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Olimpiadi, proprio delle facce di bronzo

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Olimpiadi, proprio delle facce di bronzo

TOKYO. Ci sono le giornate dorate e ci sono quelle di bronzo. L’Italia è sempre sul podio, ieri con ben due donne a conferma che lo sport in rosa è trainante. La conferma è la quasi parità di genere nella folta spedizione di atleti e atlete in Giappone. Dopo il fantastico oro di Vito Dell’Aquila conquistato in uno sport non prettamente italiano o mediterraneo, il taekwondo, la seconda giornata dei Giochi ha visto balzare sul podio la ciclista Elisa Longo Borghini nella prova in linea ai piedi del monte Fuji e Odette Giuffrida nel judo.

PENSANDO AL NONNO

Odette Giuffrida, argento cinque anni fa a Rio, sognava molto in alto. La ventiseienne romana nel suo profondo sognava di riportare l’oro al judo italiano al femminile a 13 anni da quelli di Giulia Quintavalle. Percorso netto fino in semifinale dove è stata incastrata dal waza-ari della giapponese Uta Abe (poi oro). Sconfitta e quindi giù al tabellone dei ripescaggi. Nell’incontro che valeva la medaglia contro l’ungherese Reka Pupp, l’azzurra sferrava un preciso ippon mandando sul tappetto la rivale e lei a balzare sul podio a cinque cerchi della categoria fino a 52 chilogrammi. «Sono venuta qua per l’oro ma questo bronzo è importante dopo cinque anni duri di tanti cambiamenti e ostacoli. È pieno di orgoglio», dice lasciando scorrere le emozioni. La prima videochiamata è quella al nonno. «Si, sì. Mi ha detto che la medaglia me la pitturava lui, non importava il colore. Quindi nonno preparati che me la devi fare d’oro».

IL CUORE DI ELISA

Da Rio a Tokyo, Elisa Longo Borghini resta una certezza per l’Italbici. La piemontese, 29 anni, concede il bis del podio ottenuto cinque anni fa: anche in Giappone, arriva un bronzo che vale tanto, strappato al termine di una gara durissima: «Ho corso più di cuore che di gambe». La prima a tagliare il traguardo dopo i 137 chilometri del percorso dal Musashinonomori Park al Fuji International Speedway è stata Anna Kiesenhofer davanti all’olandese, 38 anni, Annemiek van Vleuten. «È stata una corsa sofferta, segnata da un clima poco gentile e da tanto tatticismo», ha commentato Longo Borghini, arrivata a 1’29” dalla vincitrice. Che chiude così: «È stato pazzesco, ho corso pensando alla gente che mi vuole bene».

MIRKO SOLLEVA IL MONDO

La medaglia che non t’aspetti e per questo ancora più bella, più gustosa. È il bronzo di Mirko Zanni, un ragazzo di 23 anni di Pordenone che non pesa più di 67 chilogrammi ma che ne ha sollevati ben 322, nuovo record italiano e soprattutto splendida medaglia di bronzo. «Tutto ciò che ho fatto finora ora ha un senso, sono convinto che sarò l’apripista di una nuova era, arriveranno altre medaglie perché siamo una squadra unita, lavoriamo bene, ci sono atleti importanti e seguiamo il progetto della federazione», dice. Nessuno, forse nemmeno Mirko, avrebbe pensato che nella notte di Tokyo si sarebbe messo al collo una medaglia olimpica. E, invece, a sognare non costa nulla e poi quando il sogno diventa realtà è ancora più magico. Zanni ha riportato l’Italia sul podio nel sollevamento pesi dopo 37 anni. Era il 7 agosto del 1984 quando a Los Angeles – sarà sede dei Giochi ancora nel 2028 – l’altoatesino Norbert Oberburger vinse l’oro nella categoria pesi massimi. Volevo dedicare questa medaglia oltre che a mamma e papà e tutti i ragazzi di Pordenone, a mio nonno che mi guarda da lassù...». —

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