Monte Rei, una meraviglia alle porte dell’Algarve
Era il 1966 quando l’architetto inglese Sir Henry Cotton disegnò “Le Meridien Penina”, il primo campo da golf dell’Algarve, la regione più meridionale del Portogallo. E’ passato oltre mezzo secolo dalla costruzione di quel tracciato realizzato su una vecchia risaia e oggi l’Algarve, che adesso conta una cinquantina di percorsi, è diventata una delle mete golfistiche più conosciute e apprezzate d’Europa grazie anche alla bellezza del territorio. Le grandi spiagge, le falesie dorate a strapiombo sul mare, il paesaggio selvaggio delle colline nell’interno, i pittoreschi villaggi di pescatori sulla costa, sono solo alcune delle attrazioni di una regione che ogni anno accoglie circa 10 milioni di turisti. Nella maggior parte provengono dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dalla Scandinavia, tutti paesi, tra l’altro, dove il golf ha una notevole diffusione. Sono proprio i golfisti di queste nazioni che riempiono le liste dei tee time dei percorsi dell’Algarve dove negli ultimi decenni gli investimenti legati al golf, con la realizzazione di un buon numero di campi e di resort, sono stati molto consistenti. Si calcola che il numero dei “round” che ogni anno vengono giocati sui percorsi di questa regione si aggiri attorno a 1,5 milioni. La varietà del disegno e la bellezza delle “location” dove sono stati costruiti i campi, molti dei quali portano la firma degli architetti più prestigiosi, attirano flotte di golfisti da tutta Europa e non solo. Non a caso l’aeroporto di Faro, nella parte orientale dell’Algarve, è il secondo scalo del Portogallo, dopo quello della capitale Lisbona, per numero di passeggeri. A meno di un’ora di macchina da Faro, in direzione del vicino confine con la Spagna si trova il campo più rinomato della zona e dell’intero Portogallo, nonché inserito tra i 100 percorsi più belli del mondo dalla rivista americana Golf Digest. Il Monte Rei Golf & Country Club è ai piedi della Sierra Calderone, un gruppo montuoso non molto imponente (la vetta più alta non supera i 600 metri) che si frappone come una barriera tra l’oceano e l’interno, favorendo quel mite clima mediterraneo che caratterizza l’intera regione per gran parte dell’anno. La Sierra Calderone è caratterizzata da brulli rilievi collinari sui quali spuntano qua e là tratti di vegetazione mediterranea. In questo particolare contesto naturale nel 2007 il grande Jack Nicklaus ha disegnato le diciotto buche di questa una gemma golfistica che si contraddistingue per la spettacolarità del paesaggio e per la qualità di un disegno che ha interpretato al meglio le caratteristiche del contesto naturale. Il Monte Rei è l’unico percorso del Portogallo griffato “Jack Nicklaus Signature”, cioè il massimo livello di progettazione che l’Orso d’Oro assegna alle sue creazioni, una sorta di “stella Michelin” golfistica che viene riservata solo ai migliori percorsi tra gli oltre 400 disegnati da Nicklaus in tutto il mondo. In effetti il risultato ottenuto, unito a un’altissima qualità della manutenzione, è di straordinaria bellezza sia per impatto scenico che qualità tecnica del tracciato. Ogni buca è un capitolo a sé che regala incantevoli scorci panoramici e la perfezione del design. Il campo è decisamente mosso con diversi dislivelli e trasferimenti piuttosto lunghi che rendono indispensabile l’uso del cart che, infatti, è compreso nel costo di un green fee non sicuramente a buon mercato, ma in linea con i servizi offerti e la qualità del campo. Nicklaus ha disegnato quasi tutti i tee (ce ne sono per tutte le abilità golfistiche) in posizione sopraelevata proprio per dare al giocatore il senso di una spettacolarità che viene accentuata dal contrasto tra il verde curatissimo dei fairway e la natura selvaggia che fa da contorno. Un aspetto che colpisce è il numero e la forma dei bunker presenti sul tracciato. Sono enormi con la sabbia bianchissima e ognuno di loro, anche quelli che appaiono in una posizione insignificante, risulta sempre in gioco qualora i colpi non siano ben indirizzati. Il loro disegno e il loro dislocamento sul tracciato hanno anche una funzione scenografica che aggiunge spettacolarità al colpo d’occhio che si presenta al golfista. La lunghezza del percorso misura oltre 6.500 mt dai tee più arretrati con l’acqua che entra in gioco in undici delle diciotto buche. La sequenza delle buche si distacca un po’ dal lay out classico presentando otto par 4, cinque par 3 e cinque par 5. La scelta della “signature hole” è un’impresa molto difficile, ma compiendo uno sforzo, sapendo di fare un torto alle altre, il riconoscimento lo si può assegnare alla buca 14, uno splendido e difficile par 3, che dai back tee misura 180 metri, con un green messo di traverso e protetto frontalmente da un ampio ostacolo d’acqua. Non passano inosservate, però, la 13, un par 4 in discesa con il fairway che si insinua come un serpente dentro una valle contornata da rocce e vegetazione autoctona, oppure la 9, un par 3 con il green al centro di una serie di bunker che lo circondano a creare una difesa che punisce i colpi appena fuori linea. La buca finale è più spettacolare che difficile. E’ un par 5 non lunghissimo con un green, piuttosto piccolo, che si inoltra a penisola in un grande lago che costeggia tutta la buca. Con i suoi fairway ampi e con gli ostacoli sempre bene in vista, il campo può apparire non troppo difficile, ma la presenza dei tanti bunker e la velocità dei green possono sempre complicare le cose. La decisione più importante che spetta al giocatore, però, è quella di scegliere il battitore più adatto alle proprie capacità golfistiche, altrimenti i problemi arrivano a grappoli. Su questo campo, man mano che lo si gioca, si ha l’impressione di aver appena visto la buca più bella del tracciato. Invece appena arrivi sul tee di quella successiva ci si accorge che bisogna subito cambiare giudizio. Inutile sottolineare l’altissima qualità della manutenzione che si può apprezzare sin dall’arrivo sull’attrezzatissimo driving range dove sono presenti anche le ampie aree di pratica per gli approcci e per il putting green. Al golfista più esigente non potrà sfuggire che in queste due zone ci si allena con palline da gioco di qualità. Allo stesso livello del campo c’è anche una splendida clubhouse con servizi a 5 stelle dal ristorante agli spogliatoi. Il progetto del Monte Rei Golf & Country Club prevede la realizzazione di un altro percorso, sempre firmato da Jack Nicklaus, e il completamento dell’insediamento residenziale previsto.
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