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Rally: addio a Fruzzetti, pilota di rango che segnò un’epoca

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Rally: addio a Fruzzetti, pilota di rango che segnò un’epoca

LUCCA. Un pilota che ha segnato un’epoca divenuto un idolo per tanti giovani che ne hanno seguito le orme cimentandosi nelle gare di rally in Italia e all’esterno. Il sorriso contagioso, la pungente ironia e il dissacrante sarcasmo di Renato Fruzzetti, 70 anni, residente a Monte San Quirico e che ha vissuto a Massarosa, Segromigno in Monte, Lunata oltre a Cuba, mancheranno al mondo dell’automobilismo. Fruzzetti se n’è andato improvvisamente mentre era ricoverato all’ospedale San Luca per i postumi di un intervento alla colecisti che da gennaio lo ha costretto a impreviste degenze.

E per chiarire meglio le cause del decesso verrà eseguito un riscontro diagnostico all’obitorio dell’ex Campo di Marte prima di poter celebrare i funerali. Sposato con Patrizia Carli, per anni titolare di un negozio per animali a Borgo Giannotti, una figlia che adorava, Fruzzetti lavorava nell’imprenditoria import-export e, al suo ritorno da Cuba avvenuto 4-5 anni fa, si occupava d’importazione di rum da L’Avana. Ma al di là del lavoro era conosciuto come pilota. Non un pilota qualsiasi: un fuoriclasse, un istrione del volante. Ricco il suo palmares: due coppe Città di Lucca, una Coppa Carnevale, una Coppa Liburnia, due Coppe Italia (1992 e 1996) e nei primi anni Novanta una vittoria del campionato europeo Clio su pista. Dal debutto a 20 anni, al primo rally del Ciocco nel 1976 alla guida di una Fiat 124 sino alle gare vinte alla guida di una Golf Scirocco dal 1981 al 1985.

Allegro, spiritoso, beffardo. Celebre la sua freddura al termine di una corsa vinta. Quando l’intervistatore gli chiese com’era andata lui serafico rispose: «Io vado piano, non capisco quelli dietro». Un «malato» delle quattro ruote, nato per fare il pilota di rally. «Ha corso dagli anni Settanta sino al 1995. - racconta Luca Ciucci, che per anni è stato il suo navigatore - Aveva una facilità di guida eccezionale e al volante era freddo e concentrato. Molti piloti sentono la gara, sono tesi prima del via. Lui si comportava con una naturalezza disarmante. Un vero asso incapace di prendersi sul serio». Nel 1979, assieme a un gruppo di giovani piloti appassionati delle quattro ruote (Luca Ciucci, Edoardo Petrini, Moreno Galliani, Augusto Parenzi), s’inventò una nuova gara: il Rally dello Zoccolo, trasformando le strade di Lucca e Capannori, passando per le Pizzorne e la Mediavalle, nel palcoscenico di una manifestazione destinata a restare nella storia. Per oltre 15 anni ha vissuto a Cuba. Amico di Fidel Castro e del ministro dello Sport, l’olimpionico del mezzofondo Alberto Juantorena. Nel 2008 organizzò a L’Avana una sfilata d’alta moda con capi realizzati da Rocco Barocco e indossati delle mannequin più note del mondo come Naomi Campbell e fu tra i promotori di una mostra di pittura nel museo della capitale dell’isola caraibica del maestro lucchese Riccardo Benvenuti. Non riuscì invece a realizzare il suo sogno: un rally internazionale a Cuba. L’Aci Lucca - che si stringe intorno ai familiari- lo ricorderà in occasione dell’edizione della Coppa Ville Lucchesi. 
 

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