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A scuola di pugilato: a Udine un progetto europeo porta la boxe in classe

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Allenare il corpo e nel contempo la mente. Esercitare la destrezza nei movimenti e intanto sviluppare l’agilità del pensiero.

Il pugilato educativo, che facilita questo percorso di apprendimento a più livelli, è da poco entrato a far parte dell’offerta formativa del liceo classico Stellini di Udine con il progetto “Boxing for change”. L’iniziativa, nata da una cooperazione transnazionale, che vede tra i paesi protagonisti Italia, Spagna e Romania, è finanziata dal programma Erasmus +– partenariato di cooperazione e durerà 24 mesi.

«Siamo partiti coinvolgendo una delle mie classi – racconta Claudio Bardini, docente di scienze motorie e sportive – che per un’ora a settimana si allena con il maestro Massimo Marchetti della Federazione pugilistica italiana (Fpi)».

L’obiettivo del progetto, che ha riscosso un grande successo tra gli studenti, è «sviluppare e implementare metodi educativi innovativi che valorizzano la boxe come strumento per promuovere l’inclusione sociale e prevenire la violenza».

Ecco allora che questo sport, “arte nobile” che ha origine nell’antica Grecia e ben si sposa con le materie caratterizzanti del percorso di studi in oggetto, diventa il contesto per imparare abilità fondamentali per la vita: «In tempi in cui, purtroppo, bullismo e violenza la fanno da padroni, la boxe insegna a guardare l’avversario negli occhi, a riflettere prima di compiere una mossa e ad elaborare strategie di difesa prima che ad attaccare» continua Bardini, felice di constatare che l’attività ha entusiasmato i suoi ragazzi al punto da spingerne due a iscriversi alla scuola udinese di via Marangoni.

«Nel tempo restante dalle lezioni di Marchetto, propongo attività trasversali, facendo allenare gli studenti con i guantoni prestati dalla Fpi» specifica il professore, notando con soddisfazione che gli studenti coinvolti nel progetto hanno già dei riscontri positivi: «La loro capacità di attenzione è migliorata, così come i loro riflessi». Un effetto benefico che si propaga anche fuori dalla palestra, favorendo la connessione tra mente, corpo e anima, trinomio alla base della filosofia delle arti marziali.

Da non dimenticare, poi, l’importanza dell’attività fisica, a maggior ragione tra i giovanissimi: «L’Organizzazione mondiale della sanità prescrive agli adolescenti sessanta minuti di movimento al giorno e tre sessioni di sport intenso alla settimana» precisa ancora Bardini, che con sguardo lungimirante insegna ai suoi ragazzi l’amore per lo sport.

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