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Stefania, una pagina storica nel curling: prima azzurra ai Giochi tramite i Mondiali

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Stefania, una pagina storica nel curling: prima azzurra ai Giochi tramite i Mondiali

C’è sempre una prima volta, in ogni storia. Chiedere conferma a Stefania Constantini, che ha di recente scritto una pagina nuova del curling azzurro. Sta crescendo questo sport, eccome se sta crescendo. Sono lontani i tempi in cui da fuori ci si approcciava con dubbi e addirittura qualche risatina, quando era il momento di guardare una partita. Ora anche l’Italia ha scoperto l’impegno, la passione, il sacrificio, le strategie e soprattutto la visibilità che il curling può portare. E la Constantini, cortinese doc di 22 anni e tesserata per il Curling Club Dolomiti, sarà per sempre la prima atleta – assieme ad Amos Mosaner (Aeronautica Militare) – ad aver ottenuto il pass olimpico durante un mondiale. I due ci sono riusciti nella nuova specialità del double mix, o per meglio dirla in italiano, “doppio misto”.

Sino ad ora il curling italiano aveva limitato le partecipazioni a Cinque Cerchi delle proprie nazionali maschili e femminili o a pass di diritto (Torino 2006) oppure ad uno tramite challenge (nazionale maschile nel 2018).

Ci saremo anche a Milano – Cortina 2026, chiaro. Tra l’altro allo stadio Olimpico, designato come casa della disciplina. Prima però arriva Pechino 2022, e a proposito il tempo vola: manca meno di un anno alla rassegna nella capitale cinese. Ed in attesa di vedere se le nazionali maschili e femminili si qualificheranno, così come il team di wheelchair alle paralimpiadi, di certo saremo presenti con il double mix. Merito del terzo posto nel girone al recente mondiale di Aberdeen, in Scozia, disputato proprio dalla coppia Constantini – Mosaner, guidati dalla bellunese Violetta Caldart e dal commissario tecnico Ulrik Schmidt.

Stefania, non possiamo dire con certezza che disputerete voi due i Giochi, in quanto l’Italia adotta il metodo della selezione. Ma insomma, quasi certamente sarete tu ed Amos a rappresentare i colori azzurri a Pechino.

«Mettiamola così: devo allenarmi duramente per mantenere il posto conquistato in Scozia», racconta sorridendo ed ancora emozionata pensando al traguardo ottenuto, «come coppia abbiamo dimostrato affiatamento sin da subito, nonostante fosse la prima competizione a cui partecipavamo assieme. Riuscire a qualificare l’Italia alle Olimpiadi è motivo di grande orgoglio».

Il doppio misto è una versione diversa rispetto al curling tradizionale. ..

«Esatto. Innanzitutto i giocatori sono appunto due, un uomo e una donna, e le stone tirate scendono a cinque. Ecco perché è un gioco più veloce: una partita dura circa un’ora e mezza, contro le due ore e mezza di una partita “classica”. Allo stesso tempo, capita in diverte circostanze che le situazioni createsi durante il gioco siano più “complesse” da un punto di vista strategico. Ci si concentra sul centro, ed è quindi fondamentale avere la velocità di punto ed essere in controllo della “control zone”, ovvero la parte centrale – alta della casa».

A fine autunno sarai sul ghiaccio per provare a portare anche la nazionale femminile a Pechino. Qui tra l’altro hai come compagne di squadre altre due ragazze del Curling Club Dolomiti, ossia Marta Lo Deserto e Giulia Zardini Lacedelli. Il recente mondiale vi ha visto però uscire con due sole vittorie…

«Sarà senza dubbio più complicato, in quanto affronteremo team di assoluto livello ancora alla ricerca del pass. Ma daremo il massimo, in modo da non avere rimpianti».

Quando nasce la tua passione per il curling?

«Da piccola sciavo. Poi mi sono spostata di frazione qui a Cortina ed ho conosciuto Giulia Morona, la quale quando avevo 8 anni mi ha consigliato di andare a provare questo sport. È stato amore a prima vista».

Dicevamo: in Italia lo si guarda con occhi diversi adesso.

«Le Olimpiadi di Torino hanno aiutato nel dargli visibilità. Ancora fatica ad essere conosciuto e c’è chi lo sottovaluta, ma a livello agonistico richiede grande dedizione».

Dopo Pechino, arriverà Milano – Cortina 2026.

«Essere già qualificati aumenta il desiderio di volerci presentare al meglio. Per tutti noi atleti italiani è un’occasione unica quella di giocare in casa e bisognerà sfruttare ogni competizione per crescere ed aumentare il nostro spessore competitivo».

Dal punto di vista personale, quanto tempo dedichi al curling?

«Essere in nazionale di curling è un grande impegno. Gli allenamenti sono tanti, sia sul ghiaccio e sia a secco. Inoltre partecipiamo a più tornei di preparazione, in vista delle rassegne internazionali. Europei e mondiali durano poi circa due settimane, quindi spesso siamo fuori casa. Io sono sempre stata molto fortunata, in quanto tutti i miei datori di lavoro hanno avuto parecchia comprensione, permettendomi di assentarmi quando necessario. Dato il poco tempo che rimane, tra lavoro e curling, ho rinunciato a continuare gli studi all’università, per dedicarmi totalmente al mio traguardo sportivo».

Lo sport fa proprio parte della tua vita: il tuo ragazzo, Domenico Dalla Santa, fa il portiere del Cadore Hockey.

«Praticamente tra una cosa e l’altra, la nostra seconda casa è l’Olimpico di Cortina. È una persona fondamentale nella mia vita».

Stefania, ti aspetta la Cina quindi?

«Ci sono stata nel 2018 per un torneo. Ma un altro viaggio me lo farei volentieri. Per fine febbraio non prendo impegni. ..».GIANLUCA DA POIAN

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