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Morte di Edo, sospeso l’allenatore di pugilato: «Combattimenti tra non tesserati»

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L’allenatore di boxe Simone Lazzarin, 47 anni di Rovigo, indagato per la morte del diciottenne estense Edoardo Zattin, è stato condannato dalla Federazione Pugilistica Italiana ad una sospensione di 80 giorni da ogni attività agonistica e federale per aver consentito allenamenti di pugilato con persone non tesserate Fpi.

Tra loro c’era Edoardo, caduto a terra esanime durante un allenamento di sparring e deceduto dopo alcuni giorni all’ospedale di Padova.

Lazzarin ha impugnato il provvedimento.

Si tratta di una sentenza sportiva che però è finita nel corposo fascicolo d’indagine del sostituto procuratore Maria D’Arpa. L’inchiesta federale nasce dopo la lettura dei giornali che riportano la tragica morte di Edoardo.

Lazzarin, tecnico sportivo di secondo livello e tesserato della Federazione Pugilistica italiana, era responsabile dei corsi di pugilato tenuti dalla Asd Boxe Cavarzere, che aveva una succursale alla palestra Move di Monselice, ed era istruttore di pugilato nella stessa, in virtù di un contratto di collaborazione siglato il primo settembre 2022.

La procura sportiva rileva che al momento dell’infortunio di Zattin, il suo tesseramento era in corso – anche se – «la sua morte non era in alcun modo connessa ai rilevi disciplinari mossi a Lazzarin e che quest’ultimo non ha nessuno responsabilità per in danno di immagine sofferto dalla Federazione».

Edoardo aveva presentato un certificato medico per l’attività agonistica che attestava la buona salute. Nel procedimento sono stati condannati anche Nicola Fontolan, tecnico della Boxe Cavarzere (e addetto ai tesseramenti) e la stessa società. Il primo è stato sospeso 50 giorni e la società sanzionata al pagamento di 4 quote di tesseramento.

Curioso che il legale di Fontolan e della Boxe Cavarzere contesti la ricostruzione di Lazzarin. A suo dire non c’era la sede distaccata della società a Monselice e inoltre sostiene che Lazzarin svolgesse a Monselice le funzioni tecnico di kickboxing per conto della società Iron Dojpo e non per la Boxe Cavarzere.

Dal punto di vista penale la procura ha chiuso le indagini preliminari indagando tre persone per cooperazione in omicidio colposo.

Oltre a Lazzarin, il pm Maria D’Arpa contesta la violazione dei regolamenti che disciplinano la boxe – una attività sportiva pericolosa ai sensi dell’articolo 2050 del codice civile – nonché la “colpa in vigilando” nei rispettivi ruoli a Luca Lunardi, 36 anni, a Matteo Zenna, 49 anni (entrambi di Monselice).

I primi due (difesi dall’avvocato Andrea Formenton e solo Lunardi anche dalla collega Alessia Barbin) sono chiamati in causa quali legali rappresentanti, all’epoca dei fatti, della palestra Move Ssd di Monselice dove dal 10 novembre 2022 era iscritto proprio Zattin, per esercitare esclusivamente la disciplina “pesistica e cultura fisica”.

Al terzetto il pm D’Arpa contesta l’aver cagionato la morte di Zattin, consentendogli di praticare il 22 febbraio 2023 delle sessioni di sparring, vietato in ogni sua forma ai non tesserati della Federazione, com’era Edoardo.

Manca all’appello chi ha sferrato il pugno. L’autopsia sul corpo di Zattin ha evidenziato infatti una frattura cranica e conseguente emorragia subdurale, provocata da un trauma violento alla testa compatibile con un pugno.

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