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Calcio e Covid-19, così la Serie D è nel caos

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Non c'è pace per il calcio italiano e non c'è pace - specialmente - per la Serie D. Se i quattordici tesserati positivi del Genoa il Covid-19 rischia di fermare la Serie A (la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha chiesto di sospendere il campionato), le cose non vanno certo meglio per la Lega Nazionale Dilettanti. Anzi.

Nonostante la minaccia del Sars-CoV-2, le 166 società dei nove gironi dilettantistici hanno iniziato la stagione, ma sulle ottantatré partite in programma, quattordici sono state rinviate a causa della positività di alcuni calciatori. Per il presidente della Serie D Cosimo Sibilia, comunque, è stato un successo, visto che ha parlato addirittura di "prima giornata incoraggiante". Queste le sue parole: "Pensare di non fare i conti con il virus era oggettivamente impossibile, ma credo che il primo risultato ottenuto sia incoraggiante: proseguiamo con la necessaria cautela e con le dovute accortezze. Mi auguro che il pubblico possa tornare al più presto sugli spalti dei nostri campi, anche per portare un sollievo economico alle società per i sacrifici che stanno affrontando". A Sibilia ha fatto eco il coordinatore del Dipartimento Interregionale Luigi Barbiero, che si è detto ottimista sul prosieguo della stagione: "Il trend dei rinvii dovrebbe ridursi, così da consentire uno svolgimento del campionato il più fluido possibile".

La stagione della D, però, non fila liscia come dicono. Perché se su 83 partite 14 vengono rinviate significa che qualcosa non quadra. E infatti il Codacons ha diffidato la Lega Nazionale Dilettanti, sposando la protesta del Seregno Calcio sui protocolli anti-Covid della Figc che rischiano di danneggiare le società dilettantistiche.

Qualcosa non ha funzionato nei protocolli, visto che il match tra Seregno e Scanzorosciate - in programma il 27 settembre - è stato rinviato "per cause di forza maggiore" da parte della LND stessa. Perché? Presto detto: nonostante la Scanzorosciate abbia sottoposto tutti i propri atleti ai test previsti dal protocollo e nessuno sia risultato positivo al coronavirus, il protocollo stesso prevede necessariamente ulteriori esami. Il problema, in questo caso, è che i test sierologici sono stati effettuati a ridosso dell'incontro e con il dovuto anticipo (come prevede, almeno in teoria, il protocollo). "Spettava alla Lega Nazionale Dilettanti verificare che la suddetta regola sancita dal Protocollo fosse attuata", sottolinea il Codacons nella diffida.

Insomma, per questa ragione l'associazione ha diffidato la LND - nella persona del Presidente Cosimo Sibilia e nella persona di responsabile della Serie D, l'avvocato, Luigi Barbiero - a chiarire le modalità attraverso le quali viene verificato il rispetto del Protocollo emanato dalla Figc il 10 agosto 2020 e le modalità di decisione sui rinvii delle partite. Quello della Serie D, allora, è un inizio tutto fuorché incoraggiante. Checché ne dica il presidente Sibilia.

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