiato allenatore e quello, poco o tanto, fa sempre la differenza”.

Pintuarault e Kristoffersen sono i favoriti per la Coppa? Kilde ci può riprovare? Ti ha stupito la sua vittoria?
“Se si pensa alla Coppa del Mondo i primi due nomi sono loro. Però lo scorso anno quello che è successo nello sci sta capitando anche in altri sport, dopo che il più forte se ne è andato. Basti pensare a quello che è successo nella MotoGP con l’assenza di Marquez e la vittoria di Mir, quando invece avrebbe dovuto vincere Dovizioso pensando alla classifica della stagione precedente. Kilde si è meritato la coppa, anche perchè si è inventato una stagione fantastica in gigante e l’ha vinta assolutamente lì”. 

Semplicemente: cosa era Marcel Hirscher?
“Conoscerlo di persona e poi vederlo in gara sono due cose completamente diverse. Fuori è una persona educata, gentile e a volte sembrava quasi anche prendersi in giro, mentre in pista poi era una furia, un carrarmato che non avrebbe travolto anche un tir in pista. Lui forse non si rendeva nemmeno conto e nemmeno noi ci rendevamo conto di quanto fosse forte. Adesso che ha smesso ti rendi conto veramente di quello che lui ha fatto”.

Senza Hirscher ora le gare sembrano essere più aperte. E’ così?
“Il podio è tornato ad essere a 3 posti e non più a 2. Ci sono almeno dieci, ma anche quindici atleti che possono giocarselo. Anche io personalmente dopo che è andato via Hirscher non vedo più nessuno che mi è così tanto superiore. Prima correvamo insieme ad un fenomeno, mentre adesso tutti sanno che possono vincere e sono tutte sul filo”.

Il Mondiale di Cortina è un obiettivo? Pensi alla medaglia? 
“A Cortina è una gara secca e quindi bisogna arrivare pronti fisicamente, con i materiali giusti e anche mentalmente. Poi comunque ci sono anche più possibilità di fare medaglia a Cortina, perchè oltre al gigante ci sono il parallelo ed il parallelo a squadre, a cui vorrei partecipare per provare a vincere una medaglia”. 

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Foto: LaPresse

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