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La prima di Oldani, con quella faccia un po’ così

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Secondo successo italiano consecutivo al Giro d’Italia con Stefano che a Genova sfrutta alla perfezione la numerosa fuga, battuti allo sprint Lorenzo Rota e Gijs Leemreize. Tra i big tutto tranquillo, con Kelderman che recupera terreno

Una tappa iniziata a ritmo altissimo, con la fuga che ha impiegato quasi 70 chilometri per vedere la sua formazione. Alla fine il contributo decisivo è stato fornito dalla Alpecin-Fenix di Mathieu van der Poel, o meglio, dalla Alpecin-Fenix di Stefano Oldani. Il ventiquattrenne milanese di Busto Garolfo conquista il suo primo successo tra i professionisti al termine di una tappa interpretata alla perfezione: bravo nel seguire il tentativo giusto, fortissimo nel portarlo avanti ed infine glaciale nel superare allo sprint i due compagni d’avventura. Stefano Oldani non è di certo un corridore che scopriamo oggi, anche se il suo nome infatti non era mai arrivato alla ribalta del grande pubblico, si tratta di un corridore che ha già dimostrato in carriera di potersela giocare con i migliori su diversi terreni. Nonostante la giovane età (classe 1998) è già alla terza partecipazione al Giro, e nelle apparizioni precedenti è stato in grado di cogliere diversi piazzamenti in top10 tra cui spicca il quarto posto dell’anno scorso nella tappa di Foligno, vinta da Peter Sagan. Oltre al Giro Stefano è stato spesso protagonista di alcune semiclassiche collinari, come testimoniano i secondi posti a Limburg Classic e Vuelta Castilla y Leon.

Un corridore duttile, inizialmente noto come sprinter resistente, ma che ha saputo negli ultimi tempi lavorare a fondo sulla salita e nei percorsi più mossi, ed oggi si sono visti i risultati. Risultati che in realtà si potevano già vedere nella sua fuga nella tappa dell’Etna, quando fun l’ultimo ad arrendersi all’attuale maglia rosa Juan Pedro López. Menzioni d’onore quest’oggi che vanno a Lorenzo Rota e Gijs Leemreize: il primo è stato il propiziatore dell’azione decisiva, quando ancora mancavano 55 km alla conclusione, mentre il secondo ha avuto la scaltrezza di lanciarsi immediatamente al suo inseguimento. Allo sprint, poi, nulla da fare: il più forte è stato Stefano Oldani. Bravissimi in ogni caso tutti e tre a resistere ad un temibile quartetto inseguitore, che è stato lasciato a bocca asciutta. Giornata di riposo per i big della generale, che arrivano con più di 9′ di ritardo dai primi: attenzione in tal senso alla rimonta di Wilco Kelderman (e Lucas Hamilton) che, dopo essere naufragato sul Blockhaus, recupera 8′ agli uomini di classifica e ritorna in corsa per un piazzamento nella generale.

Dando un veloce sguardo al percorso balza all’occhio come la Parma-Genova in programma oggi sia la frazione più lunga dell’intero Giro, pur contando su “soli” 204 km. Il disegno di tappa iniziale, dopo un inizio pianeggiante, prevedeva un finale decisamente più impegnativo, ma la volontà delle amministrazioni locali di portare i corridori sul nuovo Ponte San Giorgio e la pericolosa discesa del Monte Becco hanno costretto l’organizzazione a modificare percorso. Tappa decisamente più morbida ora, con in programma il Passo del Bocco (11 anni dopo la tragica scomparsa di Wouter Weylandt) e, negli ultimi 50 km, le salite di La Colletta e del Valico di Trensasco (4,3 km all’8%). Una volta terminata la conseguente discesa, tecnica come tutte quelle oggi in programma, sarà praticamente un finale privo di insidie, visto che in gran parte si percorrerà in autostrada.

Venendo alla cronaca, come prevedibile, i primi chilometri dopo il via da Parma sono un continuo di attacchi e contrattacchi. Tra le formazioni più attive in questa prima si distinguono la Alpecin-Fenix con Mathieu van der Poel, la Lotto-Soudal e la Israel-PremierTech, tutte squadre senza uomini di classifica al proprio interno. Come spesso accade però la lotta per centrare la fuga si protrae a lungo, con un primo tentativo di un quartetto che guadagna 15”, ma dopo 30 km il gruppo è di nuovo compatto. Si procede quindi con un’andatura a strappi e con un gruppo che nonostante i continui tentativi non partorisce la fuga buona. Si arriva così allo sprint intermedio di Borgo Taro, dove la maglia ciclamino di Arnaud Démare (Goupama-FDJ) batte Fernando Gaviria (UAE) e consolida il proprio primato nella classifica a punti.

Proprio dopo lo sprint ci prova in massa la Alpecin-Fenix che seleziona un gruppetto di una ventina di unità con all’interno molti elementi di spicco. Dietro, finalmente, il gruppo sembra rialzarsi, eccezion fatta per due professional italiane rimaste escluse dalla fuga: Edoardo Zardini (DroneHopper-Androni), Davide Gabburo e Luca Covili (Bardiani-CSF-Faizanè) si gettano all’inseguimento dei 22 di testa, mentre la Trek-Segafredo si porta in testa impostando il proprio ritmo. Ecco ora i nomi, di cui alcuni di assoluto spessore, dei 22 al comando: Mathieu van der Poel, Oscar Riesebeek e Stefano Oldani (Alpecin-Fenix), Lorenzo Rota e Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert), Santiago Buitrago e Jasha Sütterlin (Bahrain-Victorious), Matteo Sobrero e Lucas Hamilton (BikeExchange-Jayco), Pascal Eenkhor e Gijs Leemreize (Jumbo-Visma), Andrea Vendrame (AG2R Citroën), Valerio Conti (Astana Qazaqstan), Wilco Kelderman (Bora-Hansgrohe), Simone Consonni (Cofidis), Magnus Cort Nielsen (EF Easypost), Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Michael Schwarzmann (Lotto-Soudal), Will Barta (Movistar), Davide Ballerini (Quick-Step AlphaVynil), Nico Denz (DSM) ed infine Bauke Mollema (Trek-Segafredo).

Tra di loro molti specialisti delle fughe e cacciatori di tappe, in particolare la presenza di Van der Poel non passa inosservata, mentre il meglio posizionato in classifica generale è Wilco Kelderman (23° a 11’02”) che prova a sfruttare la fuga per recuperare il tempo perso sul Blockhaus. Nel frattempo il gruppo lascia via libera agli attaccanti, concedendo un vantaggio di 4’30” mentre ci si avvicina alle pendici del Passo del Bocco, con Covili, Gabburo e Zardini che riescono a rientrare sulla testa della corsa. Affrontato il valico appenninico ad un ritmo regolare, tra i fuggitivi è Bauke Mollema a trasitare in pima posizione al GPM, guadagnando così 9 punti nella speciale classifica.

Anche il gruppo arriva in cima al Bocco con la Trek-Segafredo della maglia rosa Juan Pedro López che sceglie di prendere in testa la tristemente nota discesa. Si giunge quindi in Liguria con una situazione pressoché immutata, e ad 80 km dalla conclusione il vantaggio dei fuggitivi si mantiene sui 4’40”. Si giunge senza affanni anche all’inizio della salita di La Colletta (9 km al 4,4%) che si presenta quindi come lunga ma pedalabile. I tre uomini della Alpecin-Fenix in particolare provano ad aumentare leggermente il ritmo per sfoltire o affaticare i compagni d’avventura, mentre dietro è Jacopo Mosca (Trek-Segafredo) a sobbarcarsi gran parte del lavoro. Ad aprire le danze davanti è Lorenzo Rota, che attacca a 55 km dal traguardo. Al suo inseguimento si lanciano Gijs Leemreize e Stefano Oldani. Il terzetto che si forma poco dopo riesce a guadagnare in breve tempo 25” di vantaggio, mentre dietro si cerca di organizzare l’inseguimento, con Davide Ballerini che prova a fuoriuscire in solitaria.

Come spesso accade però gli inseguitori faticano a trovare un accordo e si susseguono gli attacchi per riportarsi sotto al terzetto di testa, ma Rota, Oldani e Leemreize continuano a guadagnare, iniziando la salita del valico di Trensasco con 50” di margine. Sulle prime rampe della salita ci prova Oscar Riesebeek, raggiunto e superato da Santiago Buitrago. Lucas Hamilton prende così in mano la situazione selezionando notevolmente il gruppetto inseguitore; con l’australiano rimangono Wilco Kelderman, Bauke Mollema e Santiago Buitrago mentre tutti gli altri, Van der Poel incluso, sono sparpagliati lungo la salita. Nonostante l’indubbia qualità in salita del gruppetto dei primi inseguitori, i tre al comando continuano a difendersi egregiamente, di fatto non perdendo terreno. Ci si getta così in discesa con i tre al comando che devono difendere un vantaggio di 40” sui 4 inseguitori, certamente più esperti e quotati. Passano i chilometri, siamo ormai in pianura, ma i tre battistrada continuano la loro azione con grande efficacia, ricacciando Mollema, Hamilton, Kelderman e Buitrago a 50”. Il gruppo nel frattempo decide di prendere il finale con grande calma, arrivando ad un ritardo dai fuggitivi superiore agli 8’, permettendo così a Kelderman di recuperare minuti preziosi in classifica generale. Si transita quindi sul Ponte San Giorgio, sul quale gli inseguitori riescono a rosicchiare qualche secondo ai tre di testa, portando il ritardo sotto i 40”, ma con soli 7 km al traguardo rischia di essere troppo tardi.

Infatti il secondo gruppetto si arrende definitivamente a meno di 4 km dall’arrivo, mentre davanti cresce la tensione tra i tre che si giocano la tappa. Entrati nell’ultimo chilometro Leemreize, il meno veloce, prova ad anticipare con una bella sparata ma Oldani fa buona guardia e si riporta sotto. La volata finale è lanciata nuovamente da Leemreize, che però funge da punto di riferimento per il duo italiano. Passato l’olandese è Stefano Oldani a lanciare il proprio sprint, con Lorenzo Rota che prova, senza riuscirci, a rimontarlo nel finale. Vittoria dunque per Stefano Oldani, secondo Lorenzo Rota e terzo Gijs Leemreize. Con un ritardo di 57” giungono i più immediati inseguitori, regolati in volata da Bauke Mollema che supera Santiago Buitrago, quinto. Sesta posizione per Wilco Kelderman, settimo Lucas Hamilton. Ad 1’44” arrivano poi Andrea Vendrame, ottavo, e Rein Taaramäe, nono, infine la decima posizione va a Pascal Eenkhorn, che vince la volatina di un gruppetto arrivato dopo 2’55”. A 9’08”, infine, il gruppone compatto.

Si mantiene invece completamente invariata la classifica generale nelle sue prime 10 posizioni. In maglia rosa troviamo sempre Juan Pedro López (Trek-Segafredo) con 12” di vantaggio su Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) e João Almeida (UAE). Quarta posizione provvisoria per Romain Bardet (DSM) a 14”, quinto Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) a 20”. Sesto Guillaume Martin (Cofidis) a 28”, mentre Mikel Landa (Bahrain-Victorious) è settimo a 29”, poi ottavo Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert) a 54”. Nona posizione per Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) a 1’09” ed infine decimo Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) a 1’22”.

Domani in programma tredicesima frazione, da Sanremo a Cuneo per un totale di 151 km. Gli ultimi 100 km di tappa sono interamente pianeggianti e quindi i velocisti potrebbero avere un’ulteriore occasione. Unico scoglio che le ruote veloci dovranno affrontare è il Colle di Nava, salita che collega Liguria e Piemonte di 10 km al 6,7%. Se il gruppo supererà indenne questa asperità, sarà volata. Ma giunti verso la fine della seconda settimana, le forze potrebbero iniziare a mancare.

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