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Palermo, via libera al centro sportivo: da Zamparini a Mirri, un sogno lungo decenni

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"Dai campi Castelnuovo all’illusione di Carini, un sogno lungo decenni". Titola così l'edizione odierna de 'La Repubblica-Palermo'. Il Palermo F.C. si è ufficialmente aggiudicato in via definitiva il servizio di gestione dell’impianto sportivo comunale di Torretta. Con punteggio complessivo di 94 punti, l’offerta presentata dal club di viale del Fante è risultata essere quella economicamente più vantaggiosa. Ragion per cui, può partire l’iter per la realizzazione del nuovo centro sportivo rosanero. Un progetto che il presidente Dario Mirri ha presentato nel pomeriggio di ieri in conferenza stampa. "Il presidente del Palermo Dario Mirri non teme di sbilanciarsi troppo quando parla del centro sportivo rosanero. Nemmeno se gli si fa notare che la presentazione di ieri pomeriggio di fatto è la seconda nel giro di sette anni". Sì, perché a luglio 2013, al Castello di Carini, anche Maurizio Zamparini presentò un progetto con l’architetto Gino Zavanella, lo stesso che firmerà il progetto di Mirri e Di Piazza, che poi naufragò più volte fra le accuse dell'ex patron alla burocrazia. Da sempre in cima ai programmi di Hera Hora, "quello di Torretta per il Palermo sarà finalmente il traguardo di un progetto che nelle intenzioni del club dovrebbe dare stabilità e sviluppo alla società", si legge. D'altra parte, quello della sede per gli allenamenti è sempre stato un vero e proprio problema, con la compagine rosanero che nella storia spesso si è allenata addirittura in spiaggia. Per quanto riguarda la costruzione dell'impianto, il sogno era recuperare i campi Castelnuovo, dove il Palermo si allenava negli anni Settanta e dove successivamente nacque il campo rom. "Un’area che per i troppi vincoli al momento è destinata a rimanere un rudere". Poi, la società ha puntato gli occhi anche sui terreni in via dell’Olimpio, a Pallavicino, a Mondello nell’area del “Lo Monaco”, l’ex campo Vickpalek in via Galatea, fra via Leonardo Da Vinci e viale Michelangelo, oltre a Monreale e a Piana degli Albanesi. "Ma più o meno le difficoltà erano sempre le stesse: terreni di proprietà pubblica difficilissimi da acquistare, destinazioni d’uso da modificare con tempi burocratici lunghissimi, pali della luce da spostare. Fino alla soluzione Torretta", conclude il noto quotidiano.
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