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Varazze Epic Swell, il racconto di Andrea Giana

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Andrea Giana racconta lo scatto che ha segnato un momento di svolta nella fotografia surf in Italia dopo l’epico mercoledì del 18 gennaio scorso a Varazze.

Tutti sanno ormai cosa è successo in Liguria la settimana scorsa e il particolare nella giornata di mercoledì 18 gennaio.

Una delle mareggiate più grosse e perfette degli ultimi anni ha regalato condizioni eccellenti in diversi spot della costa e le immagini prodotte in quella giornata continuano ad alimentare i social ancora oggi.

C’è uno scatto in particolare però che ci ha colpito, ed è lo scatto di Andrea Giana, fotografo di Varazze che ritrae Roberto D’Amico mentre percorre un tubo alla Secca di Varazze in posizione praticamente eretta, scatto da più di una voce definito il miglior scatto italiano di surf mai visto. Giudizio con il quale ci sentiamo di concordare.

Perchè ci ha colpito così tanto?

Il concetto è questo: Onda italiana. Surfer italiano. Fotografo italiano. E poi ancora, scatto dall’acqua, che aggiunge spessore ed enfasi all’immagine, e taglio internazionale, il tipo di scatto che siamo abituati a vedere solo su onde non italiane, grandi e con un tubo largo che permette di rimanere dritti in piedi sulla tavola e non accovacciati.

 
Roberto D’Amico nello scatto di Andrea Giana
 

Lo scatto di Andrea Giana rappresenta il punto d’incontro dei desideri, sacrifici, ricerche allo stesso tempo di un surfista e di un fotografo, ma anche il massimo godimento che può ricevere un appassionato di surf che si nutre di onde nostrane.

La summa di questi elementi si è materializzata mercoledì 18 gennaio a Varazze, quando la mareggiata con le giuste proporzioni e condizioni ha potuto creare tubi di dimensioni tali che si vedono poche volte in Italia.

Andrea Giana si è fatto trovare nel punto giusto al momento giusto sulla linea di Roberto D’Amico, congelando in un frame l’incontro di tutti gli elementi.

E’ uno scatto storico che segna un punto di svolta, non è lo scatto in sé come ha osservato lo stesso D’Amico, protagonista dello scatto, il valore della fotografia di Andrea Giana è rappresentato dall’essere la punta di un iceberg, il risultato finale di un lavoro durato anni e fatto di passione, sacrifici, dedizione e perseveranza.

 

Andrea Giana

 

Quanto ti ha reso orgoglioso leggere tutti i commenti positivi successivi alla pubblicazione della foto che ormai tutti conoscono? Quali emozioni ha scatenato in te?

I commenti sono relativi, sono orgoglioso di ogni passo fatto da qui a 12 anni di attività nella fotografia, la MIA fotografia.

Io amo il mio lavoro e dedico molto tempo a questo… Sia in modo solitario, perchè cerco di isolarmi cercando di trovare una linea di comfort con le mie idee e con la mia testa, ma anche confrontandomi molto con amici, colleghi e famiglia.

Se mi chiedi quali emozioni ha scatenato in me ti posso dire tranquillamente una parola: ADRENALINA. Secondo me è la parola chiave.

 

Onde double overhead e perfette che capitano solo quando tutti gli elementi sono allineati tra loro
 

Quanti anni hai dedicato alla fotografia e quanti in particolare alla fotografia dall’acqua?

Ora attualmente sono quasi 12 anni, ho studiato grafica pubblicitaria e mi sono specializzato poi in fotografia.

Ai tempi della scuola già ero in posizione davanti alle onde e nessuno mi ha mai levato il pensiero che un giorno sarei stato li a scattare dentro l’acqua.

Alla fotografia dall’acqua invece mi sono riuscito ad avvicinare un pò più avanti… nel Giugno 2020. Ho ancora molto da imparare.

 
Giovanni Evangelisti
 

Come ti sei appassionato alla fotografia surf?

Vengo da una famiglia molto sportiva e grazie alla passione per il surf di mio fratello più grande è iniziato questo grande amore, negli anni ’90 mio fratello cavalcava già le nostre onde liguri, poi io con il tempo e la nostra casa a due passi dal mare mi sono sempre più avvicinato a questo mondo… nei primi anni 2000 grazie anche al nostro surf shop di zona dove passavo giorni interi a consultare riviste o a sentire i più grandi raccontare le loro onde e dei “wipe out” che facevano al tempo.

Io non ho mai fatto surf ma pratico bodyboard… ora è da parecchi anni che con entro più in mare con una tavola perchè dedico ogni singola onda dentro al mio mirino della macchina fotografica.

 

Stefano Rospo

 

Si parla di sacrifici e dedizione, quali sono i sacrifici che hai fatto in questi anni per alimentare la tua passione e quanta dedizione è necessaria per ottenere buoni risultati?

La perseveranza, la grinta, l’amore… il mestiere del fotografo non è semplice, ci sono sempre alti e bassi ma secondo me la chiave sta nascosta sempre da qualche parte, una volta trovata però puoi sentirti più che fortunato.

Bisogna dedicare molto tempo a se stessi e a studiare la propria fotografia principalmente ma unita alla fotografia dei tuoi idoli in quel campo e cercare di farne una cosa tua.

Per quanto riguarda i sacrifici ne ho fatti molti ma tutti ben ripagati. sempre!

 
Roberto D’Amico in un altro sempre ragguardevole tubo
 

Quali aspettative o obiettivi avevi per la giornata di mercoledì 18 gennaio? Avresti mai immaginato la possibilità di ottenere un risultato simile?

Ho iniziato a studiare le previsioni già una settimana prima, nella shaping room del mio amico CJ davanti a una bella birra e ci scherzavamo su… erano quasi più di 5 anni che non si creava una circostanza del genere. Ci veniva da ridere, perchè qui in liguria le previsioni del vento e del mare cambiano in continuazione, ma giorno dopo giorno aumentava sempre di più.

A quel punto i peli delle braccia mi si sono rizzati e ho capito che poteva essere il giorno giusto per fare qualcosa di figo.

Successivamente mi ha scritto Roby D’Amico e poi anche Marlon Lipke: “Mercoledi sei dei nostri?” mi ha chiesto. Gli ho risposto: “Non chiedermelo neanche la mia risposta è SI!”.

 
Eugenio Barcelloni
 

Come siete riusciti a fare incontrare il talento del surfista, quello del fotografo, e l’onda perfetta tutti nello stesso momento?

Da parte di Roby e degli altri professionisti come Gony, Marlon ed Eugenio credo che il talento ci sia sempre stato ma da parte mia potrei dire che ho passato molto studio nello spot e nelle onde di casa mia… onde molto aggressive, potenti ed a volte indecifrabili.

Negli ultimi mesi ho studiato dove fosse meglio piazzarsi in acqua, con quali ottiche fotografiche entrare e la condizione migliore.

Non mi reputo un talento ma un appassionato che ama il proprio lavoro e cerca di farlo al meglio.

 

 

Quali sono gli scatti di Varazze da te realizzati negli anni che ti rendono più orgoglioso?

Quella che mi rende più orgoglioso è la mareggiata del 25 Gennaio 2021, in quell’occasione ho scattato la foto che mi ha fatto un pò mettere in luce su testate giornalistiche come la vostra ma principalmente per le mie due collaborazioni ancora attive con Surfline e MSW per cui lavoro ancora attualmente da quella data.

In quel giorno le mie foto sono entrate nella GOOD TO EPIC di Surfline.

 
Eugenio Barcelloni
 

Quali nuovi stimoli ti ha dato aver realizzato questo scatto?

Bellissimi stimoli anche se vorrei puntualizzare il mio essere molto umile, ma essere in quelle condizioni e con degli ATLETI, e ripeto, ATLETI del genere è stato molto emozionante.

Dopo averlo realizzato stavo nuotando in mezzo a quelle onde più alte di 3 metri con il mio scafandro e il mio caschetto… me lo ricordo come se fosse ieri… mi sono emozionato e mi sono messo a piangere. davvero impressionante che emozioni ti può dare la natura.

 


 

Quale attrezzatura hai usato per realizzare questo scatto?

Io uso ancora una Canon 7D MRK II, ha quasi 10 anni di scatti alle spalle e molte storie da raccontare, sto cercando di mettermi soldi da parte per una nuova attrezzatura perchè tutti i miei risparmi li ho investiti nello scafandro. La lente usata è un Sigma 10-20mm grandangolare.

A volte non è l’attrezzatura che fa il fotografo ma l’occhio e le idee che uniscono il tutto.

Come hai visto cambiare Varazze e i suoi frequentatori negli anni?

Varazze è il classico posto di mare che ci offre la possibilità di avere onde mai viste ma ultimamente la vedo un pò troppo piena di personaggi poco gradevoli che rendono il clima in acqua da felice a insopportabile e a volte non è piacevole.

Lo sport dovrebbe unirci, sempre con rispetto ovviamente ma senza rovinare la bellezza che ci circonda.

 

 

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