Valentina Rodini: “Una malattia mi costringe a smettere. Ma posso dare tanto al canottaggio anche da fuori”
La medaglia d’oro olimpica Valentina Rodini è stata la graditissima ospite dell’ultima puntata di OA Focus – Canottaggio, in onda sul canale Youtube di OA Sport. La canottiera nativa di Cremona si è raccontata a 360 gradi, parlando della sua avventura nel mondo del canottaggio tra trionfi e un dopo-carriera che sta già prendendo forma.
La chiacchierata parte proprio da questo punto. Ovvero l’elezione nella Giunta del CONI. “Dopo aver tentato la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, e non avendo centrato l’obiettivo, il presidente del CONI Malagò mi ha proposto di diventare ambassador a Casa Italia. Un gesto che ho visto come un vero e proprio riconoscimento per la mia carriera. In questo momento ho capito che si poteva fare molto anche non remando. Per questo motivo dal mese di novembre sono entrata nella mia Federazione come rappresentante degli atleti. Quindi si è materializzata l’opportunità di entrare nella Giunta del CONI. Mi hanno detto che il mio progetto era buono e doveva essere portato avanti. Il loro supporto e quello del presidente Malagò mi ha fatto sentire che potevo fare qualcosa non solo per i nostri atleti, ma per quelli di tutta la Nazione”.
La canottiera classe 1995 passa poi a raccontare il momento più alto della sua carriera, ovviamente la medaglia d’oro conquistata a Tokyo 2021 con Federica Cesarini nel doppio pesi leggeri: “Appena tagliato il traguardo ho vissuto tutto in silenzio. In pace. Non solo perché non c’era pubblico per colpa del Covid, ma per il momento in sé. Pensavo che scommetti per 4 anni su quella gara, ma nel complesso tutta la carriera. Può andare bene o male. Non dipende solo da te, ma anche dai rivali. Tu puoi fare tutto bene, ma le rivali non si sa mai. Tutti i tasselli devono essere a posto. Vincere, assieme a Federica poi, è stato un valore aggiunto”.
Le emozioni del post-Tokyo sono state davvero particolari: “Devo dire che è stato tutto tremendamente normale. La prima settimana non dormi, quello è chiaro, poi piano piano torni alla normalità. La barca è sempre la barca, i remi sono sempre i remi. Tutte ripartiamo da zero in gara. Si deve festeggiare, certo, ma quando ti togli la medaglia sai che devi ripartire da zero. Al momento del ritorno agli allenamenti si è sentito lo stacco, quello sì”.
Una carriera che ha regalato una grande gioia ma, che ora, sta vivendo un momento di ben altro tenore: “Sto smettendo – annuncia – Purtroppo ho una malattia che si chiama osteopenia che va a intaccare la membrana che ricopre le ossa. Per uno sport come il nostro, nel quale si forza molto sul costato, è un problema. Non è nulla di grave, l’abbiamo stoppata in tempo. Ad ogni modo, fallita la qualificazione a Parigi 2024 ho capito che posso dare qualcosa al canottaggio anche senza remare”.
Valentina Rodini oltre che grande canottiera è anche scrittrice di un libro: “Si intitola “Il bambino e il maestro”. Durante Tokyo 2021 stavo scrivendo un libro sul canottaggio. Però mi sono detta, perché non vado più sul generale? A quel punto ho scelto di scrivere qualcosa sui valori che mi ha dato lo sport. Su una persona che vuole diventare grande con i principi di vita che mi ha dato lo sport, accompagnato da un maestro. Perché tutti noi ne abbiamo uno, o tanti, da ringraziare. Nel mio caso sono parecchi. Dal primissimo, Gigi Arrigoni, a Franco Cattaneo, passando per tanti altri”.
Ultima battuta sulla carriera. Rodini la definisce in un modo ben preciso: “Fantasmagorica! Sono veramente felicissima di quello che ho ottenuto. Con Federica per tanti anni non riuscivamo nemmeno a raggiungere la Finale dei Mondiali. Poi è arrivato addirittura l’oro olimpico. C’abbiamo creduto così tanto che, forse, – sorride – il mondo si è allineato nella nostra direzione. Non c’è altra spiegazione”.
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