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Morto a 18 anni dopo l’incontro di pugilato, tre  rischiano il processo

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Il 6 novembre prossimo di fronte al Gup Claudio Marassi potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per i tre indagati in merito alla morte di Edoardo Zattin.

Il giudice deciderà se ci sono i presupposti per mandare i tre a processo, come richiesto dal pubblico ministero Maria D’Arpa: Luca Lunardi, 36 anni, Matteo Zenna, 49 anni (entrambi di Monselice) e Simone Lazzarin, 47 anni, residente a Rovigo.

I primi due (difesi dall’avvocato Andrea Formenton e solo Lunardi anche dalla collega Alessia Barbin) sono chiamati in causa quali legali rappresentanti, all’epoca dei fatti, della palestra Move Ssd di Monselice dove dal 10 novembre 2022 era iscritto proprio Zattin, per esercitare esclusivamente la disciplina “pesistica e cultura fisica”.

Lazzarin invece, difeso dall’avvocato Roberta Paesante, tecnico sportivo di secondo livello e tesserato della Federazione pugilistica italiana, era responsabile dei corsi di pugilato tenuti dalla Asd Boxe Cavarzere, che aveva una succursale alla Move ed è istruttore di pugilato nella stessa, in virtù di un contratto di collaborazione siglato il primo settembre 2022.

Cosa contesta la procura

La procura contesta la violazione dei regolamenti che disciplinano la boxe - una attività sportiva pericolosa ai sensi dell’articolo 2050 del codice civile - nonché la “colpa in vigilando” nei rispettivi ruoli.

Parte civile sono mamma e papà di Edoardo, tutelati dagli avvocati Paola Rubini e Sara Baldon. Al terzetto di indagati il pm D’Arpa contesta l’aver cagionato la morte di Zattin, consentendogli di praticare il 22 febbraio 2023 delle sessioni di sparring (degli allenamenti), vietato in ogni sua forma ai non tesserati delle Federazione, com’era Edoardo.

La condanna della Federazione Pugilistica

La Federazione Pugilistica Italiana ha già condannato Lazzarin ad una sospensione di 80 giorni da ogni attività agonistica e federale per aver consentito allenamenti di pugilato con persone non tesserate. Un provvedimento che nasce proprio dalla morte di Zattin.

Nel corso di una sessione di sparring infatti il diciottenne - secondo il magistrato - ha subito un forte trauma, la cui causa è da ricondursi con «elevata probabilità» ad un pugno guantato che determinava un ematoma sottodurale acuto che lo avrebbe portato alla morte due giorni dopo. Tra le persone indagate non c’è chi ha sferrato il colpo al ragazzo: nel punto dove è caduto a terra non ci sarebbero stati ostacoli e tutto il pavimento era gommato. —

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