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Samuel quasi sacerdote, dalla maglia alla tonaca: “Mi voleva la Roma…”

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Samuel Piermarini conserva ancora il fax inviatogli dalla Roma il 23 gennaio 2010: "Cercavano un secondo portiere per gli Allievi Nazionali. Dopo il provino, l’allenatore Stramaccioni mi ha detto che potevo firmare" dice intervistato da Riccardo Caponetti su La Repubblica. Aveva 17 anni e non ha accettato la proposta, rimanendo tra i pali dell’Ostiamare: «Ho rifiutato perché volevo giocare, lì sarei stato in panchina. Inoltre non me la sentivo di stravolgere la mia vita, ho capito che volevo fare altro». Un cambiamento radicale poi lo ha avuto, perché un anno dopo Samuel ha ricevuto un’altra chiamata: "La chiamata del Signore non è arrivata in un momento preciso. Era il 2011 e ricordo che giorno dopo giorno dentro di me sentivo che così mi sarei sentito realizzato". Per Samuel, nato e cresciuto in zona San Paolo, il calcio rimane importante ancora oggi: "Quando posso gioco con gli amici, prima del Covid avevamo iniziato anche un torneo". Samuel riceverà l’ordinazione presbiterale dal Papa Francesco. Per la gioia della sua famiglia: "Mia sorella Sara è stata la prima a cui ho annunciato la mia scelta. Poi ne ho parlato a papà e mamma, che mi hanno detto: ‘È come quando tuo fratello ci è venuto a dire che si sarebbe sposato. Ti vediamo felice e siamo contenti". Domenica lo vedranno con il Pontefice, per un’istantanea da scattare e tenere tra i ricordi, accanto al fax della Roma. Perché ci sono chiamate che ti cambiano l’esistenza, bisogna solo capire quali.

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