Curling, Mondiale femminile da “profondo rosso” per l’Italia. Le azzurre però valgono molto di più
Delusione per l’Italia del curling femminile ai Mondiali disputati in Sud Corea, a Uijeongbu, città situata nei sobborghi della capitale Seul. Le azzurre hanno chiuso la manifestazione iridata con lo scarno bottino di 4 vittorie in 12 incontri, battendo peraltro solo formazioni meno quotate (Norvegia e Stati Uniti), oppure di rango inferiore (Turchia e Lituania).
Sono arrivate tante (troppe) brutte sconfitte, soprattutto per il modo in cui si sono generate. In particolare, le sfide contro Danimarca e Giappone – altri team di livello più basso rispetto a quello tricolore – hanno lasciato l’amaro in bocca per le dinamiche, seppur diametralmente opposte, che hanno portato all’esito sfavorevole.
Paradossalmente, una delle performance migliori è giunta contro la fortissima Svizzera, alla quale Stefania Constantni e compagne hanno ceduto solo al termine di un match equilibrato. Ovviamente, non può bastare per salvare il bilancio, in profondo rosso. L’obiettivo della vigilia era la qualificazione alla fase a eliminazione diretta, alla quale l’Italia non è andata neppure vicina.
Il rovescio coreano fa seguito all’inopinato epilogo degli Europei, dove le azzurre sono inaspettatamente rimaste giù dal podio (galeotta fu la Scozia, doppiamente). Nel mezzo, due partecipazioni agli Slam prive di soddisfazioni. Al riguardo, c’è un dato inquietante. Dal 20 novembre al 21 marzo, la compagine tricolore ha giocato 24 partite tra Europei, Mondiali e Grand Slam of curling, vincendone solo 5.
Eppure, l’attacco del 2024-25 era stato molto buono. Quarti di finale sia al Tour Challenge che al Canadian Open (i primi due Slam dell’anno), ottenendo successi di rilievo anche contro le migliori squadre canadesi. Insomma, le ragazze erano partite con il piede giusto. Poi però, si sono accartocciate durante gli Europei di Lohja e da lì, il foglio su cui stava disegnando un progetto, è rimasto appallottolato e sciupato.
Perché e percome questo sia avvenuto può e deve essere oggetto di analisi, senza scadere nel processo sommario o nella ricerca di un capro espiatorio. L’Italia del curling femminile sta attraversando una fase difficile, nulla quaestio. Cionondimeno, la squadra resta quella capace di fregiarsi dell’argento europeo 2023 (cedendo il titolo alla Svizzera solo all’ultimo tiro) e di accarezzare la medaglia iridata 2024.
Proprio per questo, chi di dovere dovrà analizzare la situazione in maniera tale da ritrovare il perduto filo d’Arianna e recuperare appieno quel progetto di cui sopra. Quello di fregiarsi di una medaglia olimpica nel 2026, inutile tenere un omertoso silenzio. L’obiettivo è indiscutibilmente ancora nelle corde di un quartetto al momento stonato, ma senza dubbio in grado di ritrovare l’armonia.