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Loris Karius, il portiere pasticcione che voleva fare motocross

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Fino a ieri, per gli appassionati di calcio, Loris Karius era soltanto il portiere del Liverpool. Adesso, dopo le papere con cui di fatto ha consegnato la vittoria al Real Madrid nella finale di Champions League, lo "sfortunato" calciatore tedesco è diventato agli occhi di tutto il mondo - il simbolo della sconfitta. Neppure le lacrime che gli hanno rigato il volto al termine della partita gli sono bastate per far dimenticare i pasticci combinati durante la finalissima. Lacrime che, in un certo senso, sono tutta colpa del nonno.Karius, originario di un paesino non lontano da Monaco di Baviera, da piccolo aveva il cuore diviso a metà. Non sapeva a chi dare retta, se a papà Harald o a nonno Karl. A 5 anni, la giornata tipo di Loris era divisa in due. Di mattina, papà Harald lo portava a girare in una pista di motocross, mentre di pomeriggio il nonno lo trascinava al campo di calcio del paese. Due sport inconciliabili. A un certo punto Loris deve prendere una decisione definitiva: motocross o calcio? Il nonno sa essere più persuasivo e il piccolo Karius decide di abbandonare la moto per puntare tutto sul pallone.All'inizio fa l'attaccante, poi un giorno prova a mettersi in porta. La sua carriera è rapida e di successo. Dal 2001 al 2009 gioca per Ulm e Stoccarda, fino alla grande chiamata del Manchester City. Dopo tre anni la sua esperienza con i Citizens termina e Karius torna in Germania, al Magonza. Qui si conquista il posto da titolare e la ribalta nazionale, fino a quando il Liverpool non lo strappa alla concorrenza internazionale in cambio di quasi 5 milioni di sterline. Quindi l'incontro con l'attuale allenatore dei Reds, Jurgen Klopp. L'ex tecnico del Borussia Dortmund lo stima e quest'anno, pur alternandolo con il belga Mignolet, gli affida le chiavi della porta nella competizione più importante: la Champions League.Purtroppo è una storia senza lieto fine. Prima il rinvio sui piedi di Benzema, poi il pasticcio sul tiro "da casa sua" di Bale. Nel giro di 30 minuti, la parabola di Karius imbocca una direzione discendente. Al triplice fischio il 24enne portiere tedesco si lascia andare a un pianto liberatorio, ma non ha paura di guardare in faccia i suoi tifosi. Va sotto la loro curva e chiede scusa, mentre le lacrime sgorgano copiose. Klopp lo ha difeso così: "Mi dispiace, è un ragazzo fantastico". Forse il destino ha voluto così. Chissà, magari avrebbe sbagliato anche su una pista di motocross. Ma non davanti a un miliardo di telespettatori.[[gallery 1532807]]
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