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Canoa e canottaggio piangono Maurizio Servadei

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Canoa e canottaggio piangono Maurizio Servadei

 MONFALCONE Il destino ha voluto che lasciasse la vita terrena nello stesso giorno di Giampiero Galeazzi, che con lui condivideva il passato da canottiere, la passione viscerale per il canottaggio e la canoa e, tratto non secondario, il fisico imponente che rendeva impossibile non notare la sua presenza sui campi di regata regionali. Maurizio Servadei, scomparso venerdì all’età di 62 anni, è stato una figura di spicco del movimento sportivo di remo e pagaia, avendo ricoperto figure di primo piano non solo nei consigli direttivi delle due società monfalconesi, la Canottieri Timavo e la Skcm, ma anche a livello federale, come presidente del comitato regionale della Federcanoa.

Canottiere di livello alla Timavo (se ne ricorda in particolare il suo contributo sugli equipaggi multipli, quattro di coppia e quattro con), aveva poi contribuito a dare i natali, come socio fondatore, alla Skcm, la società di kayak e canoa di Marina Nova. Per la sua passione e il suo contributo a entrambe le discipline era un unicum nel panorama locale, dove spesso i mondi di canottaggio e canoa si guardano in cagnesco, convinti ciascuno di una sorta di superiorità l’una sull’altra. Lui no, lui in questo era super partes, tanto da diventare, pur con quel carattere schietto e sincero che a volte gli creava problemi di rapporti nell’ambiente, il collante tra questi sport d’acqua che tanti campioni hanno regalato alla città anche grazie al lavoro di personaggi così.

Nato a Trieste nel 1959, ha trascorso la sua vita tra Ronchi e Monfalcone dove attualmente risiedeva. Era anche appassionato di pallacanestro (spesso lo si vedeva a bordo campo ad assistere alle partite della Falconstar) ed è stato un riconosciuto professionista sul lavoro grazie alla sua società che forniva disegni tecnici per le navi Fincantieri. «Sport e lavoro sono stati la sua vita – racconta Sergio Soranzio, che è stato vicepresidente della Fick regionale sotto la presidenza Servadei e che ha condiviso con lui tanti anni di percorso alla Canottieri Timavo – nella nostra attività era un instancabile, sempre presente. Nel mondo del lavoro è stato un grande professionista, un innovatore. Era un uomo che lottava sempre fino alla fine per difendere le sue idee anche a costo di arrivare allo scontro dialettico, ma avendo sempre come orizzonte quello che secondo il suo punto di vista era il bene dello sport, sia che fosse canottaggio, sia che fosse canoa. Sicuramente con “Bisteccone” Galeazzi avrà tanto di cui parlare, lassù». Cordoglio anche alla Skcm, dove era ancora dirigente. «Se ne è andato un amico, un compagno di avventure, una pietra miliare della storia della società – le parole di Moreno Lentini, che nel 1987 fondò con lui il sodalizio – spiccava per la sua intelligenza. Tre settimane fa eravamo insieme a una gara di canoa, la sua testa era sempre brillante, ma l’ho trovato molto affaticato nel fisico. Con lui i confronti erano spesso accesi, ma non si trascendeva mai nel rancore. Aveva un cuore grande, per questo era impossibile non volergli bene». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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