Carlotta Cambi: “Avevo messo l’animo in pace con la Nazionale. Conosco Velasco: sta pensando già al secondo oro olimpico”
Carlotta Cambi, campionessa olimpica e mondiale, è stata ospite a Volley Night, trasmissione che va in onda sul canale YouTube di OA Sport: la nuova palleggiatrice di Novara è una delle migliori interpreti del ruolo e punta a vivere una stagione da protagonista in Serie A1 ed in Nazionale.
A Novara l’azzurra è allenata da Lorenzo Bernardi: “Sicuramente ha la capacità di capire i giocatori, lui è stato un giocatore, quindi può capire tutte le fasi del gioco, dall’errore alla pressione per una partita, alla paura, cioè capisce tutte le emozioni che passa un giocatore. Questo secondo me è un plus, perché comunque tanti allenatori magari hanno giocato a pallavolo, ma non lo hanno fatto ai nostri livelli, e questo secondo me è un grandissimo punto a suo favore. Poi, ovviamente, ha un’esperienza ampia anche sulla pallavolo femminile, perché comunque ha lavorato insieme a Julio Velasco, quindi è un allenatore completo sotto tutti i punti di vista“.
Le vicissitudini in Nazionale: “Il mio percorso è un po’ particolare. Sicuramente dopo l’esclusione dopo il Mondiale del 2018, ho fatto solo un altro anno in Nazionale dopo, le Universiadi, quindi con il Gruppo B. Per me negli anni successivi era diventato un po’ un obiettivo quello di ritornare in Nazionale, con gli anni che passavano dopo il primo che non ero stata richiamata, così ho capito, ed ho anche preso consapevolezza del fatto che non dipende solo da quello che fai tu, dipende anche dalle scelte, dal fatto se all’allenatore piaci o non piaci, se sei utile, se non sei utile in quel preciso momento a quella Nazionale. Quindi io mi ero messa, devo essere sincera, l’anima in pace. Volevo solo fare bene l’anno del club e quindi ho scelto Pinerolo per essere tranquilla, per essere apprezzata, per lavorare con uno staff che comunque amava il mio gioco, che non sempre è capito. Ed ho scoperto che, probabilmente, non cercando sempre di fare qualcosa, ci si arriva da un’altra strada. Ecco, io ci sono arrivata essendo serena, mettendomi l’anima in pace con la Nazionale e decidendo di lavorare solo per il club, quindi questa per me è stata una grande scoperta, ed ho capito più avanti quello che avevo fatto“.
La vittoria della medaglia d’oro olimpica: “Vale tanto, ma vale tanto anche per la me più giovane, per la me più piccola. I sacrifici che io ho fatto sono partiti da quando avevo 15 anni, ed a quell’età il sacrificio non lo fai solo tu, lo fa la tua famiglia, nel lasciarti prendere determinate decisioni, nel lasciarti anche l’autonomia di prendere determinate decisioni. Oggi vedo spesso decidere i genitori per i figli: è chiaro che si ha un’età un po’ particolare, l’adolescenza, non sei ancora né grande, ma non sei nemmeno troppo piccolo per prendere determinate decisioni. Io lo dico spesso nei miei interventi, bisognerebbe che i genitori ascoltassero di più quello che i figli vogliono: i miei, fortunatamente, sarà che sono tutti sportivi, lo hanno fatto con me, e quindi questa medaglia mi ripaga, ma li ripaga anche di tutti i sacrifici che hanno fatto ormai 10-15 anni fa, non li conto perché sono troppi, quindi c’è dietro tanto. Non è solo la vittoria del momento, non è solo la gratificazione per me come atleta, ma c’è dietro tutta una storia“.
Il rapporto con le compagne più giovani: “Ai giovani d’oggi servono delle guide, e servono delle guide diverse da quelle che servivano a noi quando eravamo giovani. Semplicemente il mondo è cambiato, anche la comunicazione è cambiata, quindi secondo me servono degli esempi adatti a loro, adatti al fatto che loro riescano a capire determinate cose. A noi, faccio un esempio, serviva più la frusta, magari a loro serve più la carota, non lo so, faccio un esempio banale, però secondo me è cambiato il modo, quindi sì, servono sicuramente delle guide diverse rispetto a noi. Io se vedo impegno non sono una che va a punzecchiare, però a me in campo devi dare il 100%. Se vedo che tiri un po’ i remi in barca, io lo dico apertamente. Sono sempre stata di base una persona diretta, non mi nascondo, quindi sono una anche che a volte ferma il pallone, ferma il gioco, non mi nascondo dietro al fatto di farlo dire da qualcun altro. Se c’è qualcosa che non mi va bene, io lo dico e finisce lì“.
Da palleggiatrice occorre farsi trovare pronta anche a partita in corso: “Essere caldi, ma proprio a livello fisico. Io personalmente cerco di guardare la partita dall’esterno, come se fossi una persona che la sta studiando in quel momento, vedere le cose che stanno andando molto bene, vedere le cose che non stanno andando, e quindi di immaginarmi entrare e fare qualcosa di diverso. Quando entro cerco di farlo, poi è chiaro, dal dirlo al farlo, insomma, ci sono di mezzo anche un po’ di difficoltà, però questo è quello che faccio io quando sono in panchina, immaginarmi come se fossi una studiosa, che sta fuori a guardare quella partita dall’esterno senza farmi trasportare troppo dall’emozione. Per me è una sfida entrare e fare qualcosa di diverso, qualcosa di utile per la squadra, la prendo un po’ così“.
Il ritorno a Novara: “Io sono legatissima a Novara, per me è stata la stagione in cui l’allenatore ha deciso di farmi giocare tantissime partite da titolare, quindi dove ho assaporato il campo della A1 per la prima volta, poi è coinciso con il fatto che abbiamo vinto lo Scudetto, quindi per me è stato un anno veramente di crescita enorme. È chiaro che tornarci con delle responsabilità diverse è comunque una cosa diversa, però io quest’anno mi sentivo veramente pronta, quindi l’ho fatto anche con un po’ di leggerezza nel cuore, mettiamola così“.
Velasco punta già alle prossime Olimpiadi: “Io penso una cosa, conoscendolo in questi due anni, che lui in testa abbia Los Angeles, quindi tutte le scelte che farà da qui in avanti saranno pensate per arrivare a Los Angeles competitive per ritornare a giocarsi l’oro di nuovo, quindi da qui a dire quali sono i ruoli su cui metterà a mano è difficile, è veramente difficile. Lo scopriremo presto, immagino. Io ovviamente in questo momento do piena disponibilità alla Nazionale, quindi se se lui mi richiamerà io sarò sempre disponibile, vediamo cosa deciderà di fare. È anche vero che, per il discorso dell’età che avanza, secondo me nella vita soprattutto di una donna, a volte ci sono delle priorità ed a volte le priorità che sono magari le mie, non sono le tue, quindi, secondo me, per una donna di più rispetto ad un uomo, per ovvi motivi, a volte anche alzare la mano e dire ‘Io ho altro in testa’, secondo me può essere plausibile“.

