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Salto con gli sci, scandalo Norvegia. Spunta ‘un pentito’. Intanto, gli spettatori scappano

Giorno dopo giorno, le conseguenze dello scandalo che ha travolto la squadra norvegese maschile di salto con gli sci, divengono sempre più ampie. D’altronde, qualsiasi prorompente detonazione genera un’onda d’urto che si espande nel tempo e nello spazio, causando danni anche ben lontano dal punto dell’esplosione.

Un’ovvia ripercussione dell’accaduto è rappresentata dal crollo di popolarità della disciplina. Nei giorni scorsi, la Coppa del Mondo ha fatto tappa proprio in Norvegia. Ovviamente, gli appuntamenti di Oslo e Vikersund erano programmati da tempo e nessuno poteva immaginare che sarebbero stati disputati subito dopo l’incresciosa vicenda della frode sportiva perpetrata (almeno) durante i Mondiali di Trondheim.

Ebbene, giovedì nella capitale si è gareggiato di fronte a dei lugubri spalti pressoché deserti, sui quali si vedeva solo qualche appassionato proveniente da altri Paesi (tedeschi, sloveni e gli immancabili polacchi). Evidentemente turisti, oppure emigrati in Norvegia dalle rispettive nazioni d’origine.

Sabato e domenica le sempre emozionanti competizioni di volo con gli sci del Vikersundbakken, dominate dalla famiglia Prevc con Domen ad atterrare a 247 metri e la sorella Nika a realizzare il nuovo record del mondo femminile a 236, hanno registrato un brutale calo di affluenza (gli organizzatori lamentano un dimezzamento delle presenze).

Come se non bastasse, quando viene smascherato un sistema fraudolento su ampia scala, non mancano i “pentiti”. Fredrik Bjerkeengen, ex atleta poi diventato addetto ai materiali, ha rivelato alla testata VG che in passato era consuetudine trattare il tessuto delle tute con sostanze chimiche allo scopo di portare le loro performance aerodinamiche oltre i limiti consentiti dal regolamento. In particolare, si fa riferimento a una gara vinta da Marius Lindvik nel 2021. Ad opponendum della posizione norsk, la stessa fonte ha spiegato come venissero studiati escamotage per manomettere le scarpe, in maniera tale da guadagnare vantaggi aerodinamici illeciti in fase di volo.

Insomma, stando a quanto rivelato da Bjerkeengen si faceva di tutto per eludere i controlli e ingannare chi era preposto a effettuarli. Una scienza vera e propria, il cui unico credo era l’esasperazione dell’attrezzatura, cercando i metodi più fini per renderla più efficace possibile, ben oltre il lecito.

Nel frattempo, la squadra maschile è sostanzialmente azzerata. Cinque atleti (Lindvik, Forfang, Sundal, Johansson e Pedersen) sono stati sospesi dalla Federazione Internazionale e sono sotto indagine da parte di un comitato etico indipendente. Lo stesso vale per tre tecnici, compreso il capo allenatore e il sarto del team. Un sesto saltatore, Benjamin Østvold – sinora scampato alla tempesta – ha deciso di porre fine anticipatamente alla sua stagione, perché non ritiene di essere in condizioni psicologiche tali da affrontare gli impegni agonistici.

In conclusione, è evidente come la Norvegia del salto con gli sci si stia letteralmente disfacendo. La reputazione è rovinata; sui risultati di atleti come Lindvik (campione olimpico su trampolino grande nel 2022, campione del mondo di volo poche settimane dopo e vincitore della gara iridata 2025 su trampolino piccolo) è calata un’ombra oscura.

Soprattutto, l’intero salto con gli sci ha subito un danno d’immagine tremendo. Non solo tra i fiordi, però. In tutto il mondo. Se uno sport fa scalpore tra il pubblico generalista per uno scandalo più che per i suoi risultati, significa che si trova sull’orlo del baratro. Chi dirige le operazioni (e beninteso, lo fa bene) si trova di fronte a una rognosissima gatta da pelare.

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