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Biathlon, l’anno nero di Lisa Vittozzi. Recupero mentale decisivo per un talento che l’Italia non può perdere

L’Italia del biathlon si risveglia dolcemente dalle due settimane da sogno che hanno accompagnato il Mondiale 2020 sulle nevi di casa di Anterselva e si sta preparando ora per l’ultimo mese di competizioni della stagione. La rassegna iridata ha avvicinato la disciplina ai cuori della gente, complice una Südtirol Arena quasi sempre gremita di un caldo e sano tifo dai colori più disparati. Indubbiamente parte di questo successo è dovuto alle straordinarie imprese della fuoriclasse altoatesina Dorothea Wierer, che dopo essere stata la prima donna azzurra ad aver trionfato nella classifica generale la passata stagione, aggiungendoci anche il primo titolo mondiale nella mass start, è riuscita in questo 2019/2020 ad alzare ulteriormente l’asticella. La ventinovenne di Rasun si presenta alla vigilia del mese di marzo infatti con un vantaggio, scarti esclusi, di oltre 100 punti su tutte le principali avversarie, per provare a diventare la seconda biathleta in vent’anni a bissare il trionfo della generale. Oltre a ciò, sono appena stati messi in cascina anche altri due titoli iridati individuali che la hanno consacrata definitivamente nella storia del biathlon a tutto tondo.

Ma la strepitosa formazione azzurra era partita ad inizio inverno con due stelle di prima grandezza, una delle quali ha certamente intrapreso un percorso opposto rispetto a Dorothea. Lisa Vittozzi, venticinque anni e nativa a Pieve di Cadore, si era presentata a Östersund con tutte le carte in regole per provare a dominare la disciplina, complice anche una grandissima voglia di riscatto scaturita dall’opaca tappa di Holmenkollen 2019 che le ha, di fatto, impedito di sfidare la connazionale nella corsa alla sfera di cristallo. Un’estate passata tra enormi sacrifici e tantissimo duro lavoro, focalizzata su un obiettivo che non poteva e non doveva più sfuggire. I risultati nelle esibizioni estive sono stati sotto gli occhi di tutti e così, dopo la positiva ultima manifestazione a Sjusjøen, tutti si aspettavano una Vittozzi davvero devastante.

Purtroppo però il biathlon è uno sport per certi versi maledetto e basta un attimo per smontare un castello di carte costruito alla perfezione. Il primo poligono stagionale di Lisa nella sprint svedese è stato un incubo, tre errori che le sono entrati in testa e hanno tolto tante certezze, facendola sprofondare in una spirale negativa dalla quale, di fatto non è poi più riuscita ad uscire. Tutto il mese di dicembre si è rivelato un vero incubo per la sappadina, che durante le vacanze di Natale si è dovuta così ripromettere di azzerare quanto successo e provare a ripartire da zero. Piccoli segnali di crescita si sono tramutati in certezze nella tappa di Pokljuka, dove è finalmente arrivato il primo podio in occasione della mass start e soprattutto un 40/40 al tiro nelle due prove individuali in programma.

La serenità ritrovata, però, era apparentemente molto delicata e l’ormai celebre intervista rilasciata al Messaggero Veneto, con attacchi a Wierer e in particolare allo staff tecnico italiano per quanto accaduto in occasione della staffetta femminile degli scorsi Mondiali, ha ribaltato ancora una volta le carte. Probabilmente l’atleta è stata mal consigliata, o comunque certamente non si aspettava di generare il caos che ne è poi conseguito, tuttavia è incontrovertibile che si sia messa da sola in una posizione psicologicamente molto scomoda in vista degli imminenti campionati del mondo in casa, appuntamento che poi è effettivamente stato bucato del tutto (quantomeno nelle prove individuali).

In stagione sono state disputate fino a qui 7 tappe e 17 gare, esattamente come avvenuto nel 2018/2019 fino alla fine di marzo, quindi si può trarre un parallelo delle due stagioni in maniera equilibrata. La differenza di punti raccolti da Vittozzi è davvero enorme, 379 contro 665, con la media punti scesa da 39,12 a 22,29. 4 podi e 2 vittorie contro il solo secondo posto sopra citato in questa stagione e una percentuale al tiro che è calata (staffette comprese) di ben 10 punti percentuali, dal 90% all’80%. E persino la prestazione sugli sci è in calo, in controtendenza contro ogni aspettativa. I numeri non sono tutto, ma aiutano a capire quanto grande sia il divario tra la Lisa della passata stagione e quella vista fin qui in questo inverno, un margine che è chiaramente impossibile giustificare solamente con una non perfetta preparazione fisica ma che sfocia necessariamente, come anticipato, in un grosso problema di testa.

Questa non è, al contrario di come sembra, una cattiva notizia, perché testimonia come la vera Vittozzi sia ancora lì, pronta a riemergere e a far esplodere il suo immenso potenziale. Passato il Mondiale, gli obiettivi per questa stagione diventano ora di minore importanza, quindi è necessario lavorare attentamente sull’atleta al fine di garantirle tutto il supporto morale e psicologico possibile per permetterle di recuperare al 100%. L’Italia ha bisogno di Lisa Vittozzi. Ora più che mai è infatti necessario ragionare attentamente su tutto ciò che c’è dietro a Wierer ed è stato “oscurato” dai suoi successi in queste settimane, per farsi trovare al massimo della competitività in vista delle Olimpiadi del 2022, per iniziare.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: F.Angiolini

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