Andy Murray stacanovista: golf, business, teatro, bambini… tutto tranne Wimbledon
Alla vigilia di Wimbledon 2025, il nome di Andy Murray risuona ancora forte nel mondo del tennis britannico, ma non per la sua presenza sui campi dell’All England Club. L’ex numero uno del mondo, ritiratosi dal tennis professionistico, ha dichiarato al The Guardian di non avere alcuna intenzione di assistere al torneo: «Non ho alcun piano per andarci. Non lavoro lì. Non vado a vedere il tennis da tifoso. Ma se uno dei miei figli volesse andare, ovviamente lo porterei. Oppure, se un britannico arrivasse in finale, allora sì, ci andrei».
Una scelta che riflette il carattere schietto di Murray, oggi più attivo che mai… ma lontano dai riflettori del circuito. Il tre volte campione Slam ha trovato una nuova dimensione nella vita post-carriera, divisa tra l’impegno sociale, gli investimenti, la passione per il golf e, sorprendentemente, il teatro.
Un campione per i più piccoli
Murray ha recentemente partecipato a un progetto promosso dalla LTA e dal governo britannico, che ha portato al recupero di oltre 3.000 campi da tennis pubblici in soli tre anni. Un’iniziativa che lo ha visto scendere in campo – stavolta da coach – con i bambini della scuola elementare di West Byfleet.
«Amo vedere i bambini divertirsi su un campo da tennis», ha detto con entusiasmo. «Quando ero piccolo, molti campi nei parchi vicino a casa erano impraticabili. Questo tipo di investimenti è fondamentale. Se vuoi nuovi campioni, è da qui che bisogna partire».
Un impegno che Murray accompagna anche nel privato, seguendo i primi passi tennistici dei suoi figli, pur ammettendo con ironia: «Non sono dei grandi tennisti. Ma mia figlia maggiore ha vinto il suo primo match di scuola, e siamo rimasti sorpresi dal suo livello».
Dall’erba sacra all’erba del green: Murray si allena a golf
Andy Murray ha trovato un nuovo terreno di sfida nel golf, a cui si dedica con sempre maggiore serietà. Il suo handicap è sceso da 7 a 1.9, con l’obiettivo dichiarato – e ambizioso – di diventare giocatore scratch (handicap zero) entro un paio d’anni.
Murray ha partecipato a diversi eventi prestigiosi, tra cui una giornata di golf organizzata proprio in questi giorni da Wimbledon, accanto a colleghi ed ex campioni del tennis come Carlos Alcaraz, Alex De Minaur, Lleyton Hewitt e Tim Henman – quest’ultimo, ancora oggi, secondo Murray, è «l’uomo da battere» sui fairway.
Nel 2024 ha anche preso parte al BMW PGA Championship Pro-Am, uno degli appuntamenti più noti del golf britannico, giocando in squadra con il golfista professionista Robert MacIntyre. In quell’occasione ha stupito pubblico e addetti ai lavori con colpi solidi da oltre 260 yards, salvataggi dal bunker e un gioco di ottimo livello, tanto da meritarsi i complimenti degli stessi professionisti del circuito.
La nuova ondata britannica: occhi puntati su Draper
Sempre attento allo sviluppo del tennis britannico, Murray ha elogiato l’ascesa di Jack Draper, oggi tra i protagonisti del circuito ATP: «Non sono sorpreso che sia arrivato a questi livelli. L’ho visto crescere, ha un grande gioco: è potente, mancino, con un dritto esplosivo e un rovescio solido. Ha avuto tanti problemi fisici, ma ora è finalmente integro e la sua classifica rispecchia il suo valore».
Murray, tuttavia, evita di dare consigli pubblicamente ai giovani: «So quanto possa essere difficile ricevere commenti pubblici da ex giocatori. Quello che direi a Jack, lo direi in privato, magari parlando con lui o con il suo coach».
Murray inoltre guarda con ottimismo allo stato di salute del tennis britannico. Oltre a Jack Draper sottolinea i progressi di Jacob Fearnley, che dopo il college si è rapidamente avvicinato alla top 50, e il buon momento del settore femminile con Emma Raducanu, Katie Boulter e Sonay Kartal, tutte stabilmente tra le prime 50 del mondo.
Un entusiasmo che sembra giustificato anche dai numeri: nel tabellone principale di Wimbledon 2025 ci saranno ben 23 tennisti britannici – 11 uomini e 12 donne – il numero più alto dal 1984, secondo BBC Sport. Di questi, solo 1 però è entrato dalle qualificazioni, 14 grazie a wild card, e 7 direttamente grazie al ranking.
Business e nuovi orizzonti: Murray investitore
Archiviata la carriera da tennista, Andy Murray ha scelto inoltre di mettere a frutto la sua determinazione in un altro (ennesimo) campo: quello degli affari. Poco tempo fa, l’ex numero uno del mondo è entrato ufficialmente nel mondo del venture capital, assumendo il ruolo di associate partner presso Redrice Ventures, un fondo di investimento con base a Londra, noto per puntare su realtà innovative che spaziano dal pet food sostenibile alle borracce ecologiche.
Non è una novità assoluta per Murray: nel 2018 aveva già collaborato con Redrice partecipando a un investimento nel marchio sportivo Castore. Da allora ha continuato a diversificare i suoi interessi, che oggi comprendono un elegante hotel di lusso in Scozia, una società legata al padel tennis e una partecipazione nella piattaforma di crowdfunding Seedrs.
A spiegare la sua scelta è lo stesso Murray, in un’intervista al Sunday Times:
«Allontanarsi dal tennis non è semplice, soprattutto quando è stato il centro della tua vita per così tanto tempo. Ma ho visto cosa può succedere ad altri atleti che, una volta ritirati, si ritrovano senza uno scopo. Ho 38 anni, è troppo presto per considerarmi “in pensione”. Avevo sempre immaginato di dedicarmi maggiormente ai miei progetti imprenditoriali una volta finita la carriera, e adesso è il momento giusto. Metto la stessa energia e la stessa voglia di riuscire che avevo in campo.»
Dulcis in fundo… protagonista a teatro
C’è però un lato ancora poco noto del Murray post-tennista: quello da attore teatrale. Sta infatti per concludersi proprio oggi, a Wimbledon, la sua tournée “Andy Murray: Centre Stage”, un progetto ibrido tra monologo, sport e spettacolo che lo ha portato in giro per il Regno Unito. Un viaggio personale e ironico attraverso la sua carriera, le sfide con gli infortuni, le rivalità con Djokovic, Federer e Nadal, e la vita fuori dal circuito.
Il tour – accolto con entusiasmo da pubblico e critica – rappresenta un nuovo modo per Murray di raccontarsi e connettersi con i fan, anche lontano dal campo da tennis.
Tra impegno sociale, fairway, palcoscenico, investimenti, monologhi teatrali, iniziative per i più piccoli — e persino una fugace parentesi da coach di Djokovic di cui, comprensibilmente, non parla più nessuno — Andy Murray continua a essere una figura centrale nello sport britannico. Anche se, almeno per ora, lo si vedrà più facilmente in un teatro o su un campo da golf che a bordo campo a Wimbledon.