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Medves tra i 12 convocati al ritiro di Ostia: «Bello allenarsi e con Kenny mi diverto»

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Medves tra i 12 convocati al ritiro di Ostia: «Bello allenarsi e con Kenny mi diverto»

I 12 azzurri della squadra olimpica di judo sono stati convocati al primo collegiale di questa “semiripresa” post coronavirus e, fra loro, c’è anche l’udinese Matteo Medves, che lo scorso 20 giugno ha festeggiato il 26º compleanno. Il centro olimpico federale di Ostia riapre così i battenti ai suoi atleti di punta che, da lunedì 13 luglio, saranno i primi ad alloggiarvi e fruire dei servizi mensa e palestre.

«Stiamo elaborando un nuovo protocollo sanitario per consentire agli atleti del “Progetto Tokyo” di iniziare gli allenamenti con contatto, nel rispetto, ove applicabile, delle linee guida del Ministero dello Sport», ha precisato il presidente federale Domenico Falcone. «È una bellissima notizia poter tornare al centro olimpico – ha commentato Medves – e segue quella che già ci ha consentito di tornare all’attività in caserma, pur nel rispetto di regole che pongono limiti evidenti agli allenamenti».

Sembra un’eternità, ma risale soltanto a un anno fa il capolavoro di Medves, quando era stato capace di conquistare la seconda medaglia d’argento ai campionati d’Europa, a Minsk, salendo sul podio dei 66 kg. Un argento continentale per due anni consecutivi non è cosa da tutti, così come le quattro vittorie infilate nella capitale bielorussa, con avversari tostissimi come lo sloveno Gomboc, che lo sconfisse in finale l’anno prima a Tel Aviv, o il georgiano Margvelashvili, al tempo numero 1 della classifica mondiale.

«Questa volta – ammette Matteo – ho potuto festeggiare il compleanno senza pensare alla dieta ferrea di un anno fa. Ed è stata tutta un’altra cosa. Nonostante le tante, e giuste, limitazioni, la pausa forzata mi ha consentito di fare cose che in condizioni normali non avrei potuto».

Ad esempio? «Ricordo benissimo come mi sentivo quando mi svegliai il 20 giugno di un anno fa, stavo da cani. C’era ancora un chilo da togliere e zero energie per farlo. Poi andò tutto bene, ma la sofferenza di quei momenti ha impresso un solco profondo».

Un risultato che, eccezionalmente, valse due medaglie, in quanto gli European Games furono fatti coincidere con il campionato d’Europa. E il ricordo di Matteo Medves è ancora nitido, anche perché arrivato nel giorno del compleanno. È trascorso oltre un anno, però, anche da quando Matteo ha preso casa a Ostia, a due passi dalla caserma e dal Centro Olimpico.

È lì che ha potuto offrire ospitalità al neo “collega” Kenny Bedel, talentuoso 19enne dello Shidokan Pordenone, arruolato da poco, ma lasciato a piedi dall’emergenza. «Ce la passiamo bene – ha aggiunto Matteo –, siamo sempre insieme e, avendo per ora un solo allenamento al giorno, ne approfittiamo per uscire e rilassarci.

La caserma si è ripopolata e si sta in compagnia, anche se sempre nel rispetto delle regole. Siamo tutti in attesa di capire quando si potrà riprendere completamente, programmi quindi se ne fanno pochi. Udine? Mi manca, ormai da sette mesi, e non vedo l’ora di riabbracciarla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

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