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Calciatore sudamericano spacciato per 19enne rumeno: il club perde a tavolino. Il goffo piano per depistare l’arbitro: “È sordomuto”

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In campo si era presentato con il nome di Cosmin Togan: in realtà, il giocatore in maglia numero 21 non ha 19 anni e non è rumeno. La squadra avversaria, dopo essersi accorta dell’inganno, ha chiesto l’intervento dell’arbitro. Di fronte al rifiuto di identificarsi, il club si è giustificato così: “È sordomuto e non sa neanche scrivere“. In realtà, non sa parlare e scrivere in lingua rumena perché è sudamericano. Motivazione respinta e sconfitta per 3-0 a tavolino. Surreale ma vero: questo quanto accaduto nel campionato di Serie C rumeno tra Vointa Limpezis e Adjud.

Sconfitta a tavolino e 6 punti di penalizzazione
Senza documento d’identità e con una lingua che non assomiglia per niente a quella rumena. “Ho notato che uno dei loro giocatori parlava in una lingua straniera. Dopo aver fatto ricorso, ho avuto accesso al referto: doveva essere rumeno, ma non lo era. Ho chiesto all’arbitro di poterlo identificare ma il loro direttore sportivo ‘ha detto che è sordomuto e analfabeta!'”, ha svelato il direttore sportivo dell’Adjud Ciprian Vrabie a Sport.ro. Scoperto l’imbroglio, oltre la sconfitta a tavolino, il Vointa Limpezis è stato penalizzato di 6 punti in classifica e non gli sarà consentito di effettuare alcun tipo di trasferimento durante la prossima sessione di calciomercato.

La squadra aveva cercato di falsificare altri 6 giocatori
“I funzionari del club hanno spiegato che il calciatore è sordomuto, quindi non è possibile parlargli. E quando gli è stato chiesto solo di scrivere il suo nome su un pezzo di carta, è stato impossibile, con la motivazione che non sa nemmeno scrivere! Una scena un po’ divertente, ma anche preoccupante”. Come raccontato dallo stesso Vrabie il club aveva intenzione di falsificare altri 6 giocatori per poterli far entrare in campo: “Avevamo indicazioni prima della partita che la squadra di Limpeziș avrebbe provato a mettere in campo altri giocatori oltre a quelli presenti nel resoconto della partita. È stato il motivo per cui ho chiesto all’arbitro un confronto tra i cartellini e l’individuo. Si è scoperto che sei di loro non corrispondevano“.

Il Limpeziș assicura: “Abbiamo presentato il ricorso”
Il presidente del Vointa Limpezis, Ionita Dedu, ha cercato di difendere la propria posizione affermando di non essere stato presente alla gara e, dunque, di non conoscere molto bene i dettagli. Ma “non credo che ci sia stata alcuna sostituzione. Ne riparlerò anche con i colleghi del club. Abbiamo già presentato ricorso“. Secondo quanto riportato da gsp.ro, il presidente non avrebbe più risposto al telefono e bloccando il numero di telefono che aveva chiesto il nome del giocatore contestato durante la partita.

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