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F1, Christian Horner a ruota libera su Honda, 2021 e molto altro

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Nella giornata di ieri, 27 novembre, è arrivato l’annuncio che Honda continuerà a fornire i motori alla famiglia Red Bull anche nel 2021: un prolungamento non scontato fino a qualche giorno fa. La vittoria di Max Verstappen nel GP del Brasile è stata la conferma di un’incoraggiante crescita per la power unit dei nipponici, i quali sembrano aver trovato una certa sintonia con il gruppo austriaco: da entrambe le parti c’è la consapevolezza che la strada tracciata è quella giusta per ottenere dei grandi risultati.

Nel frattempo, sono ancora aperte le negoziazioni di team e motoristi con la FIA e con Liberty in vista della grande svolta del 2021; infine, come se non bastasse, la Red Bull si è resa protagonista di un forte j’accuse nei confronti delle prestazioni motoristiche della Ferrari. La vicenda, tra le dichiarazioni fuori luogo di Verstappen e il faccia a faccia tra Binotto e Horner, rischiava di avvelenare il paddock, ma la FIA è intervenuta per mettere a tacere ogni voce (si spera) introducendo, per il 2020, un secondo flussometro sulle vetture.

E’ un periodo, insomma, ricco di spunti di riflessione per Christian Horner, team principal della RBR, che si è concesso in una lunga intervista al sito RaceFans durante il weekend del GP degli Stati Uniti.

La discussione, ovviamente, è partita da una valutazione generale di quest’annata passata con Honda, dopo una lunga e fruttuosa partnership con Renault: “Penso che, in generale, sia stata una stagione abbastanza positiva. Sapevamo che sarebbe stato un anno di transizione, ma siamo più vicini di quanto non lo fossimo 12 mesi fa. Abbiamo imparato molte cose sul nostro pacchetto, e almeno l’anno prossimo, prima che i regolamenti cambino, potremo applicarle”.

D’altronde, non dimentichiamo che il gruppo ha “sfruttato” la Toro Rosso come cavia nel 2018 per ottenere dati ed esperienza; questa tattica ha indubbiamente dato i suoi frutti in pista e fuori, in quanto è subito stato chiaro agli occhi di tutti che la relazione tra Honda e il marchio austriaco sarebbe stata molto più tranquilla e vantaggiosa rispetto a quella che questo aveva in precedenza con Renault. “Devo essere onesto, lavorare con Honda è stata una boccata d’aria fresca. Abbiamo la stessa visione, le stesse ambizioni, e il loro progresso quest’anno è stato notevole, sia in termini di performance che di affidabilità. Anche loro stanno vivendo molto bene la partnership con noi, e si rendono conto che insieme stiamo facendo dei passi avanti molto incoraggianti”. Considerando che l’intervista è precedente al rinnovo per il 2021, Horner è stato quasi profetico.

Si spalanca così la strada ad una stretta collaborazione fra Honda e le due squadre del gruppo (che, ricordiamo, collabora con successo col costruttore giapponese anche in varie categorie a due ruote, principalmente MotoGP e X-Cross), al fine di affrontare al meglio la “rivoluzione” voluta dalla FIA. “I nuovi regolamenti incoraggiano le sinergie. Ad esempio, a partire dal 2021 i nostri due team condivideranno la stessa galleria del vento. Inoltre, RBR fornirà a Toro Rosso tutte le componenti che verranno permesse dal regolamento”. E’ un approccio abbastanza nuovo per il gruppo: nonostante vi sia sempre stata una certa condivisione fra i due team, essa non ha mai raggiunto il livello di sinergia che sussiste, ad esempio, fra Haas e Ferrari.

Tuttavia, un potenziale ostacolo a questa nuova collaborazione è rappresentato dalla Brexit (che, in teoria, potrebbe diventare ufficiale prima dell’inizio della stagione 2020): mentre la Red Bull Racing ha sede a Milton Keynes, Regno Unito, la Toro Rosso opera a Faenza (RA), pur avendo la sua base aerodinamica a Bedford, sempre nel Regno Unito. Horner, però, non sembra troppo preoccupato: “Sento persone che non fanno altro che parlare della Brexit e preoccuparsi dei suoi effetti, ma credo che nessuno sappia davvero a cosa potrà portare. Quando lo sapremo, vedremo come comportarci”.

A tener banco in casa Red Bull, quest’anno, è stata anche la questione piloti. Dopo l’inaspettata dipartita di Daniel Ricciardo, direzione Renault, Pierre Gasly è stato promosso al fianco di Max Verstappen, per poi essere protagonista di uno scambio di sedili con Alexander Albon da Spa in poi. Verstappen, a soli 22 anni, è di fatto il leader del team: “Quest’anno Max, nel suo nuovo ruolo di prima guida, ha fatto un altro passo in avanti. Si è preso la responsabilità di guidare lo sviluppo della vettura, dando dei feedback molto molto precisi, e ha fatto delle gare semplicemente fenomenali. Ora è senza dubbio pronto a vincere un Mondiale”.

“Per quanto riguarda Alex, nonostante la grande pressione non sta sfigurando contro Max. Ha debuttato molto bene, e anche lui sta iniziando a fornire buoni feedback. Ovviamente ha bisogno di tempo, è solo il suo primo anno in F1, ma ha imparato molte cose e lavora bene col team”. Stiamo parlando di un pilota che, un anno fa, aveva un contratto pronto in Formula E e non aveva mai guidato una vettura di F1. Dove potrà arrivare? “Non posso sapere quanto potrà crescere, ma già ora sta facendo ottime cose. Ha sicuramente un potenziale altissimo”.Horner chiude con un giudizio sull’annata del team a livello tecnico e operativo: “E’ stata dura col calendario lungo di quest’anno, ma i ragazzi in fabbrica sono stati molto produttivi e hanno lavorato bene anche con la sponda giapponese, con cui si è creato un bel rapporto. Abbiamo posto le fondamenta per un futuro solido. Dal punto di vista fiscale, invece, c’è stato un aumento generalizzato dei costi, dovuto sia ai nuovi regolamenti sugli alettoni che alle parti extra per le gare in più rispetto all’anno scorso”.

Horner è apparso molto sereno e soddisfatto: seppur nata più per necessità che per volere delle due parti, la partnership fra Red Bull e Honda ha decisamente superato le aspettative quest’anno. 3 vittorie, 2 pole, che potevano essere 3 senza la penalità per Verstappen in Messico, e 8 podi (a cui vanno aggiunti i 2 della Toro Rosso!) sono un bottino che fa pensare che per l’anno prossimo potrebbero essere proprio loro a lanciare la sfida alla Mercedes. Una vettura incredibilmente fine a livello aerodinamico e telaistico, con un motore finalmente all’altezza e un pilota maturo (quasi) al 100%, oltre ad un buon prospetto sull’altro sedile: gli ingredienti per tornare sul tetto del Mondo ci sono tutto, in attesa della rivoluzione del 2021 che potrebbe cambiare ulteriormente le carte in tavola.

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