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Egemonia sovietica

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Con la morte di Alekhine resta vacante il titolo mondiale e quindi le Federazioni scacchistiche mondiali avvertono la necessità di avere un nuovo campione.
La formula adottata per procedere:
Organizzare un supertorneo al quale dovranno partecipare, designati secondo i criteri del tempo, tre giocatori sovietici e tre del mondo occidentale.
L’Occidente schiera Fine, Reshevsky e Euwe.
I Sovietici: Botwinnik, Smislov e Keres.

Fine, all’ultimo momento si ritira accampando ragioni professionali. Medico e psicologo, confidenzialmente con amici scacchisti rivelò che non aveva nessuna voglia di diventare un fenomeno da circo come purtroppo era accaduto ad altri scacchisti famosi.
Possedeva un talento scacchistico immenso. Aveva vinto un torneo AVRO, ma non si considerò mai un professionista.
L’altro americano designato, Samuel Reshewsky, era di origine giudaico-polacco. Nato nel 1911 a Ozorkow, una piccola città polacca aveva debuttato nel gioco, su insegnamento del padre, ad appena 5 anni.


A sei anni il padre lo porta a Vienna ove incontra simultaneamente quattro buoni giocatori della città e li batte, dando inizio a una carriera da professionista. Presto la fama di bambino prodigio che giocava e vinceva anche alla cieca si sparge e Reshewsky fu indotto dalla famiglia a rispondere a tutti gli inviti che pervenivano dai circoli scacchisti, s’intende dietro compenso. C’era un organizzatore che gestiva il business con l’assenso della famiglia.
Due anni di simultanee e di partite alla cieca da Berlino a Parigi, passando per Londra e Bruxelles, trasformano a tutto vantaggio della famiglia e dell’imprenditore un bambino di sei anni in un animale da circo il che non piace alla maggior parte degli scacchisti di tutto il mondo…
Ma torniamo al nostro tema.
A contendersi il titolo restano dunque in cinque.
Di comune accordo, giocheranno la prima parte del torneo a Le Haye la seconda a Mosca.


Botwinnik parte suonando le proprie …fanfare e chiude il primo turno incamerando tre punti e mezzo su quattro.
Solo Smyslov sembra resistergli chiudendo con un pari.
A Mosca, la seconda parte del torneo configura una situazione parecchio interessante.
Lo slancio di Botwinnik dispiegato nella prima parte del torneo non si ripete: fa pari con Smislov, Euwe e Reshewsky.
Ultima decisiva partita il match contro Keres, il gentiluomo di Tallin che ha il nero e dispiega -more solito – il suo stile aggressivo, impaziente di pervenire a un gioco “aperto”, sottostimando la potenza dei due alfieri del Bianco.
Botwinnik mantiene una imperturbabile calma e continua a far pressione sull’avversario sino a pervenire alla fatidica 21ª mossa…

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