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AIC, Calcagno: “Playoff Serie A? Non siamo pronti, ecco perchè. Dico la mia sul taglio stipendi”

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"Playoff in Serie A? Se n’è parlato in maniera marginale, è una delle ipotesi che sarebbero potute scattare qualora la pandemia non ci consentiva di proseguire regolarmente. Spero non se ne riparli perché tutti i protocolli hanno una tenuta solida". Ha esordito così il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori (AIC), Umberto Calcagno, intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo nel corso della trasmissione ‘Punto Nuovo Sport Show’. "Quello della mia elezione è un grande riconoscimento di quanto fatto in 9 anni, ma soprattutto negli ultimi 9 mesi. Aver aggregato così tanto consenso, ed aver ottenuto in assemblea l’elezione di 24 consiglieri insieme a me, mi dà una forte carica per la grande responsabilità. A livello calcistico io e Beppe Dossena eravamo di differente livello. Programmi? Dobbiamo avere uno sguardo sul lungo periodo, consapevoli che molte decisioni dovranno essere prese molto presto. Il taglio degli stipendi, a mio modo di vedere, rischia di essere una modalità per non vedere i problemi veri del nostro sistema. Conduciamo i nostri problemi alla crisi pandemica, ma sono le mancate riforme del nostro sistema e qualche occasione che abbiamo perso nel non trovare una crescita sostenibile. Il lavoro che ci aspetterà dovrà mirare a questo: negli ultimi 15 anni il nostro mondo ha avuto una crescita esponenziale non accompagnata dalla sostenibilità. Abbiamo problemi strutturali, non solo dovuti al sistema calcio, ma all’intero sistema Paese. I periodi di crisi, al di là del Covid, ciclicamente li ritroveremo in futuro, forse in questo momento eravamo poco preparati". "Marotta? È una situazione già condivisa da tempo - ha proseguito il presidente dell'AIC -. L’ultimo accordo burrascoso del 2011 ha introdotto nuove forme di flessibilità. Oggi abbiamo la possibilità di mettere una parte variabile illimitata ai giocatori che guadagnano oltre un totale lordo. Ora bisogna avere uno sguardo più lungo: più della metà delle società professionistiche ad ottobre, avevano pagato già il mese di settembre. Sugli stipendi si è fatto troppo clamore, senza avere oggettivamente la preoccupazione che la scadenza non venisse rispettata. Non ho mai avuto la percezione che ci fosse una squadra di Serie A non in grado di onorare i controlli in merito di scadenze federali, siamo sereni sotto questo punto di vista. Calciatrici professioniste? Abbiamo due delibere, una di giugno ed una dell’ultima riunione che hanno confermato il professionismo a partire dal 2022/23, per le giocatrici di Serie A. Il governo ha anche previsto fondi a sostegno delle società che avranno un anno e mezzo per cercare di adeguarsi a certi costi ed una certa organizzazione societaria. Il percorso è tracciato, finalmente si è arrivato a tutela di una categoria di professioniste - che di fatto già lo erano - grazie al lavoro fatto in questo decennio. È importante dargli dignità professionale. Dilettanti? La sensibilità del Ministro Spadafora, con i contributi riconfermati, è abbastanza evidente. Ci sono provvedimenti già varati, alcuni in discussione che ci aspettiamo col prossimo decreto, che sono a sostegno dello sport di base. I provvedimenti governativi sono allineati alle nostre aspettative. Dobbiamo trovare le modalità migliori per far continuare a far sport ai nostri figli ed evitare l’abbandono di essi da parte degli adolescenti, in questo senso siamo in trend negativo", ha concluso Calcagno.
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