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Superlega, Boris Johnson pensa a legge per bloccare i ribelli. Media: “City, Chelsea e Atletico lasciano. Si dimette Ceo dello United”

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Superlega, Boris Johnson pensa a legge per bloccare i ribelli. Media: “City, Chelsea e Atletico lasciano. Si dimette Ceo dello United”

Il boicottaggio promesso dal primo ministro inglese Boris Johnson, le rivolte dei tifosi, soprattutto in Inghilterra, le notizie sui primi forfait dei club fondatori e delle dimissioni del Ceo del Manchester United. Si sta scatenando un terremoto tra le 12 società fondatrici della Superlega, con il progetto che rischia di naufragare ad appena 24 ore dall’annuncio ufficiale. Nella giornata di giovedì Downing Street, mentre gli ultras del Liverpool e del Chelsea manifestavano fuori dai rispettivi stadi, ha fatto sapere che era pronto a prendere qualsiasi provvedimento per impedire la creazione della nuova lega dell’élite del calcio, contribuendo a destabilizzare le certezze dei club aderenti. Nella serata di martedì, i media inglesi e spagnoli hanno infatti scritto che Chelsea, Manchester City e Atletico Madrid sono pronti a fare un passo indietro, mentre il Guardian riporta che il Ceo del Manchester United, Ed Woodward, ha deciso di dimettersi dopo essere stato uno dei principali artefici dell’entrata dei Red Devils nel gruppo dei fondatori. Così, scrivono i giornali iberici, è stato convocato in serata un vertice d’emergenza tra i 12 club, con l’opzione scioglimento che sarà messa sul tavolo.

Le opzioni sul tavolo di Downing Street
Un’azione incrociata, tra sport e politica, per fermare l’addio alle competizioni Uefa di sei club della Premier League. Con Boris Johnson a guidare la reazione. Il premier ha formalizzato un impegno a nome del governo britannico in una riunione ad hoc con i vertici del calcio d’Oltremanica e con i rappresentanti del tifo organizzato che si è tenuta a Downing Street: nessuna misura è “fuori dal tavolo” per bloccare la nuova competizione alla quale parteciperebbero Manchester United, Manchester City, Arsenal, Tottenham, Chelsea e Liverpool. Mentre i media inglesi riferiscono anche di un incontro urgente in programma tra i capitani di tutte le squadre della Serie A inglese. Il primo ministro – si legge in una nota – ha confermato il suo “irremovibile sostegno” ai tifosi e che “il governo non resterà a guardare che un pugno di proprietari crei un negozio chiuso” agli altri club. È stato inoltre “chiaro sul fatto che nessuna misura è esclusa, comprese le opzioni legislative per assicurare che questa proposta sia fermata”. E secondo i media inglesi stanno già arrivando i primi ripensamenti: a fare un passo indietro, dicono, saranno per primi Chelsea e Manchester City.

Tra le varie opzioni che il governo britannico potrebbe mettere in campo per fermare i club ‘ribelli’ che intendono aderire alla Superlega c’è lo stop ai visti per i giocatori stranieri e la revoca del servizio di polizia durante le partite. Un’altra mossa, come emerso lunedì, potrebbe essere quella del ricorso alle leggi sulla concorrenza in vigore nel Regno Unito, con un’applicazione ad hoc al progetto della Superlega, che non prevede retrocessioni e promozioni e quindi esclude la libera concorrenza. “Lavoreremo sia per valutare quali opzioni sono disponibili per il governo e parleremo direttamente, come ha fatto il premier stamattina, con la Premier League, la Football Association e altri per valutare possibili azioni collettive”, ha spiegato un portavoce di Downing Street, che poi ha chiarito come Johnson non è tifoso di nessuna squadra in particolare. “Qui non si tratta di quale è la squadra per la quale fai il tifo”, ha detto sottolineando che non bisogna essere dei “super tifosi” di calcio per comprendere l’importanza dell’argomento.

In ballo, nella battaglia contro la Superlega, c’è la necessità di garantire tali legami e di difendere il modello di “una competizione sportiva autentica”, ha aggiunto. All’incontro di Downing Street hanno partecipato fra l’altro rappresentanti di tre dei sei grandi club inglesi coinvolti nel progetto scissionista – Manchester United, Liverpool e Tottenham – su cui il governo sta esercitando pressioni. Anche il tifo organizzato delle sei squadre si è peraltro espresso finora, a stragrande maggioranza, contro la Superlega: ultimo l’influente Arsenal Supporters Trust (Ast), i cui dirigenti hanno partecipato a loro volta alle consultazioni con il premier Tory e con il ministro della Cultura e dello Sport, Oliver Dowden, e che in una nota hanno dichiarato piena sintonia con le parole del premier. L’Ast ha annunciato inoltre un incontro successivo con il leader dell’opposizione laburista britannica, Keir Starmer, pure contrario al progetto Superlega in un panorama largamente bipartisan nel Regno e ha concluso: “Il sostegno di tutti i partiti (alle iniziative contro la Superlega) è davvero benvenuto, dimostra come il nostro Paese sia unito contro l’avidità dei club”.

Media inglesi: “Chelsea e City stanno per uscire dall’accordo”
E secondo quanto trapela da alcuni media inglesi, la pressione esercitata in patria sta convincendo i primi club ad abbandonare l’idea di partecipare alla Superlega. Primo su tutti il Chelsea di Roman Abramovič che, riporta la Bbc, starebbe già preparando la documentazione necessaria a formalizzare l’uscita dal club esclusivo dei 12 top club europei, dopo che oltre 500 tifosi dei Blues sono scesi in strada fuori da Stamford Bridge per manifestare contro la scelta di prendere parte alla nuova lega. Notizia che, però, attende la conferma ufficiale da parte della società, così come quella rilanciata da Martin Lipton, della redazione sportiva del Sun, secondo cui anche il Manchester City sta maturando la stessa idea dei rivali londinesi.

C’è poi da registrare l’importante addio del vicepresidente dello United Woodward, uno dei principali artefici della Superliga. Secondo quanto riportato dalla Bbc, le dimissioni saranno effettive alla fine del 2021. Per il Telegraph, il fatto è slegato dal progetto Superlega e Woodward resta in rapporti “amichevoli” con la proprietà americana.

Spagna, Media: “Atletico pronto a ritirarsi”. Barcellona, la clausola Laporta
Anche la partecipazione delle big spagnole è tutt’altro che scontata. Secondo quanto riportano i media spagnoli, l’Atletico Madrid sta valutando di ritirarsi dal contestato progetto della Superlega europea.

Ma anche la presenza del Barcellona non è scontata. Secondo quanto riporta la Tv3, infatti, i soci potrebbero impedire al club di entrare come fondatore della competizione della Superlega nel corso della prossima assemblea dei delegati. Una possibilità già esplicitata dal presidente blaugrana, Joan Laporta, che ha voluto inserire questa precisa clausola al momento della firma del documento istitutivo del torneo, in modo che i catalani abbiano l’ultima parola.

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