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Impianti chiusi per il Covid e niente attività: così il Judo si sposta in strada e i più piccoli combattono la solitudine e la rabbia

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Impianti chiusi per il Covid e niente attività: così il Judo si sposta in strada e i più piccoli combattono la solitudine e la rabbia
PORDENONE. Bisogno di incontrarsi, di stare insieme, ma anche di far scorrere le proprie emozioni, le tensioni che covano silenti per un futuro e una libertà che tardano ad arrivare. C’è questo e molto alttro nella vita di bambini e adolescenti. Se la scuola è un bisogno primario, anche lo sport e l’attività fisica lo sono, così come l’incontro e la condivisione di giochi e sfide con i propri coetanei.
 
Tutte necessità che l’emergenza Covid ha ridotto se non congelato. E, allora, se gran parte delle società sportive sono state costrette a chiudere gli impianti e con essi le e porte ai bambini e ragazzi, fatta eccezione per gli allenamenti garantiti agli agonisti, c’è chi si è rimesso in gioco e, senza arrendersi agli ostacoli della burocrazia e delle regole, ha cercato di offrire alternative.
 
A Pordenone, nel quartiere di Villanova, dove sporte e sociale da sempre si mescolano, anche per l’esigenza di creare coesione in un quartiere in cui storicamente convivono tante differenze, le società, con buona volontà e un po’ di ingegno, stanno cercando di fare la loro parte. Non solo il calcio che da sempre si svolte all’aperto – con il Villanova calcio(Festa in piassa Asd) che ha riorganizzato gli allenamenti per consentire anche ai più giovani di allenarsi, pur senza partite e attività di contatto –, ma anche le arti marziali, discipline che, nell’immaginario collettivo, siamo abituati a vedere nelle palestre.
 
La Polisportiva Villanova asd, oltre a garantire gli allenamenti agli atleti in palestra, ha deciso di fare qualcosa per i bambini, aprendo le porte “della strada”. «La situazione che ci veniva e ci viene segnalata dalle scuole e dalle famiglie – raccorda Edoardo Muzzin, per tutti Dudu – era ed è di disagio per i bambini. Passano molte ore in casa, anche a scuola l’educazione fisica è ridotta all’osso per cui diventano molto nervosi e aggressivi. Abbiamo deciso di fare qualcosa e così abbiamo iniziato a fare allenamenti all’aperto con i bambini fino a undici anni. Abbiamo acquistato dei manichini (dummies) in Germania che permettono di simulare i combattimenti, non potendo naturalmente far fare attività di contatto». Vengono rispettate le distanze, il materiale è sanificato, vengono seguite tutte le prescrizioni del caso (mascherine eccetera), ma facendo attività all’aperto, come da studi sul Covid, si scongiurano i contagi.
 
«Nelle ultime settimane – spiega Muzzin –, abbiamo visto arrivare bambini che praticavano abitualmente altre discipline, proprio per il bisogno di riappropriarsi di uno spazio che a quell’età è importantissimo. Non tutti i genitori accettano, c’è chi ha paura che comunque i figli si ammalino stando all’aperto con temperature fredde, ma in generale l’attività sta ottenendo riscontri positivi. A Villanova siamo fortunati perché lo spazio non manca, si tratta di vedere con occhi diversi quello che facevamo prima, ma si può fare».
 
La polisportiva collabora da tanti anni con le scuole primarie del quartiere per cui ha il polso della situazione sullo stato dei più piccoli. «Quello che gli insegnanti ci dicono – prosegue sempre Muzzin – è che c’è molto nervosismo nei ragazzini, anche bambini che sono sempre stati tranquilli iniziano a mostrare reazioni di insofferenza e mancanza di disciplina». Questo anche perché al di fuori della scuola e dello sport non hanno valvole di sfogo. «È completamente cambiato l’approccio delle famiglie – riflette l’educatore –. Raramente ragazzini escono nei parchi a giocare tra loro eppure le aree verdi non mancano. Se l’attività, anche il gioco, non è organizzata, non viene praticata».
 
E non è un caso che Muzzin, per spiegare questa nuova avventura della polisportiva sui social, abbia fatto questo confronto: «Il Judo che viene in aiuto dei ragazzi nei momenti difficili. Una volta li toglieva dalle strade, oggi li fa uscire di casa. Una storia che si ripete. Cambiano i tempi e le circostanze ma la passione rimane la stessa, dopo tanti anni». E la strada, in questo caso, diventa un’alleata dei più giovani.
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