Tempo di formazione per i professionisti di PGA Italiana
Con l’intento di offrire agli associati strumenti utili per migliorare le proprie competenze, il prossimo 2 dicembre PGA Italiana organizza il suo meeting annuale nelle sale del Golf del Ducato, a Sala Baganza (Parma). Tutti italiani i contributi della giornata, con un confronto tra coach e giocatori sull’evoluzione dell’insegnamento negli ultimi quarant’anni, così come il punto di vista di chi era in campo nei grandi tornei dello stesso periodo.
Tra gli altri, intervengono con doppio ruolo Massimo Scarpa, Massimo Florioli (con il figlio Marco), Federica Dassù, Federica Piovano, Alberto Binaghi, Emanuele Canonica. Raccontano le loro esperienze di coach anche Alain Vergari, Nicolò Bisazza, Andrea Zanardelli, Matteo Del Podio. Quella di giocatore, il giovane Gregorio De Leo, che tre anni fa passava professionista, pronto a scalare le tappe del golf europeo dall’Alps Tour al Challenge e da qui al tour maggiore, con carta d’accesso appena conquistata per la prossima stagione.
A Parma si parlerà anche di vista, visione e visualizzazione (a cura del pro Eugenio Grosso), aspetti meno esplorati della performance. E poi del fattore mentale, con Giulia Sergas (The Mental Golf Type) che ha giocato quindici anni nel circuito americano, e con Beppe Mazzotti, autore del libro «La preparazione mentale del giocatore di golf e non solo».
The Coach Alliance, poi, propone dei corsi per l’inverno nell’ambito di una nuova collaborazione con il Learning Institute di CPG (Confederation of Professional Golfers), l’Associazione che riunisce 28 PGA nel mondo, tra cui quella italiana. TCA si propone di realizzare programmi educativi moderni per migliorare gli standard degli insegnanti di golf.
Ed ecco sul tavolo la prima winter session con una serie di sei webinar tenuti da nomi ben noti nel mondo del coaching. Per esplorare le nuove opportunità offerte dall’insegnamento online (Me and My Golf); per scoprire percorsi e metodi di coaching di personaggi come Sean Foley, Denis Pugh e Steve Giuliano, che si sono guadagnati la fiducia dei migliori giocatori al mondo, oppure il metodo scientifico applicato da Lee Cox alla velocità del bastone, punto centrale dello swing moderno. E per chi lavora con agonisti juniores, la preziosa esperienza di Andreas Kali.
Infine, il prossimo 5 dicembre all’Università di Perugia si terrà un corso con crediti formativi a disposizione degli studenti: quando il numero degli iscritti ha raggiunto quota 307 (abitualmente 50-70 per corso) è stato messo un tetto alla partecipazione.
Un record. In cattedra ci sarà anche PGA Italiana con il suo presidente Ascanio Pacelli e con due coach di grande esperienza, Niccolò Bisazza e Andrea Calcari. Con loro, due docenti della facoltà di scienze motorie e sportive, Andrea Biscarini (presidente del corso di laurea) e Angelo Belotti.
Un solo giorno ma intenso, per capire da dove viene e dove sta andando il golf, storia e implicazioni scientifiche, tecnica del gesto e tecnologie per analizzarlo, nuovi metodi di insegnamento e aspetti funzionali della preparazione atletica; non ultimo, quale management per un circolo di golf secondo l’esperienza di Ascanio Pacelli, general manager presso il club di Terre dei Consoli (Viterbo). E poi una prova pratica in palestra.
Un assaggio per gli studenti, ma quanto basta per rendersi conto delle molte implicazioni che questa disciplina sportiva e il suo mondo portano con sé. Tanto da immaginare che un giorno non troppo lontano ci si possa iscrivere a una facoltà di golf, che coinvolga medicina dello sport (scienze motorie), giurisprudenza (diritto sportivo), economia (management sportivo), ingegneria elettronica (brevetti e device), scienze agrarie e ambientali. Per la formazione delle professionalità che operano nel settore sarebbe un indubbio salto di qualità.
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