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Conte infilza ancora il Toro e Giampaolo: la panchina dell’Inter fa la differenza

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Antonio Conte si è confermato bestia nera del Torino. L’Inter dell’allenatore pugliese non ha brillato ma avuto il merito di reagire nel momento più difficile. I nerazzurri sono stati aiutati da un Torino fragile mentalmente, un Torino con ancora tanta, troppa melma in testa, parafrasando le parole di Marco Giampaolo dopo il match perso contro la Lazio. Conte ha così vinto per la seconda volta in due scontri diretti contro il collega abruzzese (assente causa Covid-19); inoltre, ha allungato la propria striscia positiva contro il Torino: ora sono otto i risultati utili di fila e sono sei i successi consecutivi.

LEGGI ANCHE: Cambia lo spartito, ma la musica… SOSTITUZIONI DECISIVE - Giampaolo, complici le varie defezioni, ha deciso di sfidare Conte copiandogli il modulo, ovvero il 3-5-2. Una straordinaria novità per un allenatore integralista come Giampaolo. Eppure la scelta ha pagato i dividendi. Per un’ora il Torino ha inibito la più quotata Inter, proponendo giocate di assoluta qualità. Nemmeno i due gol di vantaggio, comunque, sono serviti ai granata per uscire con dei punti da San Siro. Come mai? Bisogna, in primo luogo, ribadire un aspetto che è sotto gli occhi di tutti: il Torino è fragile e non ha ancora una mentalità vincente. Poi, però, non bisogna nemmeno dimenticarsi il tenore delle panchine a disposizione di Conte e di Giampaolo. [caption id="attachment_686531" align="alignnone" width="756"] MILAN, ITALY - NOVEMBER 22: Head coach of FC Internazionale Antonio Conte reacts during the Serie A match between FC Internazionale and Torino FC at Stadio Giuseppe Meazza on November 22, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)[/caption] SEGRE E BUONGIORNO - Conte dal 20’ al 29’ della ripresa ha potuto inserire De Vrij e Skriniar, ovvero due tra i difensori più forti e completi della Serie A, Perisic, l’anno scorso Campione d’Europa con il Bayern Monaco, e Martinez, 36 reti in 95 presenze con l’Inter in tutte le competizioni. In più a rimonta già completata è stata la volta di Nainggolan, non un centrocampista qualsiasi. Se non bastasse sono rimasti a guardare la gara per 90’ di fianco a Conte Darmian ed Eriksen, non gli ultimi arrivati, insomma. Dall'altra parte, complice il Covid e gli infortuni, il quadro alle spalle di Francesco Conti (vice di Giampaolo) era abbastanza desolante. Edera e Millico sono stati inseriti all’ultimo. Bonazzoli ha avuto il tempo per incidere ma non l’ha fatto, risultando inefficace. Le sostituzioni, perciò, hanno ampliato il gap qualitativo tra Inter e Torino e nel momento in cui c’era bisogno di soffrire con forze fresche in campo i granata sono venuti meno. Qualcuno dirà: Buongiorno e Segre dove li mettiamo? E Murru e Rodriguez voluti da Giampaolo? Partiamo dai due esterni. Ansaldi e Singo erano insostituibili e per l’appunto sono rimasti al loro posto per 90’, dimostrandosi probabilmente superiori a tutti gli altri laterali in rosa (forse solo Vojvoda può insidiarli). Sui due giovani si aprono mille ragionamenti. Giampaolo non sembra aver paura di osare (Singo ne è la testimonianza più lampante), ma Segre e Buongiorno stanno trovando poco spazio, sebbene i titolari nei loro rispettivi ruoli (Rincon e Nkoulou) siano stati nuovamente insufficienti. Il quesito resta aperto. L’Entella sarà un test presumibilmente importante per Segre e Buongiorno, poi si vedrà se potranno scalare le gerarchie, battendo una concorrenza appannata.    

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