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Benetton Rugby, pari a Monigo: Ratave acciuffa gli Scarlets

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Di rabbia e di mestiere, all’ultimo respiro Ratave si tuffa nell’angolo. E poi la trasformazione di Umaga, dalla linea di touche con Monigo che prega. Sbilenca. Due punti, almeno Treviso non esce sconfitta, e dopo un match che ha lasciato più ombre che luci, e che dice ahinoi che il XV di Bortolami ha ancora tanta strada da fare, in questa Urc, e che il cantiere è ancora apertissimo in attesa del ritorno dei nazionali. Si può discutere all’infinito se l’ultimo calcio di Umaga siano due punti perduti o meno. La verità è che Treviso ha riacciuffato gli Scarlets dopo un ripresa bruttissima, nella testa e nell’esecuzione. Bene che prima dello scadere sia arrivato l’assalto del pack, più veemente che rigoroso, e che infine il Benetton abbia trovato la chiave per non uscire sconfitto alla prima di Monigo, evitando l’imbarazzo, anche al neo-presidente Duodo e al ct Quesada, in tribuna con diverse aspettative.

Come i 3.500 di Monigo - nessun pienone, orario infelice forse ma anche la coda delle due sconfitte di precampinato - hanno visto Snyman e compagni sciogliersi alla distanza, e perde la bussola. Non che il match fosse mica stato ipotecato, ma nel primo tempo, passato il grande spavento della meta annullata da gestire, sembrava che Treviso avesse trovato l’abbrivio giusto. E invece, pathos fino alla fine, prima della provvidenziale planata aerea di Ratave. E dentro e fuori il campo, segnali tutt’altro che positivi: Fekitoa che non gradisce la sostituzione, errori pacchiani, gioco aereo da dimenticare, la condizione che non è quella dei rodaggi precampionato, carenza di ball carrier e leadership.

E Scarlets che imprecano per le due mete annullate ai gallesi dal Tmo, entrambe a Murray. E forse va recuperata un po’ di umiltà, perché chi ben comincia è a meta dell’opera, e rinunciare a due calci piazzati da posizione facile per tentare la meta, sullo 0-0, è parso davvero azzardato. Sei giocatori sentivano la confidenza per provarci, allora c’è un problema di polso. In ogni caso, sulla verve di Lyangh, onnipresente, anche apertura, e sulla pressione difensiva il Benetton aveva segnato due mete, per affacciarsi alla ripresa con confidenza. La prima con Ratave, a finalizzare un lavoro del pack sulla linea di meta, la seconda con Smith, con una spettacolare azione tutta sull’asse Fekitoa, Zuliani e Spagnolo (tre tenuti strappati, terza aggiunta) coronata da un capolavoro di Umaga a liberare l’estremo. 12-0, ma gli Scarltes, che già seminavano il panico con gli avanti a due metri, non mollavano. Anzi. A pochi secondi dall’intervallo Genovese prende il posto di un acciaccato Chaparro. Ma i Leoni vengono colpiti centralmente dalla percussione di Page che schiaccia l’ovale in meta. Lloyd centra i pali e il primo tempo termina sul 12-7 per i biancoverdi.

Peccato aver sprecato una folata di Ratave – in avanti di Zanon; peccato aver incassato i punti all’ultimo giro di lancetta- Ma la ripresa è ancor peggio. via via Treviso si trova a difendere, capitola su un altro guizzo di Murray, lanciato dal suo flanker in cross kick, poi cede alla forza del pack. 15-14, non c’è reazione e i gallesi ne approfittano, con ude penalty. Vai gli innesti di Marin (centro) e di Odogwu, il filo del gioco si è smarrito e fioccano gli errori Lloyd capitalizzi ancora gli affanni dei Leoni in difesa. Appena torna su il Benetton non tiene continuità. Buon che prima della fine, da un tenuto strappato da Spagnolo arrivi la penaltouche da sfruttare: 4 minuti, poi il sospiro di Monigo. Strozzato. Restano due punti, su cui meditare. –

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