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Il ciclismo piange Gianni Dal Grande: portò il mondiale di ciclocross a Corva

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Il ciclismo piange Gianni Dal Grande: portò il mondiale di ciclocross a Corva

PORDENONE. Dirigente di società e federale, organizzatore di grandi corse, capace di portare a Corva un campionato mondiale di ciclocross e, soprattutto, innamorato del ciclismo.

Il mondo delle due ruote piange la scomparsa di Gianni Dal Grande. Nato a Basalghelle di Mansuè, nel 1939, pordenonese d’adozione, Dal Grande si avvicinò a questo sport «perché – come ricordava lui stesso – avevo due cugini che correvano in bicicletta».

Erano gli anni 1953-1954. Quindi emigrò in Svizzera, dove, nel 1960, conobbe quella che soltanto un anno dopo divenne sua moglie, Milagros Carru, spagnola di Pamplona.

Nella cittadina di Arbon, sul lago di Costanza, lui lavorava in una grande fabbrica metalmeccanica e lei era impiegata in una sartoria.

Dopo il rientro in Italia, avvenuto nel 1965, diventò direttore sportivo della Ciclistica Ottavio Bottecchia. Poi l’incontro con Ugo Caon e la costituzione della Supermercato da Ugo, guidando esordienti e allievi dal 1970 al 1972.

La sua idea era quella di far crescere una serie di vivai in tutta la Destra Tagliamento, dove a quel tempo esistevano soltanto poche società.

Nel 1972 fondò la Pujese e la Cordenonese, proseguendo alla fine del decennio con la Mobili Fracas, la Vivian, la Bianchettin, il Meschio e il Corva.

Nel frattempo cominciò anche l’attività nella Federciclismo: dal 1976 al 1980, per due mandati biennali, fu consigliere regionale, dall’80 all’84 divenne presidente del settore tecnico regionale, dall’83 all’86 componente del settore tecnico nazionale con delega per le corse a tappe e i campionati tricolori, dall’84 al ’92 vicepresidente regionale e dal 1997 al 2004, per due mandati, presidente regionale.

Dal Grande ha coordinato l’organizzazione del campionato mondiale di ciclocross a Corva nel 1993, oltre che di tre prove della Coppa del mondo sempre di ciclocross, dal ’94 al ’96.

Inoltre è stato in cabina di regia per la buona riuscita di tre tappe del Giro d’Italia dilettanti, un cronoprologo e una tappa del Giro donne, una lunga serie di campionati italiani e il Giro d’Italia professionisti.

Dal Grande è anche l’inventore della Settimana tricolore, la formula con la quale in una settimana a una stessa organizzazione regionale viene affidata la disputa dei campionati italiani in linea e a cronometro juniores, dilettanti e open uomini e donne.

«È stata una delle persone – lo ricorda Enzo Cainero, patron delle tappe friulane del Giro – che mi hanno stimolato a diventare organizzatore di gare ciclistiche. Ci eravamo conosciuti in occasione dei campionati italiani amatori di ciclocross a Zegliacco nel 1998 e degli assoluti sempre di ciclocross del 2000.

In quell’anno mi sostenne in modo incredibile nell’organizzazione della Settimana tricolore in Fvg. È stato un grande presidente. Se ne va una persona che ho stimato, apprezzato, che lavorava per tutti e che aveva il ciclismo nel sangue. Alla moglie le mie profonde condoglianze».

Oltre alla moglie Milagros, Gianni Dal Grande lascia la figlia Elvira.

Aveva un grande amico Gianni Dal Grande: era il cinque volte vincitore del Tour e di due Giri d’Italia, Miguel Indurain. Merito della signora Milagros, la moglie di Dal Grande che è di Villava, stesso paese del mitico navarro.

«È una grande pena la sua scomparsa, era un grande appassionato di ciclismo, sono molto dispiaciuto. Un abbraccio grande alla famiglia», ci ha detto il 57enne Miguelon.

E subito la mente ci è tornata alla presentazione del Giro 2014. Appena sentì che conoscevamo Dal Grande ci chiese di chiamarlo: il telefono Miguelon ce lo restituì dopo 20 minuti di chiacchierata con l’amico.

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