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Aaron Durogati, come si comanda l’aria

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Aaron Durogati, l'atleta italiano alla Red Bull X-Alps 2019
Aaron Durogati, l'atleta italiano alla Red Bull X-Alps 2019
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Aaron Durogati, l'atleta italiano alla Red Bull X-Alps 2019
Aaron Durogati, l'atleta italiano alla Red Bull X-Alps 2019

Non chiamatela gara, ma avventura. Il 16 giugno, da Salisburgo in Austria, partirà la Red Bull X-Alps 2019, l’adventure race più dura e spettacolare che ci sia. 32 atleti provenienti da tutto il mondo dovranno percorrere 1138 chilometri attraverso le Alpi camminando o volando con il parapendio. Destinazione finale: Principato di Monaco. Tra i magnifici 32 c’è anche Aaron Durogati, l’unico italiano in gara che affronterà l’impresa per la quarta volta. Quest’anno, comunque vada, per Aaron sarà ancora più memorabile. L’atleta di Merano, infatti, torna dopo un grave infortunio al ginocchio: «La montagna è la mia vita, non potevo fermarmi, ma so che dovrà cambiare strategia».

E la sua strategia è fare la cosa che gli riesce meglio: volare. Macinare chilometri con il parapendio, abbattendo tempo e distanza, con un’unica incognita: il meteo, che in aria è ancora più difficile da domare. Aaron Durogati, classe 1986, ha iniziato a volare in parapendio quando aveva 6 anni, in tandem con papà. A 15 anni ha spiccato il volo da solo e nel 2012 ha vinto la sua prima coppa del mondo di paragliding. Quando non vola, si allena in montagna tra sci alpinismo e arrampicata, del resto se sei originario di Merano, difficile non sentirla nel cuore.

Gli organizzatori definiscono questa Red Bull X Alps l’edizione più dura di sempre. Perché inizierà prima, col rischio di trovare molta più neve sulle montagne rendendo i percorsi a piedi più difficili ed estenuanti; e poi perché la distanza tra i 13 turnpoint dislocati lungo 6 nazioni (in Italia sono a Plan de Corones e sul Monviso) è vastissima. Da compiere tra le 5.30 del mattino e le 22.30 della sera.

Come si sente a due mesi dalla partenza?
«Benissimo. L’infortunio al ginocchio mi ha limitato, so di non essere più come prima, ma sono altrettanto consapevole di essere molto forte in volo, e concentrerò tutte le mie potenzialità proprio lì. Sarà una sfida nella sfida, dovrò pianificare il percorso alla perfezione sperando nel meteo, e mettere in gioco tutte le mie conoscenze per compiere le scelte strategiche migliori. Sono felice del mio nuovo team e quest’anno per la prima volta avrò anche una guida alpina, obbligatoria se si decide di affrontare un ghiacciaio».

Come sarà la sua strategia di gara?
«Prima dell’infortunio e nelle scorse edizioni dell’X-Alps, quando il meteo non consentiva di volare correvo per chilometri e chilometri, adesso dovrò in ogni caso puntare quasi tutto sul volo per preservare più forza fisica».

Perché ha scelto una competizione così dura ed estrema?
«Ho sempre voluto diventare atleta professionista in montagna, tutto il mio stile di vita è improntato in questa direzione. L’X-Alps non è una gara ma è un’avventura, ed è proprio questo a spingermi. Attraversare le Alpi per arrivare al mare è un’impresa!».

La paura più grande?
«L’incognita del tempo, non sapere come risponderà il tuo fisico. Quando voli, l’aria non si può vedere, ma la devi gestire. E con condizioni estreme i venti sono molto forti, ti senti completamente in balia dell’aria, diventi piccolissimo rispetto alla forza della natura. A quel punto l’unico obiettivo è resistere ai colpi senza perdere quota. Sì, è proprio questo il lato più estremo di questa gara, volare in condizioni impossibili».

Che rapporto ha con l’adrenalina?
«Non ho per forza bisogno di una dose quotidiana di adrenalina o del senso del rischio, ma amo sentire il limite, quando ci si arriva molto vicino si è più concentrati, sei te stesso».

Come si sta preparando per affrontare la gara?
«Mi alleno correndo in montagna, arrampico, faccio sci alpinismo, i tratti più lunghi li percorro in bici e poi seguo anche dei training in palestra».

Segue un’alimentazione particolare?
«Cerco di ascoltare il mio corpo. Non mangio glutine, ma non perché sono intollerante, semplicemente perché quando non lo mangio mi sento meglio. Poi evito alimenti acidi come i sughi o la frutta. Verdure e carne sono fondamentali».

Cosa serve per poter affrontare una X-Alps?
«Ci vuole sicuramente esperienza in montagna, fisico allenato, e tanta voglia di mettersi in gioco, di voler arrivare al limite anche quando ti senti stremato».

È pronto a…?
«A dormire in quota avvolto solo nella vela se dovessi essere troppo lontano dal mio team. È già successo, ero a 50 chilometri da valle e sarebbe stato troppo complicato tornare o farmi raggiungere dal team, così mi sono improvvisato. Questa è una delle cose che non si possono pianificare…».

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