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Palmisano, “senatore” dalle due anime: calciatore con il Domio e velista sul Destriero

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Palmisano, “senatore” dalle due anime: calciatore con il Domio e velista sul Destriero

TRIESTE. Il calcio per vivere la forza del gruppo, le vela per approdare a nuovi orizzonti.

Sarà stata forse l'anagrafe a stimolare Massimiliano Palmisano a voler vivere una sorta di “doppio tesseramento” legandosi a due anime dello sport distanti come l'attività velica e il calcio, passioni da vivere entrambe sul campo, nell'intero arco dell'anno e con lo stesso entusiasmo.

Classe 1971, impiegato in una azienda tessile della provincia, Massimiliano Palmisano rivendica intanto una certa longevità tra i meandri del calcio dilettantistico, centrocampista di fiato e corsa che in carriera ha indossato le maglie del Portuale, della Roianese, del Costalunga, e poi ancora attivo con il Primorec, lo Zarja, il Costalunga, il Domio, la Romana Monfalcone e nuovamente il Domio in Prima categoria, dove da cinque stagioni ha in pratica ha posto le radici, sdoppiandosi tra il ruolo di aiuto-tecnico e di giocatore.

Un ruolo, quest'ultimo, che emerge quando serve rimpolpare un rosa ultimamente vessata dagli strali degli infortuni e del Covid.

La soglia dei cinquant'anni è quindi ben che superata ma all'occorrenza Palmisano è sempre sul pezzo quando bisogna coprire un angolo della panchina o per subentrare, dando così quel tocco di esperienza in uno scampolo di partita. Tanto calcio, si, ma l'altra sua parte del cuore sportivo naviga altrove, letteralmente, soggiogato da qualche anno dalla vela.

Galeotta fu l'estemporanea esperienza, vissuta per gioco una dozzina di anni fa, nella regata Muggia–Portorose. Lì è scoccata la scintilla per la vela.

«All'epoca pensavo di essere arrivato al capolinea con il calcio – racconta Massimiliano Palmisano – in effetti non giocavo più tanto e ho provato una nuova esperienza. Le cose sono andate bene, mi sono innamorato della vela e sono entrato a far parte di una nuova squadra. Non ho più abbandonato questa passione per il mare».

Palmisano entra così nella Società Triestina Sport del Mare e si aggrega all'equipaggio del “Destriero”, un sette metri con cui affrontare la Classe Melges 24. La gavetta inizia e per il classico mediano di periferia è ora tempo di iniziare una fase di apprendistato da prodiere, mettendo qui polmoni e muscoli al servizio dell'albero di prua.

Se nel calcio i risultati adesso latitano, nella vela invece il podio arriva. Si, perché il “Destriero” vince nella sua categoria la Barcolana edizione 2017, piazzandosi al secondo posto nell'anno seguente, mentre in campo internazionale ecco poi il campionato europeo vinto nel 2018, senza contare la partecipazione al mondiale di classe del 2019 in Sardegna.

«Non ho una preparazione specifica nella vela, ho qualche lacuna tecnica ma mi metto volentieri a disposizione del mio equipaggio, seguo le istruzioni che mi vengono date – spiega ancora Palmisano – Il calcio lo vivo ancora e non intendo smettere, mi alleno e aiuto lo staff del Domio. Non ci penso nemmeno ad abbandonare il calcio a undici e merttermi a partecipare esclusivamente ai tornei a 7, sento che non è ancora tempo per me».

Due passioni e altrettante emozioni: «Del mondo del calcio mi piace il clima da squadra, stare con i giovani e regalare la mia esperienza al gruppo – racconta Palmisano – anche nella vela lavora una squadra ma in questo caso si viaggia e di conseguenza si possono conoscere luoghi e culture. Caratteristiche completamente diverse».

Adesso ci sono un Domio da salvare nel campionato di Prima Categoria di calcio e un calendario di regate veliche da onorare.

“Capitan” Massimiliano Palmisano a oltre cinquant'anni è ancora abile e arruolato, per entrambe le missioni.

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