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L’Italia è grande: Emanuela Pierantozzi, due volte regina del mondo e argento olimpico nel judo

Emanuela Pierantozzi è sicuramente uno dei judoka italiani più forti e vincenti di sempre alla luce di una stupenda carriera ricca di successi, anche se le è mancato solo l’oro olimpico per entrare di diritto nel gotha dello sport azzurro a tutto tondo. La bolognese ha infatti stabilito un primato nazionale molto significativo che resiste tutt’oggi e che sarà molto complicato da eguagliare in futuro considerando l’elevatissimo livello del judo attuale globale. Pierantozzi è l’unica italiana (uomini compresi) ad aver vinto due titoli mondiali nel judo, mentre le altre tre atlete capaci di salire sul gradino più alto del podio iridato si sono fermate ad un solo trionfo.

Nata il 22 agosto 1968 a Bologna, Emanuela si affaccia per la prima volta al judo che conta a livello internazionale nel 1988 con un fantastico oro ai Campionati Europei Senior di Pamplona nella categoria -66 kg ancor prima di compiere vent’anni. Un paio di settimane più tardi, a inizio giugno, si impone anche a Trieste conquistando il primo dei suoi 6 titoli italiani (5 nei 66 kg, uno nei 72 kg) e riscattando il secondo posto dell’edizione precedente. La stagione successiva è quella dell’esplosione definitiva ad altissimi livelli sempre nei -66 kg, con la tripletta di medaglie d’oro vinte nell’ordine ai Campionati Italiani di Chiavari, agli Europei di Helsinki e soprattutto ai Mondiali di Belgrado battendo in finale la campionessa olimpica in carica Hikari Sasaki.

Il mirino, a quel punto, è puntato in particolar modo sul Mondiale 1991 e sulle sue prime Olimpiadi, in programma nel 1992. L’emiliana si presenta così al via della rassegna iridata di Barcellona, dopo aver raccolto due mesi prima a Praga un bronzo europeo, con l’arduo compito di difendere il titolo mondiale ottenuto due anni prima scrivendo così una nuova pagina della storia del judo italiano. Emanuela è inarrestabile, si sbarazza di un avversaria dopo l’altra e arriva in finale, in cui batte anche la temibile cubana Odalis Revé-Jiminez mettendosi al collo un memorabile secondo oro iridato. Il suo percorso di avvicinamento ai Giochi Olimpici è devastante: nel 1992, grazie al trionfo ottenuto a Parigi nella rassegna continentale, giunge alla sua prima Olimpiade da campionessa mondiale ed europea in carica nei -66 kg. L’obiettivo non può che essere l’oro, ma la bolognese questa volta ha la peggio contro la rivale cubana Revé-Jiminez nell’atto conclusivo ed è costretta ad accontentarsi della medaglia d’argento dopo un cammino comunque esaltante.

Successivamente l’azzurra non riesce più a confermarsi stabilmente come la migliore del lotto nella sua categoria prediletta, uscendo di scena agli ottavi sia al Mondiale 1993 in Canada (contro l’estone Viktoria Gordeeva) sia al Mondiale 1995 in Giappone (con l’americana Liliko Ogasawara) e conquistando altre tre medaglie europee (due argenti ed un bronzo) senza però tornare a trionfare. L’Olimpiade di Atlanta 1996 purtroppo non fa eccezione con Emanuela che esce sconfitta all’esordio contro la tedesca Anja Von Rekowski a testimonianza di un quadriennio meno sfolgorante rispetto al precedente.

La felsinea, a 28 anni, si lancia così nel terzo e ultimo quadriennio olimpico della carriera portando a casa due medaglie d’oro, alle Universiadi (secondo successo) e ai Giochi del Mediterraneo, importanti per riprendere un po’ di fiducia. A Parigi, nel 1997, Pierantozzi torna sul podio mondiale dopo sei anni di digiuno con un terzo posto di grande valore al termine di un torneo in cui perde solo ai quarti con la coreana Min-Sun Cho (campionessa olimpica e iridata in carica) collezionando ben cinque vittorie complessive. A partire dal 1998 vengono rivoluzionate le categorie di peso ed Emanuela opta per i -78 kg (i -70 kg erano “presidiati” da Ylenia Scapin) senza eccellere particolarmente nei grandi eventi fino ai Giochi di Sydney 2000. In Australia, all’ultima recita di una carriera già sensazionale, la campionessa azzurra chiude in bellezza centrando un meraviglioso bronzo ottenuto sconfiggendo la cubana Diadenis Luna per ippon (strangolamento) nel match decisivo per la medaglia.

erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Fijlkam

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