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Salto con gli sci, c’è vita sul trampolino azzurro! L’Italia è tornata a germogliare?

La Coppa del Mondo di salto con gli sci ha mandato in archivio la prima parte della sua stagione. Tempo, dunque, di tracciare un bilancio preliminare del movimento azzurro. Quanto visto tra novembre e dicembre non può non essere giudicato positivamente, soprattutto per merito – Mirabile dictu – del settore maschile.

IL “BOOM” DEL SETTORE MASCHILE

Se, per assurdo, l’Italia decidesse di non partecipare più ad alcuna gara da qui a fine inverno, il 2022-23 passerebbe comunque agli archivi come la miglior annata agonistica dell’ultimo decennio! I saltatori italiani hanno già raccolto 104 punti, dopo averne complessivamente racimolati 34 nelle ultime cinque stagioni messe assieme! Peraltro, per trovare un piazzamento più nobile dell’ posto appena raccolto da Giovanni Bresadola a Engelberg, si deve tornare addirittura al dicembre 2011, quando Andrea Morassi si classificò ad Harrachov.

Più di una ripresa, si può quasi parlare di “Boom”. Parte del merito va ascritto al tecnico David Jiroutek, il quale ha preso in mano il settore dall’estate. Il quarantanovenne ceco, fratello maggiore di quel Jakub che ha guidato l’Italia dal 2009 al 2014, è un allenatore di conclamata esperienza, avendo diretto la Repubblica Ceca in tre diversi stint dal 2000 al 2020. Con un timoniere “quadrato”, gli azzurri hanno imboccato la giusta rotta.

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Senza dubbio Bresadola è uno degli atleti meglio adattatisi ai nuovi regolamenti relativi alle tute, ma non è solo una questione di materiali. Il trentino è da anni unanimemente considerato un grande talento e, rispetto al recente passato, ha dimostrato di essere evoluto. Non è più saltatore monodimensionale, ma si sta costruendo come atleta a tutto tondo. Dinamica fisiologica per un ventunenne, ammesso venga seguito e sviluppato in maniera puntuale, come sta evidentemente avvenendo.

Al riguardo è opinione di chi scrive che anche Francesco Cecon abbia tanto potenziale da sviluppare. Attualmente siamo ancora alla fase embrionale dello stesso, ma la sensazione ricavata da alcuni salti del ventunenne friulano è quella di avere di fronte un ragazzo dalle innate doti naturali per la disciplina. Al momento quel “potenziale” è però ancora tale. Serviranno abnegazione, pazienza e tranquillità per tramutarli in fatti. Il coetaneo Bresadola, pur con le doverose proporzioni legate alle differenti precocità e caratteristiche, testimonia come la crescita possa essere produttiva e debba essere progressiva, a patto di non essere forzata o essere disturbata da ingerenze esterne.

Si sono inoltre captati segnali dal pianeta Insam. La vita su di esso non è estinta. Si è tornati a vedere un saltatore, non più un atleta che “scendeva dal trampolino”. Bene così, perché si sta ricostruendo qualcosa dalle macerie agonistiche in cui l’altoatesino si era ridotto. Anche in questo caso, come in ogni ambito, serve pazienza. Nello sport di alto livello non si inventa nulla dall’oggi al domani.

TIMIDA RIPRESA FRA LE RAGAZZE

Anche in campo femminile si intravede qualcosa di buono, almeno se si posa lo sguardo su Jessica Malsiner. La più giovane delle due sorelle gardenesi ha marcato punti in quattro gare su cinque, attestandosi sempre tra la ventitreesima e la trentesima posizione. Buon segnale, poiché non solo fa trasparire solidità tecnica e stabilità di rendimento, ma denota un progresso rispetto allo scorso anno.

Certo, fra le donne l’embargo posto in essere contro la Russia ha un peso specifico maggiore rispetto al settore maschile, ma si tratta di una dinamica secondaria nell’esprimere la valutazione sulle prime uscite stagionali della ventenne altoatesina. La sua competitività è infatti superiore a quella del 2021-22. C’è, dunque, un rimbalzo verso l’alto.

Purtroppo non si può dire altrettanto della sorella maggiore Lara, plafonatasi in quella zona di classifica che va dalla quindicesima alla ventesima piazza. Per la verità, tra allenamenti e qualificazioni, si è visto anche qualche sprazzo da top-ten. La speranza è di riuscire a portarlo anche in gara, magari in contesti favorevoli. In tal senso, Villach e Ljubno potrebbero essere terreno fertile per un piccolo exploit. Proprio semplice non sarà, ma se tutto dovesse girare per il verso giusto non sarà neppure impossibile.

La chiosa finale può essere il manzoniano “Adelante Pedro, con juicio si puedes”. Avanti piano, ma con giudizio. È la politica seguita negli ultimi mesi e sta producendo germogli anche più rigogliosi del previsto, soprattutto fra i maschi.

Foto: La Presse

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