Il rinascimento della boxe in Giappone: con piccoli numeri e tradizione familiare è entrata nell’élite del pugilato mondiale
La boxe in Giappone sta vivendo un periodo d’oro. Nel giro di ventiquattro ore a Tokyo si disputeranno ben sette titoli mondiali di pugilato. All’Ariake Arena domenica 13 e lunedì 14 ottobre la Teiken Promotions di Honda organizza una due giorni da record. Domenica i mondiali in palio (quelli veri, non i sottotitoli che vanno tanto di moda ad altre latitudini) saranno quattro, con impegnati cinque atleti di casa. Va in scena il derby tra Takuma Inoue e Seiya Tsutsumi (pesi Piuma Wba), oltre alle sfide Shokichi Iwata – Jairo Noriega (pesi Mosca leggeri Wbo), Seigo Yuri Akui – Thananchai Charunphak (pesi Mosca Wba) e Kenshiro Teraji – Cristofer Rosales (pesi Mosca Wbc). Stesso luogo ma il giorno seguente, sempre grande boxe made in Japan: l’americano Anthony Olascuaga va contro il portoricano Jonathan Gonzalez per il mondiale Wbo dei Mosca, il giapponese Kosei Tanaka combatte per la cintura Wbo Supermosca con il sudafricano Phumelele Cafu, mentre la cintura Wbc dei Piuma andrà al giapponese Junto Nakatani o al thailandese Tasana Salapat.
Lunedì sarà anche una giornata di festa per tutto il popolo nipponico. Si celebra infatti il “Taiiku no hi“, cioè la giornata dello sport e della salute, in commemorazione della XVIII Olimpiade, quella ovviamente di Tokyo 1964. L’inaugurazione di quella Olimpiade avvenne infatti il 10 ottobre 1964, che allora era un sabato. Da quel momento si celebra l’appuntamento ogni anno il secondo lunedì di ottobre. Sarà anche la festa della boxe in un periodo davvero florido per i pugili giapponesi (soprattutto nelle categorie di peso più piccole) e per la forza di organizzare in patria gli eventi, cosa che in questo sport non è una faccenda secondaria, visto che il fattore casalingo incide parecchio.
Il promoter Akihiko Honda della Teiken è nella Hall of fame dal 2008 ed è conosciuto per aver organizzato a Tokyo due match di Mike Tyson tra gli anni Ottanta e Novanta. La stella del firmamento giapponese è senza dubbio il 31enne Naoya Inoue detto il “Mostro”, che è riuscito a diventare campione del mondo in quattro categorie diverse (pesi mosca leggeri, supermosca, gallo e supergallo). Il più forte pugile giapponese della storia è attualmente uno dei più migliori pugili Pound for Pound al mondo. Domenica sarà sicuramente a bordo ring visto che combatte il fratello più giovane Takuma, già in possesso anche lui di una cintura mondiale. Il promoter del “Mostro” Inoue è Hideyuki Ohashi, proprietario della Ohashi Boxing Gym, un passato da pugile due volte campione del mondo.
Un’altra figura fondamentale per questo rinascimento della boxe giappone è Tsuyoshi Yasukouchi, il quale per anni dal 2008 ha organizzato tornei per ragazzi Under 15. Da lì sono passati tanti pugili diventati poi campioni: Naoya Inoue tra questi, già allora mostrava un jab perfetto. Inoue sta entrando nel cuore della gente come prima e forse più di lui era entrato Joichiro Tatsuyoshi, due volte campione del mondo dei piuma e uomo pieno di carisma anche fuori dal ring. Tatsuyoshi aveva dalla sua parte il fatto che decenni fa la boxe in Giappone (così come in Italia) veniva trasmessa nella televisione generalista. Inoue riempie i palazzetti, qualche mese fa circa 50mila persone hanno assistito al Tokyo Dome al suo match stravinto contro Nery. L’Ariake Arena, dove si svolgono le riunioni in ottobre, è invece più piccola e non ci saranno quei numeri. In generale sembra difficile eguagliare in questo momento gli States e l’Inghilterra, dove per Joshua-Dubois a Wembley c’erano quasi centomila spettatori.
Kakuji Ishida è stato un pugile dilettante nella squadra universitaria. Oggi rimane un grande appassionato di boxe, talvolta come esperto viene citato anche dalla storica rivista inglese Boxing News. Il 13 sarà sicuramente nella Ariake Arena ad assistere alla riunione. “Sarò interessato soprattutto alla prestazione del campione Wba pesi Mosca Yuri Akui Seigo – racconta dal Giappone a ilfattoquotidiano.it – è un atleta molto completo, potente, tattico e con un livello molto alto di skill difensive. Il suo jab è preciso e il diretto destro splendido. In futuro vi consiglio di seguire invece Jin Sasaki, attualmente campione Asia Pacifico Wbo, è un welter che vuole diventare il primo campione del mondo giapponese della categoria. Storicamente il muro dei welter per i giapponesi è sempre stato troppo alto da superare, ma lui è giovane e talentuoso. Con il gancio sinistro può aprire una nuova era della boxe mondiale”.
Secondo Kakuji Ishida questo boom giapponese non è il frutto di investimenti particolarmente alti perché, ad eccezione della palestra Ohashi (quella frequentata da Naoya Inoue), le altre sono tutte attività piccole. È più che altro una questione familiare costruita sulla passione e sulla tenacia giapponese. “La maggior parte dei nostri migliori pugili – continua – ha i padri che sono i loro allenatori e sono entusiasti di insegnare la boxe ai propri figli fin dalla tenera età. Sebbene il numero dei ragazzi che praticano la boxe in Giappone sia piccolo rispetto ad altri sport, si svolgono nel Paese molti tornei e l’entusiasmo degli istruttori, soprattutto appunto dei padri dei pugili, è tanto”. In attesa dei verdetti dei match di ottobre, la boxe giapponese sta già vincendo, posizionata com’è nell’élite di questo sport.
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