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Giorgetti gioca a scacchi con Salvini: muove i pedoni e nasconde la mossa finale. Il retroscena

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Giorgetti e Salvini, rapporto complesso, una partita a scacchi che Verderami esamina nel suo retroscena sul Corriere della Sera, oggi in edicola. Dopo le fibrillazioni interne alla Lega la partita tra il ministro e il segretario della Lega non ha vincitori. Giorgetti-  scrive Verderami – “è la rappresentazione plastica di come si possa vincere perdendo. Perché è vero che Salvini ha riaffermato il suo primato nella Lega. Ma è altrettanto vero che – ribadendo la lealtà del Carroccio al governo Draghi – ha assecondato la linea politica del suo numero due”.

Lega, l’obiettivo di Giorgetti

“E in fondo questa era e resta la funzione di Giorgetti nel partito: non ha le stimmate del leader ed è troppo pigro per provarci. Le battaglie che si intesta mirano a un obiettivo, non a un ruolo”, si legge nelle rubrica “SetteGiorni” sul quotidiano di via Soferino. L’obiettivo, secondo l’analisi dell’editorialista e quello di consolidare il suo ruolo nella Lega. La partita di questa settimana ha raggiunto il suo fine. “Così ha fatto anche stavolta: progettava di portare il Carroccio a Draghi e (finora) gli è riuscito. Non si è «venduto al premier», come sostengono i suoi detrattori salviniani: semmai cerca di far fare al partito un investimento nel «brand di Draghi». Per questo Giorgetti è soddisfatto: «se il mio segretario e il premier sono contenti, io sono felice».

Altro che “sottomissione” a Salvini: quello di Giorgetti è un investimento

Per cui è ingenuo chi ritiene che il sottosegretario leghista abbia fatto atto di sottomissione al capo quando ha dichiarato: «Salvini è il segretario della Lega e io sto nella Lega». Oppure: «Decide Matteo. Io la mia continuerò a dirla». Il suo all’interno della Lega è un investimento nell’investimento. Draghi riporta infatti le parole di Giorgetti,  quando ha sottolineato come – con l’ingresso nel gabinetto Draghi – «sapevamo che si trattava di un investimento. Ora che abbiamo seminato, dobbiamo aspettare la raccolta». Ma l’investimento è anche il suo. Il nervosismo di  Salvini, che dopo il voto ha subito sfidato Draghi sulla riforma del catasto, rivela due errori da parte del segretario della Lega: ha commnesso “un errore di metodo e di merito. Di metodo perché – rivela Verderami – come riconosce un dirigente leghista, «a forza di penultimatum ci stiamo logorando da soli». Di merito perché non c’è oggi alternativa al patto di governo”, secondo Giorgetti.

Verderami: “Interessante vedere come si muoverà Salvini”

Per cui sarà interessante “come si muoverà Salvini, che ha deciso di trattare in prima persona con l’ex presidente della Bce i dossier di governo, proprio adesso che arrivano a scadenza la riforma della concorrenza e la Finanziaria”. Tutte materie di competenza di Giorgetti che, “accompagnato alla porta,  attende di essere richiamato nella stanza. A volte si può vincere perdendo”, sottolinea l’analisi. Ma la partita dei due è destinata a durare: ci sono i ballottaggi e a Torino e a Varese, i candidati li ha indicati Giorgetti. Se fallissero, “la regola di vincere perdendo non varrebbe”.

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