Salto con gli sci, scandalo tute norvegesi. Lindvik e Forfang rischiano la squalifica, ma la Fis fa una brutta figura
Nella giornata di lunedì 11 agosto, la Federazione Internazionale dello Sci ha comunicato le proprie decisioni ufficiali legate alla frode sportiva perpetrata dalla squadra norvegese di salto con gli sci durante i Mondiali di Trondheim, terminati a marzo. Le conclusioni sono state annunciate in un lunghissimo comunicato stampa.
Per farla breve, cinque persone sono state deferite al “Comitato Etico” e dovranno comparire di fronte a esso. Si tratta di due atleti (Marius Lindvik, Johann Andre Forfang) e di tre tecnici (l’ex capo allenatore Magnus Brevik, il suo assistente Thomas Lobben e il sarto Adrian Livelten). Sostanzialmente, sono stati chiamati a rispondere delle loro azioni i due saltatori squalificati immediatamente al termine della gara iridata dell’8 marzo per tute irregolari e i tre membri dello staff pescati con le “mani nella marmellata”, essendo stati immortalati da video trasmessi dalle televisioni tedesche mentre manipolavano le suddette tute.
Ora cosa succederà? Verrà formato un gruppo di tre persone, che costituirà il suddetto “Comitato Etico”. Questa triade ascolterà gli imputati e deciderà il da farsi. Le conseguenze concrete sono ancora tutte da valutare, deciderà il Comitato Etico. Si potrebbe arrivare alla squalifica degli atleti (che quindi – teoricamente parlando – rischierebbero di non poter partecipare ai Giochi olimpici 2026). Si potrebbe altresì optare per limitarsi a sanzioni pecuniarie.
Come si suole dire, “la montagna ha partorito il topolino”. Ci sono voluti cinque mesi per arrivare a stabilire che… queste persone devono chiarire la loro posizione! Il tutto, come riporta la Fis, ascoltando 38 testimoni ed esaminando 88 reperti. Poi ci si lamenta dei tempi della giustizia italiana! Si consenta di utilizzare il sarcasmo, perché la Fis nel frattempo ha fatto una figuraccia.
Tutti gli atleti norvegesi presenti ai Mondiali erano stati temporaneamente sospesi già a marzo. Una sospensione poi rimossa, che ha consentito a Lindvik e Forfang di gareggiare nei giorni scorsi a Courchevel, dove si è disputata la prima tappa del Summer Grand Prix. Un evento ufficiale che ha valenza di qualificazione ai Giochi olimpici.
Ebbene, Lindvik ha vinto la gara di sabato (ed è arrivato quarto in quella di domenica). Complimenti per il tempismo. Davvero si doveva aspettare l’11 agosto per annunciare quanto è stato annunciato? Alla luce di quanto (non) deciso, non era possibile accelerare i tempi e muoversi prima dell’inizio del Summer Grand Prix?
Perché, parliamoci chiaro, l’atteggiamento dei norvegesi – che recitano la parte degli agnellini – è discutibile. Però, forse, tutti i torti non li hanno. Sembra quasi che la Fis abbia aspettato volutamente per annunciare il processo proprio nel momento in cui i riflettori si sono riaccesi sulla disciplina. Solo un cattivo pensiero? “A pensare male si fa peccato, ma…” diceva Giulio Andreotti.
Nel mentre Brevik, Lobben e Livelten si sono assunti tutta la colpa dell’accaduto e sono già usciti di scena di propria volontà. Qualsiasi decisione nei loro confronti sarà ininfluente. Invece Lindvik e Forfang sostengono che le tute sono state manipolate a loro insaputa (una dichiarazione che qualunque addetto ai lavori non può ritenere credibile).
Tutte le altre domande, quelle più importanti, restano senza risposta. Da quanto tempo la Norvegia del salto con gli sci perpetrava la frode? È credibile che solo gli scandinavi si muovessero al di fuori delle regole, oppure altre nazioni facevano altrettanto? È credibile che solo le tute di Lindvik e Forfang siano state oggetto di manipolazione? Come e perchè è stata la TV a svelare l’accaduto, senza che nessun controllore si rendesse conto della palese irregolarità nell’equipaggiamento? La verità è che tutti gli attori coinvolti (Fis e atleti) si stanno muovendo male. Una brutta pagina di sport, comunque la si veda.