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Gp Australia F1: si riaccende la battaglia tra Haas e Renault

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Il mondiale 2019 è iniziato nel segno di come era stato archiviato sotto al tramonto di Abu Dhabi: una Mercedes che prevale sui top team ma anche una battaglia a centro gruppo che, seppur ancora più combattuta, si è aperta nuovamente con il duello fra Haas e Renault.

Anche se non abbiamo visto battaglie accese sul tracciato fra le due scuderie che nel 2018 non se le sono di certo mandate a dire, i team capitanati da Gunther Steiner e Cyril Abiteboul, hanno prevalso sui diretti avversari chiudendo il primo weekend dell’anno alle spalle dei top team, anche se con una sola punta.

Haas

Kevin Magnussen: P6 – Romain Grosjean: DNF

Il primo weekend della stagione per il team Italo-americano era cominciato con delle prestazioni positive nelle sessioni di libere, anche se in linea con i tempi dei diretti avversari. A fare la differenza però, sono state ancora una volta, le prestazioni ottenute nella giornata di sabato con delle straordinarie performance dell’ultima sessione di libere, bissate poi in qualifica, dove Grosjean e Magnussen hanno conquistato la sesta e la settima piazza in griglia.

Allo spegnimento dei semafori, il buono spunto del pilota danese gli ha permesso di sopravanzare il compagno di scuderia dopo pochi metri, nonostante ciò il passo si è dimostrato positivo per entrambi i piloti, tanto da far pensare che forse avremmo assistito al riscatto dell’ottimo risultato mancato lo scorso anno per via dei guai nei pit stop. Dopo il primo stint con gomma soft (rossa) da parte di Grosjean, il francese è rientrato ai box dove si sono ripresentati i fantasmi di Melbourne 2018, la gomma anteriore sinistra non ne voleva sapere di essere fissata. Nonostante una sosta durata un’eternità, il francese è riuscito a ripartire ma pochi chilometri dopo quella stessa gomma è uscita di sede costringendo Grosjean a parcheggiare in penultima curva. Ciò fa pensare come stavolta si sia trattato probabilmente di un cedimento del dado, visto che il pilota era riuscito a compiere diverse tornate con quella gomma prima di essere costretto al ritiro.

Kevin Magnussen ha però limitato i danni egregiamente, conducendo la gara su un ottimo passo e tagliando il traguardo in sesta posizione davanti alla Renault di Hulkenberg. Gunther Steiner può comunque considerarsi soddisfatto dopo essersi portato in vantaggio sui diretti avversari francesi affermando che, nonostante la lotta fra i team di centro griglia sia più affiatata che mai, la scuderia a stelle e strisce si candida per una posizione di vertice nella mischia di centro gruppo.

Renault

Nico Hulkenberg: P7 – Daniel Ricciardo: DNF

A stare con il fiato sul collo alla scuderia di Gene Haas, si è candidata, quantomeno sul tracciato di Albert Park, l’equipe d’oltralpe. Il team francese ha chiuso il primo round del campionato alle spalle della Haas numero 20, con Nico Hulkenberg. Questo è ciò che racconta la classifica finale, la realtà però è probabilmente differente. Ad inizio weekend le macchine del costruttore francese faticavano a piazzarsi nella top ten rimanendo risucchiate nella lotta di metà classifica. Il momento più difficile da digerire del weekend australiano è stato di certo la seconda parte della qualifica dove entrambe le vetture non sono riuscite ad ottenere un crono utile per accedere al Q3.

Hulkenberg ha però subito rimediato all’esito deludente della qualifica compiendo un ottimo primo giro di gara, proseguendo poi con un buon passo gara e approfittando del ritiro di Grosjean è riuscito a passare sotto la bandiera a scacchi in settima piazza.

È stato invece un debutto deludente per il pilota di casa, Daniel Ricciardo che, dopo essere stato beffato dal compagno di scuderia al sabato, quando il tedesco gli aveva soffiato l’undicesima casella per soli otto millesimi, pochi istanti dopo lo stacco della frizione è stato protagonista di un incidente quasi insolito che poi lo ha costretto al ritiro. L’australiano, al via si era portato all’interno mettendo però le due ruote del lato destro della vettura sull’erba: le forti vibrazioni e il contatto con il terreno da parte dell’ala anteriore ne hanno provocato il cedimento: la sostituzione immediata non è bastata in quanto la macchina era ormai troppo danneggiata per proseguire la gara.

C’è però una spiegazione tecnica di quanto accaduto al pilota di Perth: già ai test di Barcellona era emerso come le vetture giallonere fossero caratterizzate da un importante effetto rake, ovvero l’angolo di inclinazione della vettura che permette all’anteriore di avere un’altezza decisamente inferiore rispetto al posteriore. Il concetto già adottato da Ferrari e soprattutto Red Bull, è stato presentato dal costruttore francese in veste ancor più estrema, con il profilo dell’ala anteriore a pochi, forse troppo pochi, millimetri dall’asfalto.

Il buon risultato di Hulkenberg non deve far adagiare “sugli allori” i tecnici francesi: c’è molto da lavorare per cercare di riconfermarsi come quarta forza, soprattutto in termini di prestazione. A Melbourne infatti un solo motore Renault ha chiuso fra i primi dieci in gara; lo stesso in qualifica, con la sola McLaren di Lando Norris nella top 10 del sabato.

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