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Formula 1 | La riscossa di Valtteri Bottas. Sarà lui l’anti Hamilton?

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Riscossa aveva annunciato e riscossa è arrivata. Valtteri Bottas ha subito mantenuto fede alle dichiarazioni pre Campionato stupendo tutti fin dal primo round australiano. Con una gara che ha rasentato la perfezione è stato “semplicemente” siderale, di un altro pianeta per chiunque, a partire dal compagno di stanza e annunciato schiacciasassi Lewis Hamilton.

Neppure il fresco cinque volte iridato è esistito domenica scorsa al cospetto del pilota finlandese, che si è rivelato un mix micidiale di velocità, costanza, freddezza e precisione di guida, oltre che di capacità assoluta nella gestione delle gomme Pirelli nell’ambito della strategia Mercedes.

Dopo aver bruciato Hamilton in partenza, è ben presto sparito dalla vista dei suoi avversari fino al traguardo. Una clamorosa metamorfosi rispetto alla versione del Bottas 2018: incostante nelle prestazioni, sfortunato (clamoroso ritiro a Baku a tre giri dalla fine mentre era in testa), più lento di Hamilton nella maggior parte dei Gp e definito, non certo in senso positivo, il suo “maggiordomo” per essere stato costantemente sacrificato dalla squadra a favore del titolo mondiale (poi vinto) del pilota inglese.

Insomma un pilota dalle ottime potenzialità ma uscito a pezzi al termine della stagione dal confronto con Hamilton. Cosa che invece non era accaduta al suo primo anno in Mercedes nel 2017 quando si era difeso molto bene vincendo tre corse e dimostrandosi molto in palla. Nel momento in cui, ad Abu Dhabi, è calato il sipario sul Mondiale 2018 per Bottas dev’essere stata una liberazione. Un po’ come per Sebastian Vettel, la cui annata è stata ugualmente una sorta di incubo.

Entrambi non vedevano l’ora che finisse quel campionato stampato nella loro testa con l’immagine da incubo di Lewis Hamilton. Macinati psicologicamente dall’inglese e da se stessi non potevano che contare nella pausa invernale per eliminare la pesantezza del tanto stress mentale accumulato e rigenerare la mente con una nuova e forte carica di energia motivazionale. Bottas sembra esserci riuscito alla grande. Vettel ancora non si sa. Dipende dalle prestazioni della Ferrari, che in Australia sono sembrate troppo brutte per essere vere dopo l’opulenza dei test spagnoli.

Nella fase di stand-by invernale Bottas ha più volte ribadito di aver esaminato quanto è successo nel 2018 capendo cosa e dove ha sbagliato e, quindi, di aver lavorato tanto sulla sua testa per migliorarsi e rilanciare le sue quotazioni per la corsa al titolo mondiale 2019. Un messaggio rivolto, in primis, a Lewis Hamilton e alla Mercedes. Ha trovato anche il tempo di cimentarsi, con successo, nei rally, forse per sperimentare sul campo questo suo nuovo assetto mentale. A quasi 30 anni (29 all’anagrafe), Valtteri Bottas è arrivato a quella classica fase di maturità della carriera di un pilota in cui puntare più in alto possibile diventa un’esigenza fisiologica. Con un notevole bagaglio di capacità, facendo tesoro della propria esperienza sia in negativo che in positivo e trovandosi in una scuderia di livello assoluto, il finlandese avverte che è arrivato il momento di andare all’attacco, immediatamente.

Ora o mai più. Ed è cio che ha fatto proprio a Melbourne con una prestazione eccellente, da campione consumato. In questa fase ascendente ha trovato anche un inaspettato endorsement in quel Nico Rosberg che, tre anni fa, riuscì a sconfiggere Hamilton sul suo terreno per poi ritirarsi definitivamente dalla F1. Le sue parole in un’intervista rilasciata ad Auto Bild sono inequivocabili: “L’aspetto mentale conta tantissimo in F1 e non dobbiamo dimenticarci che il 2019 è una stagione cruciale per la carriera di Bottas. Penso che questo possa essere l’anno giusto per laurearsi campione del mondo. Lewis in qualifica è fenomenale, ma credo che le possibilità per assistere a un duello tra i due ci siano tutte. Se Bottas rimarrà solido dal punto di vista mentale allora avrà carte importanti da giocarsi, perché Hamilton attraversa sempre dei momenti di difficoltà”.

Per la serie: Lewis, conosciamo i tuoi punti deboli e sei avvisato. In sostanza Valtteri, quest’anno, può fare ciò che ha realizzato Nico nel 2016. Del resto il talento di Bottas non lo scopriamo adesso. È sempre stato un pilota molto veloce e concreto, elementi che ha dimostrato ampiamente nei quattro anni trascorsi in Williams. Ma adesso è giunto il momento di puntare alla consacrazione nell’olimpo dei grandi.

Siamo solo alla prima gara ma questo successo così perentorio è un’ulteriore scarica di energia e di solidità psicologica sulla strada della convinzione dei propri mezzi che potrà renderlo molto forte durante tutto il campionato. E, così, se fino a Melbourne si pensava che anche nel 2019 la lotta per l’iride sarebbe stato il terzo atto della sfida Hamilton-Vettel, questi due adesso devono guardarsi seriamente da Bottas. Il quale, di forza, si sta inserendo in un’appassionante contesa che potrebbe diventare “a tre” a tutto vantaggio dello spettacolo per un Mondiale che si preannuncia scoppiettante e imprevedibile come non mai. E occhio alla Red Bull-Honda di Max Verstappen.

Scritto da: Alessandro Crupi

Mondiale F1, partenza col Bottas: i numeri del suo GP


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