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Golf, Aberg al comando dopo due giri dello US Open. Magia di Francesco Molinari che passa il taglio con una buca in uno all’ultimo respiro!

Golf, Aberg al comando dopo due giri dello US Open. Magia di Francesco Molinari che passa il taglio con una buca in uno all’ultimo respiro!

L’impresa di giornata, e forse del torneo, porta la firma di Francesco Molinari. L’azzurro passa il taglio allo US Open 2024 grazie ad una buca in uno al par 3 della 9, la sua 36esima e ultima buca. Un par non bastava, un birdie non bastava: servivano due colpi guadagnati in una buca, l’unico modo per giocare anche il weekend era imbucare il tee shot. E così il torinese è diventato il primo giocatore della storia ad entrare nel taglio in questo torneo con un ‘ace’ all’ultima buca del secondo giro. In tutto questo al comando c’è Ludvig Aberg, che sta già riscrivendo la storia, e domenica potrebbe farlo ancora di più (unico giocatore a vincere il titolo alla prima apparizione è stato Francis Ouimet nel 1913).

Lo svedese, classe 1999, passato professionista da neanche un anno, gioca già da veterano ed è assolutamente una stella affermata. In un Pinehurst complicatissimo la sua solidità da tee a green e la qualità nel gioco corto lo issano al comando con uno score complessivo di -5, chiudendo la seconda giornata in 69 colpi dopo il 66 d’apertura. Tre birdie e un bogey su un percorso preparato in maniera estrema, con green e pendenze ad uscire sui quali è praticamente impossibile fermare la pallina nei pressi della bandiera. Basti pensare che sono appena in 15 sotto par dopo 36 buche, e il taglio appunto è caduto 5 colpi sopra il par; comunque punteggio tipici da US Open.

Seconda posizione da dividere per tre a -4: Thomas Detry, Bryson DeChambeau e Patrick Cantlay. Il belga è uno dei migliori di giornata con il suo 67, e dopo i tre birdie dalla uno alla cinque (lui che è partito dal tee della dieci) si era addirittura portato in testa da solo, salvo cedere un attimo nel finale perdendo due colpi nelle ultime tre buche. Il vincitore dello US Open di quattro anni fa è invece uno dei pochi a completare entrambi i giri sotto par, con un gioco che, nonostante le dichiarazioni, è sempre rivolta all’attacco e si traduce in quattro bogey e cinque birdie per un parziale di -1. Chiude il venerdì in 71 Cantlay, leader dopo la prima giornata, che commette qualche errore in più rispetto al giro d’apertura soprattutto con il putt, ma è bravissimo dopo i due colpi persi alla otto a non arrendersi ed a rimanere assolutamente in contention.

Chi battaglierà nel weekend per vincere un Major dieci anni dopo l’ultimo è Rory McIlroy, con il nordirlandese che va più in difficoltà rispetto all’esordio, ma contiene i danni e con il 72 del secondo giro è terzo pari merito. Per lui sono due i colpi di distacco dalla testa, proprio come per lo statunitense Tony Finau (oggi solido 69) e il transalpino Matthieu Pavon. Il francese era in testa con Aberg fino alla 9, sua ultima buca di giornata, in cui purtroppo è incappato in un doppio bogey che non lo farà dormire sereno. Ottava posizione in solitaria per il giapponese Hideki Matsuyama, con il punteggio totale di -2. Il nipponico è stato il migliore del venerdì di Pinehurst, trovando un giro in 66 bogey free, fatto che su questo campo in 4 edizioni negli ultimi 25 anni si è verificato meno di dieci volte.

Chiude la top-10, al nono posto, con lo score totale di -1 un drappello di sette giocatori tutt’altro che tagliati fuori dalla lotta per la vittoria: il coreano Tom Kim (68), l’inglese Tyrrell Hatton (71), lo svedese Tom Widing (68), il canadese Corey Conners (70), e gli americani Xander Schauffele (69), Akhsay Bhatia (71) e Zac Blair (69). Detto della magica conclusione di ‘Chicco’ Molinari, è l’unico azzurro a superare il taglio, con il torinese che giocherà così il suo ottavo weekend in quattordici apparizioni nel Major statunitense. Chissà che questa ‘hole in one’ non possa riportare un po’ di brio al gioco dell’azzurro, che forse aveva bisogno di una scarica di adrenalina per provare a dare un senso a un paio d’anni di difficoltà assolute.

Anche oggi il copione sembrava essere lo stesso degli ultimi anni, buon livello ma troppi errori, che si traducono in colpi persi che allontano l’obiettivo. Lampanti i tre lasciati sul campo dalla 2 alla 8, con le occasioni da birdie invece sciupate. Oggi il putt, storico tallone d’Achille, ha salvato spesso l’unico italiano vincitore Major, mentre i ferri al green sono stati un problema. Tutto cancellato dalla favolosa conclusione, una buca in uno (53esima nella storia dello US Open e 4a alla buca nove) che sarà ricordata nella storia. Non saranno della partita negli ultimi due giri Edoardo Molinari e Matteo Manassero. 

Il primo, dopo aver fatto sognare nel primo giro occupando per parecchio tempo le zone alte della classifica, si complica la vita nelle ultime buche del giovedì e nelle seconde diciotto cala alla distanza. Per lui alla fine una giornata finita in 77 colpi, un solo birdie a fronte di cinque bogey e un doppio bogey; che si traducono in un +9 complessivo e 113° posto. Era già compromesso il torneo di Manassero, che dopo il +9 di ieri oggi si difende meglio, ma mette a segno comunque un +5 per un totale di +14 e 149° posto al rientro in un Major dopo otto anni.

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