Carolina Melgrati nella LPGA, un sogno diventato realtà
Il viaggio da Mobile in Alabama ad Atlanta poi verso Milano Malpensa e quindi a Carate in Brianza, la sua casa. Un viaggio col sorriso stampato sul suo bel viso, un viaggio della felicità perché non solo si torna a casa ma soprattutto si torna con in tasca quel traguardo che rappresentava un sogno, che rappresenta una svolta, il pass, la “carta” per il LPGA tour 2026, il circuito professionistico delle lady.
Carolina Melgrati, 23 anni, sarà sul tour professionistico assieme a Benedetta Moresco a rappresentare il golf italiano nel 2026, grazie al 17 posto ottenuto con 280 (68 70 71 71, -6) colpi nel LPGA Q-Series Final Qualifying Stage disputato al Magnolia Grove Golf Club, sui due percorsi del Crossings Course (par 72) e del Falls Course (par 71), a Mobile in Alabama, dove il torneo, a causa del maltempo, è stato ridotto da 90 a 72 buche. Alla finale era approdata superando due Stage. Nel primo si è piazzata al 27° posto all’Indian Wells Golf & Country Club, di Indian Wells in California, poi nel secondo al 29° sul Plantation Golf & Country Club di Venice, in Florida.
“Significa molto – ci dice Carolina dalla sua casa in Brianza circondata dall’affetto di papà Riccardo (il suo caddie) di mamma Roberta e del fratello Carlo (giovane golfista azzurro) – è un sogno che si realizza, il raggiungimento di un traguardo che mi ero prefissata, un obbiettivo che era stato anche il motivo che mi aveva spinto a trasferirmi in Arizona per quattro anni per perfezionare il mio golf e conseguire la laurea in “science Business Administration – Business Management”.
Un percorso quello verso la carta del LPGA iniziato a settembre e che Carolina ripercorre con la mente senza tralasciare dettagli.
“Nel primo stage a Indian Wells, – ci dice Carolina – non avevo ancora ben presente cosa andavo a fare. Mi sentivo incerta, forse pensavo fosse più semplice e sono partita con troppa ansia. Non ho giocato molto bene il primo giro nonostante arrivassi da un mese di lavoro dove avevo avuto buone sensazioni. Decisamente meglio il secondo giro, dove sono entrata meglio con la testa e sono andata in crescendo. Terzo giro invece bene. Dovevo fare meno due per passare il taglio e ho fatto meno due. Ripensandoci potrei dire che ho fatto il minimo sindacale per qualificarmi al secondo stage”.
“Nel secondo stage a Venice in Florida a metà ottobre – continua Carolina nel suo racconto – ho iniziato subito bene girando -4. Un giro che mi ha dato fiducia che mi ha fatto dire “So giocare ancora a golf”.
Ma le insidie erano dietro l’angolo.
“E’ sì, purtroppo – risponde secca Carolina – perché nel secondo giro mi sono letteralmente “incartata” condizionata anche dalle non favorevoli condizioni meteo ma ho cercato di non combinare disastri. Sicuramente meglio nel terzo giro che ho chiuso con un – 2 che mi ha portato a scalare la classifica in vista dell’ultimo e decisivo giro. Inizio da infarto l’ultima tornata con un doppio bogey e subito un altro bogey che mi fanno sprofondare fuori dal taglio. Reagisco e infilo tre birdie consecutivi che mi consentono di chiudere le prime nove buche in par. Nelle seconde nove un bogey, un paio di birdie poi il grande rischio alla 17 dove salvo di fatto un doppio bogey imbucando da oltre quattro metri in costa. Chiudo a – 4, quanto basta per entrare tra le qualificate alla finale, ma che rischi…”
E arriviamo a Mobile, in Alabama, sui due percorsi del Magnolia Grove. Finale prevista su cinque giri, 90 buche.
“E si comincia subito male – ribatte Carolina – perché il primo giro viene subito cancellato causa maltempo, pioggia battente e campo praticamente allagato. Il giorno successivo ho la febbre ma decido di giocare senza particolari aspettative cercando di produrre il meglio che posso. Freddo e campo addirittura in alcuni punti quasi ghiacciato ma chiudo bene con un – 3 che mi consente di entrare subito nella top ten. Il secondo giro è condizionato dalla pioggia che dalla sette in poi non ci da tregua. Chiudo comunque con un – 2 di giornata che mi permette di salire a – 5 e consolidare la posizione in classifica. La terza giornata inizia malissimo – continua nel suo racconto Carolina – Pronti sul tee della uno veniamo rispedite in club house causa pioggia. Si riparte nel pomeriggio già sapendo che non avremmo potuto chiudere causa oscurità ma parto bene e nelle cinque buche giocate infilo due birdie che mi portano a – 7 nella generale. Il giorno successivo nel completamento del terzo giro pasticcio un po’, chiudo in par ma scendo in classifica tra la 15esima e la 17esima posizione. Un’ora dopo la chiusura del terzo, dopo che ci hanno comunicato che non ci sarà il quinto giro, parto per l’ultimo e decisivo round che si sarebbe comunque completato il giorno dopo. Le prime nove le chiudo a +1 e questo mi porta ai margini del taglio col rischio di buttare tutto quanto di buono avevo fatto sino a quel momento. Vado a dormire con la pressione di sapere che mi sarei giocata tutto nelle ultime nove il giorno dopo.”
Le ultime nove buche diventano quindi da dentro o fuori?
“Proprio così – risponde Carolina Melgrati – A far crescere ulteriormente la pressione arriva la decisione di ritardare la partenza perché c’è il sole ma il campo è ghiacciato. Finalmente riparto dalla 1 (il giorno prima aveva giocato dalla 10) e comincio subito con un bogey. Mi sono sentita molto giù in quel momento, demoralizzata. Mi ha tenuta tranquilla mio papà Riccardo, il mio caddie, che mi ha detto di aspettare le opportunità che sicuramente ci sarebbero state. Alla due, un par tre, la palla del possibile birdie si ferma sul bordo e rimane li. Alla tre sfioro nuovamente il birdie. Finalmente alla quattro birdie, alla cinque birdie, alla sei par, alla sette nuovamente birdie, e li ho capito che avevo ritrovato non solo il mio golf ma anche la classifica. Ho cercato nuovamente il birdie alla otto ma la palla, come sulla due si è fermata sul bordo. Alla nove ho cercato di giocarla in tranquillità ma non nascondo che l’ho giocata con un po’ di ansia e l’ho chiusa con un par ma avevo visto che ero dentro il taglio e ho cercato di sciogliere l’ansia che mi aveva attanagliato. A mio papà ho subito detto, se non passo il taglio, mi ero già detto che una cosa del genere non la rifaccio certamente. Invece ce l’ho fatta”.
Ma entrare dalla porta principale nel LPGA tour cosa significa Carolina?
“Beh, oltre alla grande soddisfazione e gioia significa sicuramente una maggiore esposizione mediatica che può favorire anche l’avvicinamento di qualche sponsor, una serie di agevolazioni riservate alle giocatrici del tour come l’assicurazione medica garantita da LPGA, ritrovare una amica come Benedetta Moresco con la quale abbiamo condiviso gran parte del percorso in Nazionale”.
Sarete le uniche due italiane presenti nel circuito
“Sì e anche questa è una bella soddisfazione – continua Carolina- Benedetta ha già giocato quest’anno e sarà per me anche una sorta di riferimento per la sua maggiore esperienza. Poi, ripeto, siamo buone amiche e abbiamo già viaggiato molto insieme negli anni in azzurro e questo è già un buon punto di partenza per questa nuova esperienza”.
Al tuo fianco come caddie hai sempre avuto tuo papà Riccardo. Cosa significa per te?
“Mi da grande sicurezza e tranquillità – dice Carolina – l’ho avuto anche all’Augusta National Women’s Amateur dove quest’anno sono entrata tra le 32 che hanno poi girato sull’Augusta National, il campo del Master maschile. Averlo al mio fianco, – prosegue Carolina – mi aiuta moltissimo anche perché io, allo stato, decido molto con la mia testa e in questo lui riesce ad assecondarmi. Sul circuito sicuramente dovrò prendere un caddie professionista ma per il momento non ci voglio ancora pensare”.
Carolina Melgrati ha giocato a Augusta già tre volte. La gara a inviti riservata a sole 72 golfiste, il meglio delle classifiche amateur mondiali, ha visto la giovane brianzola classificarsi in 25esima posizione nella classifica finale della gara di quest’anno, unica italiana (le altre erano Caterina Don e Francesca Fiorellini) ad aver superato il taglio e ad essere ammessa al giro finale sul campo del National dove si disputa il Master Tournament, primo major stagionale maschile.
La carta per il LPGA arriva dopo quasi 18 anni di golf e un percorso agonistico di una decina di anni iniziato sul campo del Golf Milano (circolo di affiliazione) proseguito sul campo di Franciacorta e poi in Arizona.
“È stato un bel percorso – ci dice ancora Carolina Melgrati – perché sono passata dalla maglia azzurra della Nazionale a quella dell’Arizona University e ho avuto la possibilità di giocare davvero su una infinità di campi. E di questo devo anche ringraziare i miei allenatori, i miei maestri: Alberto Giolla, Enrico Trentin e Gregory Molteni oltre al putting coach Roberto Zappa. E in America coach Chuck Cook. Sono quelli che mi hanno aiutato a crescere e a migliorarmi. Oltre naturalmente alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto”.
Nella sua carriera da amateur Carolina Melgrati ha ottenuto diverse importanti vittorie, tra le quali il Campionato Nazionale Cadette nel 2017 e nel 2018, il Campionato Nazionale/Trofeo G.Silva e nel Trofeo Nazionale ragazze/Trofeo Marazza nel 2020.
Nella foto: Carolina Melgrati
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