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E' il trionfo dello sci alpinismo, ma con troppa improvvisazione

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CORTINA. Tanta neve, una coltre bellissima in piste da sogno ma obbligatoriamente vuote. Gli impianti di risalita sono chiusi: lo ha imposto il Covid. Aperture? Se ne riparla a metà febbraio con mille dubbi. E intanto gli amanti dello sci cercano alternative. Nella stagione prigioniera del Coronavirus, è il trionfo dello sci alpinismo. Fuori posta da favola per nuovi adepti di uno sport faticoso e pericoloso per chi non conosce a fondo neve e montagna. Il Soccorso alpino lancia l'allarme: "Massima attenzione", predica a scialpinisti un po' fai-da-te. C'è chi si improvvisa maestro. E inato nei negozi spacializzati il materiale va a ruba.

IL FENOMENO

Arrivano i turisti fai da te: ciaspole e  sci d’alpinismo esauriti

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Boom di vendite di ciaspole e sci d’alpinismo. Nei negozi specializzati l’attrezzatura tecnica per il trekking sulla neve è introvabile. Effetto impianti di risalita chiusi? Molto probabile, ma non solo. Le abbondanti nevicate nell'inverno del covid hanno fatto venire l’acquolina in bocca anche a chi non saliva sugli  sci da anni. Ma gli amanti della neve, abituati a sedersi in seggiovia per arrivare in quota, quest’anno hanno dovuto attrezzarsi con ramponi o pelli di foca. Sicuramente si fa più fatica.

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Però, in periodo di Covid, non ci sono alternative per frequentare la montagna innevata. Proprio per questo motivo gli scaffali dei negozi di articoli sportivi sono quasi vuoti. Al centro “Sportler” di Calalzo le ciaspole sono letteralmente andate a ruba. «Al momento abbiamo quasi finito tutta l’attrezzatura da offrire al cliente. Non ci resta che aspettare il carico che ci dovrebbe arrivare, nei prossimi giorni, dal magazzino centrale. Si fatica addirittura a trovare un kit completo anche per lo sci d’alpinismo, composto da sci, scarponi e attacchi. Trovare gli scarponi adatti resta la cosa più difficile».

Le stesse parole arrivano dalla catena Kiwi sport. «Purtroppo, o per fortuna, siamo riusciti a vendere tutte le ciaspole», dicono le commesse del negozio in via Tiziano Vecellio. «I ramponcini, però, ci hanno stupito. Non avremmo mai pensato di venderne così tanti. La cosa che più ci dispiace è non poter più accontentare tutti i clienti che, ogni giorno, entrano nei nostri negozi e tornano a casa a mani vuote».

VIDEO. Pianificare una gita in sicurezza

Sicuri in montagna, come pianificare una gita in sicurezzafoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

L’abbigliamento tecnico non è da meno: anche questo è molto richiesto. Lo testimonia il negozio Free Time di Cencenighe. «In questo periodo di restrizioni abbiamo registrato un notevole aumento di interesse verso il mondo dell’outdoor, in tutte le sue forme», confermano dall’attività agordina. «Siamo un negozio tecnico, ma abbiamo avuto modo di lavorare sia con i clienti storici sia con un pubblico nuovo. Questo vuol dire che abbiamo avuto a che fare con un maggior numero di clienti che cercavano il capo d’abbigliamento adeguato per fare una passeggiata in tutta comodità».

«In questo periodo così particolare», aggiungono le commesse di Kiwi sport, «possiamo dire di aver lavorato bene. Non è una cosa da poco. Questo ci dà anche la forza per guardare avanti, sperando sia la buona occasione per far amare la montagna anche a chi non la frequentava così spesso». Anche su internet le ciaspole sono andate a ruba. L’e-commerce di Decathlon ha attualmente disponibile solo un modello, altri siti specializzati mettono a disposizione un limitato ventaglio di possibilità di acquisto. —

I SOCCORRITORI

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Neve poco stabile e rifugi chiusi: il Soccorso alpino lancia l’allarme

I fondisti, gli scialpinisti e i ciaspolatori sono i benvenuti sulle montagne innevate. «Ma attenzione», avverte Alex Barattin, capo della delegazione provinciale del Soccorso alpino. «Oltre i 1800 metri sta nevicando, gli impianti sono chiusi, nessuna area è stata messa in sicurezza, quindi è saggio aspettare che la nuova coltre bianca si assesti prima di attraversarla, almeno nei punti più delicati».

VIDEO. Le regole base per il freeride

Sicuri in montagna: le regole base per il freeridefoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

Manca anche il supporto prezioso dei rifugi, sentinelle in un territorio che ha bisogno della presenza di tante anime per soccorrere chi dovesse trovarsi in difficoltà. Quante volte proprio da un rifugio è partito l’allarme per un escursionista che non era arrivato all’orario previsto? E quante volte gli stessi rifugisti sono partiti, zaino in spalla, per andare ad aiutare chi si era infortunato?

Con gli impianti di risalita chiusi, poi, vengono a mancare tutti quei punti di primo soccorso sul territorio, lasciando così al solo sistema 118 il compito di intervenire in caso di necessità. rinunciare piuttosto che rischiare Pochi presìdi. Un territorio che nasconde insidie. L’attenzione in montagna, in questo periodo, deve essere massima.

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Renzo Minella, presidente degli impiantisti associati all’Anef, conferma che tante piste sono state battute nelle scorse settimane, ma che nei prossimi giorni vanno affrontate con «estrema prudenza». L’Usl, dal canto suo, ricorda che la disponibilità di assistenza negli ospedali ovviamente c’è, ma è limitata, compresa quella delle ortopedie.

«Dovrebbero essere di monito», continua Barattin, «le due tragedie in Val Travenanzes e sul Pordoi. Ogni uscita va preparata scrupolosamente, perché non è permesso sbagliare. Nulla si deve dare per scontato. I bollettini della neve e delle valanghe non vanno solo letti, ma rispettati. Si è più intelligenti a rinunciare, o a fermarsi, piuttosto che a rischiare di andare avanti. Bisogna portare tutte le protezioni possibili e nello zaino anche la strumentazione, dall’artva alla pala».

SKI-MOUNTAINEERING-WORLD-CUP (Madonna de Campiglio - Italia)

Gli appassionati di escursioni in montagna, con le ciaspole o gli sci d’alpinismo, potranno praticare queste attività anche al di fuori del comune di residenza nelle Regioni gialle e in quelle arancioni, come il Veneto. Il rischio è che centinaia di escursionisti si riversino sui pendii innevati, perché non è vietato.

«È un grande passo avanti», riconosce Lio De Nes, una delle più autorevoli guide alpine e di scialpinismo, «perché queste sono discipline d’ambiente dove non è difficile mantenere il distanziamento. Ma è indispensabile attrezzarsi di tutta la strumentazione di soccorso. Quando si parte, bisogna essere consapevoli che l’eventuale valanga non ti chiede se sei un esperto o no. Ed è purtroppo dimostrato che ha colpito anche i più esperti». preparare le gite

VIDEO. Come si effettua la risalita in scialpinismo

Sicuri in montagna: come si effettua la risalita in scialpinismofoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

Che cosa fare a tavolino prima di partire? «Primo: scegliere la gita adeguata alle condizioni meteo-climatiche e nivologiche, alle proprie condizioni psico-fisiche e tecniche e a quelle del gruppo», risponde Barattin. «Poi controllare il buon funzionamento dell’artva con particolare riguardo alla carica delle batterie, verificare che la sonda da autosoccorso funzioni correttamente e che la pala sia in ordine. Terzo: ascoltare e studiare le indicazioni del bollettino nivo-meteorologico locale. E scaricare (se non già fatto) la app GeoResQ che garantisce un migliore allettamento del sistema 118/Soccorso Alpino».

Comportamenti precisi: «Durante tutto il percorso bisogna valutare con estrema attenzione ogni singolo pendio che si attraversa», suggerisce De Nes. «In casi sospetti è saggio effettuare un test di stabilità del manto nevoso; se l’esito è positivo (distacco su minima sollecitazione) sospendere la gita».

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E se si è travolti? «Mantenere la calma, aprire gli attacchi e ogni altro vincolo possa determinare un effetto ancora (sci, bastoncini, snowboard, ciaspole)», dice Barattin. «Infine ancorare saldamente lo zaino a protezione del dorso». Lo scialpinista travolto deve tentare di galleggiare opponendo, per quanto possibile, resistenza attiva alla neve. «L’attenzione in questo contesto della montagna dev’essere doppia», conclude De Nes, «proprio perché non sono aperti rifugi e impianti e per farsi raggiungere, elicottero a parte, ci vuole più tempo.

IL MAESTRO

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«È una formazione molto faticosa ma dobbiamo essere affidabili»

Luca Sala, 23 anni, ha scalato per la prima volta il monte Pelmo all’età di 9. Lo ha accompagnato lassù il padre Marco, che gestisce il rifugio al passo Staulanza. «Sul Pelmo ci sono stato anche con gli sci da alpinismo. Così pure sul monte Civetta», racconta. Non c’è vetta, sulle Dolomiti, che Luca non abbia scalato. Dopo il diploma all’istituto alberghiero, si è appassionato così tanto delle alte quote che oggi è “aspirante guida alpina”. Ha infatti frequentato il corso interregionale.

VIDEO. Cosa portare con sé nei trekking

Sicuri in montagna: cosa portare con sé nei trekking invernalifoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

«È una fatica unica, che tra selezioni, formazione, corsi, prove tecniche, e via elencando, richiede cinque anni di tempo. Ed è forse giusto che sia così, perché le guide devono essere super affidabili». È proprio questo il suo sogno: accompagnare i clienti («È una brutta parola, ma ormai li chiamiamo tutti così», si scusa) a godere della bellezza dell’arrampicata sulle montagne più belle del mondo.

«Se si ha fortuna, diventa una vera e propria professione, un mestiere anche ben remunerato. Però ci vuole tempo, ci vuole preparazione continua e, oltre alle conoscenze tecniche, non possono mancare quelle culturali, storiche, perché l’accompagnato vuol sapere tutto dall’accompagnatore sulla montagna che sta sfidando».

VIDEO. Come chiamare i soccorsi

Sicuri in montagna: come chiamare i soccorsifoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

La pandemia ha riservato amare sorprese alle guide e agli accompagnatori di montagna in genere. L’estate è andata molto bene, ma soltanto nei mesi di agosto e di settembre. «Perché», spiega Luca, «sono fiducioso? Perché ho riscontrato che ci sono sempre più appassionati che si fiondano sulle Dolomiti e che chiedono un accompagnamento non solo lungo gli spigoli delle Tre Cime o di altre vette, ma anche sui sentieri in qualche misura più impegnativi. Si tratta, insomma, di una sensibilità nuova che sta maturando. Bisogna saperla cogliere e coltivare senza fretta».

Quest’estate, insieme ad alcuni amici, Sala è stato sul Monte Bianco, dove ha sviluppato tre giornate intense di arrampicata, non proprio così facile. Suo padre Marco, al momento di salutarlo alla partenza, gli ha raccomandato: «Luca, non farti catturare dalla fretta, dalla voglia di strafare».

«Proprio questa», ammette Sala, «è la filosofia che vorrei far passare anche ai miei futuri clienti. La montagna, soprattutto nelle sue espressioni più straordinarie, va apprezzata con la lentezza necessaria. Almeno quassù non bisogna correre».

Luca Sala sa già che fare la guida alpina vuol dire fatica. E tanta responsabilità. «La scuola che stiamo facendo ci sta maturando anche in questa consapevolezza. Una nuova coscienza dell’arrampicata, più in generale di frequentare le terre alte, non solo le alte quote».

PROVE IN QUOTA

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Valdobbiadene eccelle nell’anno dello sci alpinismo

È l'anno dello sci  alpinismo. «I negozi hanno esaurito gli sci da alpinismo», spiega Davide Geronazzo, presidente dello Ski Alp Valdobbiadene e membro della commissione regionale di questa disciplina, «Ci stanno provando davvero in tanti e per esperienza so che la maggior parte di quelli che lo praticano per la prima volta poi non smettono più. Negli ultimi anni la carenza di neve aveva causato un calo di competizioni, per le quali serve anche un allenamento molto impegnativo, sia in salita che in discesa. Quest'anno invece tanti hanno provato e chissà che tra loro emergano anche agonisti di valore. Certo, tra praticare lo sci alpinismo e farci delle gare c'è una bella differenza».

Proprio per promuovere lo sci alpinismo tra i ragazzi tra i 13 e i 18 anni, la federazione regionale ha messo in piedi il progetto "Skialp Road to the future", in collaborazione con le Guide alpine del Veneto, di cui domenica 31gennaio si disputa la seconda prova a Pianezze, sopra Valdobbiadene.

Il progetto è rivolto a giovani che sappiano già sciare e prevede di fornire a tutti i partecipanti il materiale tecnico per provare lo sci  alpinismo. Per prenotazioni e informazioni bisogna contattare la referente veneta Federica Ruzzante al 328.2928320.

***

(a cura di Alessia De Marchi)

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